LA BIRRA DELL’ESTREMO ORIENTE

La birra è stata introdotta in Asia in tempi relativamente recenti. In Giappone, la sua prima apparizione si attesta nei primi anni del 1800, grazie a un cittadino americano, il quale fondò la prima fabbrica in Giappone per  produrre birra a livello commerciale.

Ci vorranno altri 80 anni prima che venga fondata un’altra fabbrica giapponese per la produzione di birra. Gli ultimi decenni dell’Ottocento vedono la crescita del consumo di birra nel paese del sol levante, al punto che nel 1906 un pacchetto legislativo, abbastanza discutibile, concentra la produzione nelle mani di poche grandi produttrici, costringendo i piccoli fabbricanti a chiudere. Questa legge rimarrà in vigore fino al 1994, quando finalmente verrà revocata e darà avvio alla nascita in tutto il paese di vari microbirrifici.

In Cina la birra giungerà soltanto agli inizi del XX secolo e verrà introdotta dai russi e dai tedeschi.

Il consumo di birra nell’estremo Oriente varia molto da paese in paese. Il Giappone e la Cina restano i maggiori consumatori, ma effettivamente il consumo resta ancora basso, nonostante, soprattutto in Cina, il consumo tenda a salire di anno in anno. L’aumento non è dettato da un maggior consumo individuale, ma dal fatto che sempre più persone diventano nuovi consumatori di birra.

Della Cina si ha in genere un’idea alquanto vaga, ma è bene dire che questo paese possiede oltre 1000 fabbriche di birra, che spaziano dal piccola fabbrica per il consumo locale alle grandi fabbriche di proprietà dello stato.

Due sono soprattutto i marchi di birra cinese conosciuti in Italia, ambedue  fondate da tedeschi e successivamente diventate di proprietà dello stato. Si tratta di lager bionde, poco amare e di facile approccio.

In Corea del Sud la birra è arrivata molto dopo che in Cina. Si dovrà attendere il 1933, quando verrà fondata la prima fabbrica di birra di proprietà dello stato, passata successivamente in mano ai privati. Le birre coreane sono però difficilissime da trovare in Europa. <sin tratta comunque di  prodotti non particolarmente interessanti e molto semplici.

 Poco più interessante è la San Miguel delle Isole Filippine, che non va confusa con l’omonima birra spagnola. Questa fabbrica, che è stata fondata nel 1890 a Manila, è oggi uno dei tre maggiori marchi di birra dell’estremo Oriente e uno dei primi a produrre anche birre diverse dalle diffusissime lager.

Non ci sono dubbi, però, che è il Giappone il paese a produrre le birre più interessanti di questa parte del mondo ed è anche il paese che si avventa a provare vari stili di birra. La fabbrica Kiuchi, che ha iniziato soltanto nel 1996 a produrre birre, ha sperimentato varie tipologie, come le milk stout, le wiess e le birre di abbazia.

Il problema resta comunque che le birre asiatiche non sono facili da reperire. Ed è normale, poiché con le spese d’importazione il prodotto finale viene a costare troppo.

Tra le birre che si possono trovare in Europa ce n’è una molto famosa, la Sapporo. Distribuita in un primo momento in una lattina argentata a forma di pinta, è oggi imbottigliata in una bottiglia sempre argentata. Questa birra, però, trova le sue origini nel 1876, quando il governo incaricò Seibei Nakagawa, che si era formato in Germania, come supervisore per la creazione di una fabbrica a Hokkaido, che dopo, nel 1886, diventerà Sapporo. Questa birra è diventata molto famosa ad Hokkaido e così in tutto il Giappone. Non è, infatti, inconsueto vedere nelle produzioni televisive giapponesi una bottiglia di birra con una stella impressa in etichetta. Si tratta della vecchia bottiglia di birra della Sapporo.

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