IL VINO NEL PAESE DEL SOL LEVANTE

Il Giappone è uno dei paesi che maggiormente acquistano vino. La popolazione di questo lontano paese è effettivamente molto appassionata a questa antica bevanda e, forse sorprenderà, il consumatore giapponese ha una cultura in materia di vino superiore al consumatore medio italiano. Il motivo è molto semplice. In Giappone il vino viene percepito, anche a causa dei prezzi, come un prodotto di lusso, per cui il suo acquisto e consumo richiede una buona conoscenza di base.

Inevitabilmente questa grande passione ha portato a una serie di tentativi di produrre vino locale. Nonostante la latitudine nipponica sia più o meno la stessa del Mediterraneo, il clima colà risente di molti altri fattori, tra cui le piogge, che rendono difficile la produzione di vini oltre la soglia dell’accettabile.

Queste piogge, oltre a essere nettamente il doppio di quelle delle zone più nordiche dove si pratica la viticoltura in Europa, sono anche presenti in quantitativi abbondanti anche durante la vendemmia.

Il territorio giapponese conta anche una limitata presenza di colline, che complicano le operazioni di viticoltura, ma non la rendono impossibile. Le caratteristiche del terreno alluvionale, ma scarsamente drenabile, rendono praticamente impossibile coltivare uva da destinare a un vino quanto meno accettabile.

Queste condizioni pedoclimatiche hanno impedito in passato lo sviluppo della vinificazione dell’uva, ma non la presenza di questa. Infatti, già nell’ VIII secolo d.C. la viticoltura era diffusa nel paese, anche se destinata a produrre solo uva da tavola.

Nonostante ciò, il Giappone è il paese dell’estremo Oriente con la più antica storia nel campo della viticoltura: oltre i 180 anni. Il vero impulso però si ebbe nel dopoguerra, quando il Giappone, costretto a uscire dall’isolamento, strinse maggiori legami con l’Occidente.

Date le particolari condizioni climatiche, per la coltivazione i produttori giapponesi preferiscono le varietà di uva americana, che possiedono una buccia più spessa e quindi più resistente all’umidità e alle piogge, nonostante il gusto del paese sia nettamente virato verso le uve francesi.

La produzione quindi resta molto limitata e di poco interesse. Questa è certamente una fortuna per l’Italia, soprattutto in un momento di crisi come questo, poiché il paese del sol levante resta ancora uno degli importatori di vino italiano più importanti in assoluto.

(Giuseppe Manenti)

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