IN TERRA SANTA PER UN PELLEGRINAGGIO DI GIUSTIZIA

Un percorso lontano dai riflettori del turismo da cartolina, ma battuto solo da chi ha voglia di conoscere e approfondire   i luoghi, teatro di un’annosa questione storica, quella arabo- israeliana, per la quale le possibili soluzioni non sono ancora fatto concreto, ma solo ipotizzabile. 

Un pellegrinaggio di giustizia, organizzato dall’associazione Pax Cristi, intrapreso in Palestina, che ha il sapore di un itinerario antropologico a tutto campo, documentato con filmati e testimonianze di chi vive una realtà che ha costantemente urgenza di essere raccontata. Protagonisti, Viviana Rizza,un’insegnante ragusana che ormai da molti anni si occupa di intercultura e Piero Nardini, romano. Abituati, entrambi, a viaggi in terre difficili, hanno voluto partecipare questa loro esperienza venerdi scorso, alla scuola media Vann’antò a Ragusa, in un incontro dove alle immagini è poi seguito un vivace dibattito di confronto. 

“ Abbiamo visto una Palestina in chiave diversa- afferma Viviana Rizza- è possibile guardare con occhio critico, senza sentirsi antiebraici. Abbiamo pernottato presso le famiglie dei palestinesi, toccando con mano la drammaticità di una condizione di vita assolutamente difficile. Molti i posti visitati, tra cui la città di Hebron, sede della tomba dei patriarchi, oggi un luogo praticamente senza vita, in quanto presidiato costantemente dai coloni”. 

Citiamo solo qualche dato. In Cisgiordania, su due milioni e cinquecento mila abitanti, ottocentoquarantotto mila sono rifugiati palestinesi; nella striscia di Gaza, il numero supera il milione e mezzo, mentre in Libano arrivano quasi a cinquecentomila.  

Ma, al di là delle cifre, ciò che colpisce è la domanda di Paola, una bambina di soli sette anni, che avendo assistito al video, con l’irruenza dell’innocenza, chiede cosa significhi quel muro così alto che divide una città in due parti. Sarebbe bello, potere dare, ogni tanto, alle generazioni che crescono, delle valide risposte. 

 

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