Italia, mia cara Italia…

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’elaborato di un’alunna di 14 anni del ginnasio, la IV A, Angela Denaro. Lo spunto da cui si è partiti era stato il discorso del Presidente Conte per 159° anniversario dell’Unità e il suo invito alla responsabilità di tutti.

 

 

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ,oggi 17 marzo 2020 nel 159° anniversario dell’Unità d’Italia, ha ribadito il concetto che “mai, come adesso, l’Italia ha bisogno di essere unita. Sventoliamo, pure orgogliosi il nostro Tricolore, intoniamo fieri il nostro Inno nazionale ma uniti, responsabili, coraggiosi. Tutti insieme per sconfiggere il nemico invisibile”. Solo il rispetto delle norme e la collaborazione di tutti , quindi, sono necessari per farci superare questi momenti. Esprimi le tue considerazioni in proposito e le sensazioni che provi attraverso un lavoro ( un testo di scrittura creativa, ppt, video , una canzone) da cui si possa evincere il senso di identità e unità nazionale necessario in questi momenti

17/03/2020

ITALIA, mia cara Italia,
da 159 anni sei “unita” , ma in questi anni non ti avevamo mai vista tanto unita come negli ultimi giorni. Non ti avevamo mai vista così: in ginocchio di fronte a forze maggiori, piegata dalla malattia, uccisa dal dolore della perdita, ma nello stesso tempo, mai prima d’ora ti avevamo vista così innamorata. C’è amore e rispetto nell’aria che respiriamo dalle nostre finestre, non c’è solo paura. C’è in te, Italia, e c’è in noi, italiani, la consapevolezza che ce la farai, la consapevolezza che ce la faremo. Quindi Italia affacciati alla vita dai tuoi balconi, come Giulietta al suo Romeo.
Italia, 159 anni fa ti sei unita sotto un unico nome, un’unica bandiera, il Tricolore, perché sapevi che da sola non saresti sopravvissuta. Italia dopo più di un secolo e mezzo devi di nuovo fare lo stesso. Ti devi unire. Italiani dobbiamo unirci. Cara Italia grazie di tutto, ma se “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”, il mittente di questa mia lettera deve variare.

ITALIANI, miei cari italiani,
di non essere tutta rose e fiori, la vita, ce lo ha dimostrato tante volte. E in tutte queste occasioni, quante volte abbiamo mollato? Quante volte siamo stati vinti? MAI.
Facciamo in modo che questa risposta non cambi, perché possiamo fare in modo che sia così. Credo che più la situazione si complica, più è il nostro turno di fare qualcosa. Lavare le mani? Dovremmo farlo comunque sempre. Starnutire coprendo naso e bocca è educazione, non sopravvivenza. Stare a casa, è necessario! È vero, è anche difficile: il senso di oppressione e chiusura divora l’anima ogni istante, insieme alla paura. Ma non è uscendo, riunendoci e infrangendo le regole che sconfiggeremo questo male. È un momento della nostra storia, difficile per ognuno di noi, la voglia di uscire e di “fuggire” dalle notizie disastrose della nostra Italia, è forte in ognuno di noi, ma la distanza e l’isolamento sono necessari se vogliamo riabbracciarci. Italiani, giovani e anziani, grandi e piccoli, stiamo a casa, per favore. Se non volete farlo per voi stessi, fatelo per i vostri nonni, per i vostri genitori, per i vostri figli, per le persone che amate, se davvero sognate di riabbracciarle. Perché non possiamo pensare di stare uniti vicini, se ora non ci impegniamo ad esserlo a distanza. Mai come ora dobbiamo collaborare. Nel nostro piccolo ognuno di noi può fare qualcosa per salvare il nostro paese. Cosa? Stiamo a casa. Già fatto? Bene, allora italiano o italiana che leggi questa lettera, sii fiero/a di te, stai salvando il tuo popolo e la tua nazione. Ora affacciati dalla tua finestra o dal tuo balcone e canta! Canta in che paese meraviglioso vivi! Canta che il tuo paese ce la farà, canta che NOI ce la faremo!

Evviva l’Italia

Dal sonno s’è desta
Dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa
Dov’è la vittoria?

Le porga la chioma,

Ché schiava di Roma

Iddio la creò

(Inno di Mameli)

Italiani destiamoci dal nostro sonno, salviamo la nostra terra.

L’Italia chiamò

Si dirà che gli italiani risposero, anche ai tempi del Covid-19.

Forza italiani, ce la faremo, uniti come sempre, anche ad un metro di distanza.

Angela Denaro, IV A

Liceo Classico Umberto I, Ragus

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