IN UN NULLA DI FATTO SI E’ RISOLTO L’INCONTRO DI LEGAMBIENTE COL COMMISSARIO COMUNALE DI RAGUSA

Non ha portato a nessun concreto risultato l’incontro avvenuto tra il Presidente Antonino Duchi, il segretario Giacomo Boscarelli di Legambiente e il Commissario del Comune di Ragusa Margherita Rizza poiché, piuttosto che trovare un’intesa intorno alla questione della crisi idrica che sta attraversando il capoluogo ibleo, pare che la riunione non abbia fatto altro che contribuire a consolidare l’idea che si stia giocando una partita tutta politica per nulla volta a risolvere l’emergenza.

Facendo un paragone che va considerato in base alle dovute proporzioni, l’associazione ambientalista parla della situazione di Ragusa  come di quella dell’Aquila post terremoto in cui, l’annuncio è stato fatto in piena campagna elettorale, è in arrivo un milione di euro da spendere. Qualcuno si starà già sfregando le mani e coloro i quali hanno, in tutto od in parte, la responsabilità politica di questo disastro si ergono adesso a campioni di una soluzione che Legambiente giudica quella più dispendiosa, banale e rischiosa: non è raccomandabile infatti aprire nuovi pozzi e quindi sfruttare una falda acquifera già duramente penalizzata.

Il Commissario Rizza si è trovata senza dubbio a gestire una situazione non facile su cui già qualcuno prima di lei aveva messo mano ma i suoi atteggiamenti alle istanze avanzate dall’associazione non hanno fatto altro che contribuire ad alimentare dubbi precedentemente sorti: più di un mese fa Legambiente aveva proposto una seduta del consiglio comunale aperto in quanto occasione di confronto tra amministrazione, tecnici, enti e città, come luogo privilegiato di dibattito per avviare una nuova stagione nella gestione idrica, nei fatti fino al momento privatistica (nel senso che viene considerata proprietà privata del Sindaco o Assessore o dirigente di turno) ed omertosa. Ma a tale richiesta sono seguite scuse, rimandi, ogni occasione era buona per dilatare e rinviare la decisione fino alla risposta ufficiale, inviata circa trenta giorni dopo la richiesta, in cui si nega tale consiglio in quanto “la problematica sollecitata riguarda attività sottoposte ad indagine da parte della locale Procura della Repubblica”.

Grande è stata la difficoltà in cui si è trovata Margherita Rizzo nell’apprendere che la Procura di Ragusa, specificamente consultata da Legambiente, si è mostrata poco o per niente preoccupata da tale Consiglio Comunale: è apparso quindi evidente che, dietro le motivazioni formali, ve ne siano altre sostanziali, e cioè che non si vuole che qualcuno si faccia la campagna elettorale sull’acqua e tramite il consiglio comunale aperto. Un problema che evidentemente diventa sempre più ‘sostanzioso’ visto che il voto si avvicina, e quindi il Consiglio Comunale, grazie alla tattica dilatoria del comune, si svolgerebbe ormai ad un mese e mezzo dalle elezioni.

Legambiente è arrivata dunque alla conclusione che ci si preoccupa più di mantenere o di non urtare certi equilibri politici, non si sa se per convinzioni personali, per riflesso condizionato o per pressioni non evitabili dall’alto, che di ‘aprire’ ad una gestione dell’acqua trasparente e partecipata.

Altrettanta tattica dilatoria e poco collaborativa è stata mostrata nel rispondere alle richieste di dati, documenti ed informazioni: una richiesta ragionevole ed importante in quanto l’associazione ambientalista basa le proprie convinzioni, proposte ed (eventuali) critiche su dati concreti ma il Commissario non sembra pensarla così poiché la sua reazione a tale richiesta è stata estremo fastidio, sia per il reclamo dei documenti dell’esperto, sia per quella dei dati analitici i quali secondo Legambiente dovrebbero essere messi a disposizione in tempo reale a tutta la cittadinanza, ed anche per questo è stata avanzata una proposta.

Il punto di minima collaborazione  si è toccato però quando è stata chiesta una copia del carteggio tra Comune e Regione riguardo la richiesta di finanziamento di nuovi pozzi: Legambiente dovrebbe, in una situazione di emergenza, andare per vie strettamente formali, e l’Amministrazione si riserverebbe se e quando fornire i documenti ovvero, quando ormai le decisioni saranno prese e il Commissario se ne sarà tornato a Palermo, avendo messo i bastoni fra le ruote a Legambiente: un fatto che secondo l’associazione può senza dubbio essere visto come gradito per chi la vede come il fumo negli occhi.

“Ci chiediamo dunque – dicono i portavoce di Legambiente – che cosa ci sarà mai da nascondere. Quando ancora dovremo sopportare una tale gestione della cosa pubblica? C’è davvero di che disperarsi. A meno che non ci sia una ‘rivolta di massa’ della cittadinanza contro una simile gestione del Potere: ma c’è da aspettarselo da una comunità che si è fatta in questi anni così facilmente abbagliare da rotatorie, parcheggi e quant’altro? Auspichiamo che la crisi idrica porti ad un cambiamento di mentalità radicale nella popolazione. Legambiente, come sempre, continuerà ad impegnarsi per questo.”

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