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Il ragazzo che dipinge con le mani: Lorenzo Vecchietti in mostra a Siracusa
23 Lug 2019 08:56
Dipinge con le dita e le mani, di getto e d’istinto, per esprimere il suo sentire interiore. I pennelli, quando li utilizza, li incolla sulla tela. Sentimenti, emozioni e stati d’animo esplodono nei quadri sprigionando energia e colore, qua e là punteggiati da simboli ricorrenti. Il risultato colpisce e affascina per la segreta armonia di contrasti e la sovrabbondanza di senso che spiazza l’osservatore.
Stiamo parlando di Lorenzo Vecchietti, l’artista ossolano le cui opere saranno esposte fino al 31 luglio alla PoliEgo Design & Art Gallery di via della Giudecca 79 a Ortigia.
“Introspezioni”, questo il titolo della mostra inaugurata lo scorso 29 giugno a cura del gallerista Marco Pettinari e del critico d’arte Egidio Maria Eleuteri, ha fatto conoscere al pubblico siracusano e siciliano un giovane artista di cui probabilmente, in futuro, si sentirà molto parlare.
Lorenzo Vecchietti, ventitré anni, vive a Masera e ha lo studio a Domodossola. Approdato alla pittura da autodidatta, dopo gli studi liceali, ha approfondito la sua formazione, avvicinandosi nel contempo all’arte terapia. «Parto sempre da sfondi preparati con bombolette spray – spiega l’artista – Poi il resto lo realizzo lanciando il colore dal tubetto o con le mani. Non utilizzo pennelli, faccio tutto con le mani. Quando li utilizzo è perché li incollo. Li sporco un po’ per renderli più vissuti e li incollo».
La sua pittura è gesto, movimento, spontaneità, macchie di colore, ma anche capacità di riflettere sui misteri della nostra mente. «Poiché per me l’arte è terapia, è quasi più importante il processo lavorativo che il risultato finito. A volte, davanti al quadro finito, mi dico: “Non è questo che immaginavo di fare, però è giusto che sia venuto così. Vuol dire che ho utilizzato più l’inconscio e meno la parte conscia che ti porta a fare il ritratto preciso, a rappresentare la natura, la realtà così com’è”».
Nei suoi quadri c’è l’invito a spingersi oltre la superficie del reale per coglierne l’irriducibile complessità, scardinando la tendenza alle semplificazioni manichee. Non a caso i simboli – occhi, spirali, alberi, mani – che ricorrono nei suoi quadri non esauriscono in sé il loro significato, ma sono “codici aperti” che si arricchiscono continuamente di senso attraverso le interpretazioni degli osservatori.
Ci sarà tempo fino al 31 luglio per visitare la mostra, che osserverà i seguenti orari: tutti i giorni, escluso il martedì, dalle ore 11 alle 14 e dalle 17 alle 22.
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