Il Questore di Ragusa: un cittadino “inter pares” con la cultura della prevenzione. La nostra intervista

A quattr’occhi con… il questore. Sicurezza e prevenzione: ascolto e collaborazione le carte vincenti

Individuazione delle aree a rischio, controllo del territorio, prevenzione e repressione: potrebbero definirsi i punti cardine dell’azione di polizia. Sin dal suo insediamento, il questore di Ragusa, Vincenzo Trombadore, ha puntato molto sull’ordine pubblico e sul decoro nell’ottica di una responsabilità condivisa del bene comune, di una sicurezza partecipata; si è posto da “cittadino inter pares”. Un progetto che ha in sé indubbiamente delle fasi a breve termine e delle altre i cui risultati probabilmente saranno apprezzabili a medio termine. Incidere sui comportamenti scorretti delle persone adulte da un lato, e educare alla legalità i giovani dall’altro per arrivare alla radice di molti problemi dei problemi: la cultura, anzi, la cultura della legalità. Ragusaoggi lo ha intervistato.

Signor Questore: La cultura della prevenzione innanzitutto

“La cultura della prevenzione, è una attività programmata e sistematica – risponde il questore – , in cui viene posta massima attenzione, da tutte le istituzioni che collaborano alla sicurezza dei territori, dalla prefettura, ai carabinieri, alla guardia di finanza,  fino alla polizia locale. Ed è un processo in fieri, si definisce tecnicamente con l’espressione ‘feed-forward’ che potrebbe essere tradotto nell’agire e guardare avanti. La prospettiva è importante tanto quanto l’ottenimento del risultato che è la sicurezza dei cittadini. E solo dalla grande collaborazione, che deriva appunto dall’obiettivo comune, che si possono ottenere risultati. Sta quindi anche nella nostra capacità organizzativa mettere a sistema le nostre risorse umane e tecniche. Da autorità provinciale di pubblica sicurezza devo dire che non c’è un colore di divisa ma un grande lavoro comune”.

Sin dal suo insediamento, lei ha puntato molto sul dialogo. Dal ‘semplice’ cittadino alle associazioni di categoria, ascolto, condivisione di obiettivi e intervento. Ad esempio sui locali della movida: prima la condivisione delle regole ‘base’ a cui attenersi, poi i controlli. 

“Credo di potere dire che chiunque si sia rivolto a noi, ed è veramente un ‘noi’ collettivo, abbia trovato ascolto e risposta. Pensiamo per esempio alla individuazione delle aree a rischio, alle zone sensibili. Ecco, non c’è solo l’esperienza degli operatori ma c’è anche la condivisione dei cittadini con le forze ordine. Più siamo inseriti nei contesti e nelle richieste, più ci possiamo definire polizia di prossimità e più ancora possiamo essere efficaci. La richiesta di sicurezza è la ricerca di benessere. In un certo senso, se guardassimo alla società come ad una grande azienda, avremmo la consapevolezza maggiore che ognuno deve fare la sua parte. Insomma, non basta lamentarsi, puntare il dito. Se invece, ad esempio, di riprendere con lo smartphone una situazione di pericolo o di rischio, chi vi assiste chiamasse il 112, numero unico di emergenza o attraverso l’applicazione ‘youpol’ segnalasse in tempo reale quanto accade, anche in forma anonima, non si perderebbe tempo prezioso. La sicurezza pubblica è importante che si alimenti dal basso; individuare il problema per qualificare attività e intervento”. 

Riscontro immediato e proiezione delle attività da porre sul campo 

“Molti cittadini sulla percezione della sicurezza, ci hanno dato riscontri anche in termini di segnalazioni. E’il ‘feed back’ che ci aiuta a calibrare appunto il ‘feed forward’. Quando ci si sente partecipi nella dinamica di sicurezza, si condivide la responsabilità non solo del bene comune, ma anche del benessere condiviso. Ecco, dobbiamo continuare con attenzione ma anche caparbietà professionale ad essere presenti nel tessuto sociale, cittadini tra cittadini, come sempre ricordo”. 

Sindaci e polizia locale, il primo avamposto sui territori

“Abbiamo un canale diretto con i sindaci e le polizie locali, perché normativamente e di fatto devono sentirsi, e lo sono, parte integrante del sistema sicurezza. Nei comitati per l’ordine e sicurezza pubblica, riunioni che si svolgono con il coordinamento della Prefettura, è sempre prevista la presenza del sindaco della città quando si tocca una criticità che riguarda il suo territorio e ai sindaci viene richiesta partecipazione attiva e fattiva. La polizia locale che ricordo ha agenti di pubblica sicurezza a tutti gli effetti, condivide anche turni di vigilanza sul territorio. L’ordinanza di servizio del questore comprende anche l’attività delle forze di polizia dell’amministrazione comunale nell’ottica di collaborazione reciproca e di intervento a sostegno della collettività e i tavoli tecnici in questura sono la messa in campo dei servizi, la strategia operativa che deriva anche dai confronti dei comitati ordine e sicurezza. La sicurezza dei territori sta anche nella responsabile partecipazione della polizia locale”. 

Scuola, social, strada, dipendenze: state facendo grande opera di sensibilizzazione nelle scuole

“Ai ragazzi serve esempio e cultura. Devono avere due riferimenti prima di tutto: sono i genitori e gli insegnanti. Quando andiamo nelle scuole, ed è una attività costante a cui tengo moltissimo, cerchiamo, anche con il supporto delle nostre risorse umane specializzate, di diffondere responsabilità, facendo conoscere ai ragazzi i rischi e le devianze di comportamenti scorretti. Riconoscere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, anche nella consapevolezza delle conseguenze, spesso li aiuta ad aprirsi, a chiedere aiuto, a trovare un canale per comunicare una situazione di disagio. Questo intendo per diffusione della cultura della legalità. Rispettare le regole significa vivere tutti meglio. I controlli nei locali frequentati anche dai ragazzi, non sono solo a difesa di chi opera seguendo le regole ma è un atto di grande attenzione nei confronti proprio dei ragazzi. Nel corso dei controlli c’erano dei minori in aree non consone, qualche locale era frequentato da soggetti con pregiudizi penali, abbiamo sospeso delle licenze, atto che per noi ha il valore di un forte ammonimento, il formale richiamo ad attenersi alle regole sempre nell’ottica del benessere, e della sicurezza, collettivo”. 

Una parte visibile e un’altra che non si vede ma che è fondamentale: l’investigazione.

“Ci sono delle esigenze immediate di intervento, e poi ci sono anche quelle attività che necessitano di ulteriore approfondimento investigativo e che vanno di pari passo. Su questo però non posso dire naturalmente nulla. Per concludere, siamo sul territorio con consapevolezza e grande attenzione. Diamo risposte concrete – abbiamo individuato immediatamente chi si è reso protagonista di atti di vandalismo o violenza, l’ultimo quello di venerdì sera in piazza del Popolo a Vittoria – vengono emessi provvedimenti per allontanare i delinquenti dai luoghi in cui mettono in atto le loro scorribande, mi riferisco ad esempio ai ‘DACUR’, c’è un costante confronto con associazioni e cittadini, stiamo controllando i cittadini stranieri per garantire anche in questo caso il rispetto delle regole in vigore nel nostro Paese. Noi tutti ci siamo, devono esserci sempre più cittadini al nostro fianco perché il bene comune è di tutti”.

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