INCONSAPEVOLE O CONSAPEVOLE DIMENTICANZA?

Riceviamo da Grazia Dormiente la nota che qui di seguito pubblichiamo.

“Folgorante” – scrive la studiosa modicana da anni residente a Pozzallo – è stato definito dall’accademica Maria Clara Ruggieri Tricoli il “Museo ibleo delle arti e tradizioni popolari di Modica” nel corso della presentazione svoltasi il 23 gennaio a Palazzo di Città, del numero monografico della Rivista ( Interni & Musei Interiors & Museums. Temi di Architettura degli Interni e di Allestimento e Museografia n. 5, luglio 2011) dedicata al progetto /sogno delle testimonianze archeologiche da allogare nel Palazzo dei Mercedari. Altrettanto folgorante si è rivelato l’inconsapevole e/o consapevole silenzio dell’assessore alla Cultura del Comune di Modica sull’Associazione culturale “S.A.Guastella” in quanto proprietaria delle pregevoli collezioni etnografiche, patrimonio della Contea e della sua cultura materiale ed immateriale. Perché tale silenzio? Perché tale esclusione su una realtà museografica di straordinario impatto, grazie all’impegno di raccolta, catalogazione e allestimento di uno spaccato memoriale sulle strutture del quotidiano, attuato da un gruppo di studiosi locali, totalmente ignorati ed esclusi? Queste le domande più ovvie degli astanti, perplessi sull’immotivata ridefinizione dei percorsi etnografici escludenti il contributo tangibile e consistente della già citata Associazione culturale “S.A.Guastella”. Eppure anche il professore Aldo R.D. Accardi, coautore del progetto di musealizzazione nell’ambito del programma Prin 2008, ha evidenziato con il suo dettagliato e documentato intervento come il Museo etnografico sia nucleo pulsante per l’innovazione progettuale proposta. Quali sono, perciò, le ragioni di un così evidente tentativo di delegittimazione dell’Associazione “S.A.Guastella”? Sono, probabilmente, da ricercare nell’inserimento di delizie cioccolatose e conventuali? Noi crediamo che non si possa costruire sull’ambiguità e sulle esclusioni poiché come J. Le Goff insegna: “… la memoria è un elemento essenziale di ciò che ormai si usa chiamare identità, individuale o collettiva, la ricerca della quale è una delle attività fondamentali degli individui e delle società d’oggi, nella febbre e nell’angoscia”.

 

 

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