IL PRIMO VIAGGIO DI MOZART IN ITALIA -PRIMA PARTE-

 

Da Salisburgo, sua città natale, parte nel 1769, Wolfgang Amadeus Mozart, bambino prodigio della musica del tempo. Ha solo tredici anni ed è accompagnato dal padre Leopold. Affronta il suo primo viaggio in Italia, nonostante “le molte fatiche e seccature” di cui il padre è cosciente – e che registra nel suo diario di viaggio. Portano con loro varie lettere di presentazioni e una somma di denari di 120 ducati, regalo del principe-vescovo di Schrattenbach, alle cui dipendenze è Leopold Mozart.

Per loro, il viaggio in Italia è il sogno, il luogo di sole, la sede di palazzi e ville principesche, d’immensi giardini e fontane, grandi feste, paesaggi indimenticabili, dei luoghi santi, e culla dell’arte, della musica, della storia, di architetture, e di siti e resti archeologici…

Leopold Mozart porta il figlio in Italia per farlo conoscere, introdurlo nell’ambiente artistico musicale italiano, e a esibirsi in concerti presso nobili e religiosi altolocati.

Il viaggio, programmato sin dall’autunno, inizia il 13 dicembre da Salzburg. Alla prima tappa, all’imbocco dell’antica strada tirolese, mangiano in una locanda, tra “una puzza terribile, bevendo alcuni sorsi di birra…”. A sera arrivano a Lofer, ospitati “in una bella stanza, con un buon letto”. Lungo il percorso trovano “sorprendentemente tanta neve” e il ragazzo scrive alla madre di “essere totalmente incantato per il piacere del viaggio e per il calduccio nella carrozza”. Alla sorella, scrive in italiano, trattando in modo spiritoso e originale gli argomenti -particolare quest’ultimo che lo caratterizzerà sempre- con l’uso di un vocabolario a volte fantasioso e inventato, a volte sconcio. Sostano poi a Swarz, storica città di miniere e oreficerie dell’argento, dove hanno modo di parlare del “popolino miserando, devoto alla religione, fedele ai padroni” che “vive in case coloniche e stalle malridotte rispetto ad altri paesi”. Tocca poi a Innsbruck, dove alloggiano presso l’oste che è anche stimato sindaco della città. Qui il giovane Mozart tiene il suo primo concerto, “senza prepararsi, a prima vista”, con gradimento dei notabili della cittadina e un articolo del giornale di Innsbruck che lo loda per le “sue doti eccezionali”. Il giorno seguente sono a Steinbach am Brenner, che è anche stazione di posta, dove i due pernottano. Raggiungono in seguito Sterzing -Vipiteno- a sud del massiccio alpino del Brennero, per fermarsi a Brixen -Bressanone-. Alloggiano in una locanda sotto i portici, poco distante dalla sede vescovile. Proseguono per Campodazzo e Bolzano. La città ricca di piante e fiori, già nota per fiere di commercianti tedeschi e lombardi, è, per chi viene dal Nord, una prima idea della mitezza del clima italiano. W. A. Mozart annota nel suo diario: “…la valle di Bolzano nello sfolgorio del sole”e “l’aria dolce e tiepida della conca tra i monti tirolesi e circondata da pendii coltivati fino ad una notevole altezza”. Da Bolzano ad Egna, e la vigilia di Natale sono in viaggio per Trento. La sera sono a Rovereto. Leopold Mozart scrive di Rovereto che “il luogo non è molto grandela gente è laboriosa e vive di commercio della seta e coltivazione della vite…gente cortese coi forestieri…molte case padronali…”.  Il giorno di Natale, dopo un banchetto di gala, hanno incontri importanti col decano e canonico di Villalagarina, il barone borgomastro della città li ospita a casa sua per un concerto. Il giorno successivo W. A. Mozart suona l’organo della chiesa di S. Marco e una grande folla accorre per ascoltarlo. Il 27 di dicembre arrivano a Verona. Nei territori della Repubblica Veneziana si fermano due settimane. Qui i Mozart prendono contatto con nobiltà, borghesia e clero locali; apprezzano i paesaggi veneti con viali di cipressi, statue, grotte decorate a mosaico, fontane nei giardini dei palazzi; assistono a un’opera in tre atti, tutti in maschera, fra lazzi e scherzi, poiché è periodo di Carnevale. E qui toccherà ad Amadeus tenere il suo primo concerto ufficiale, presso l’Accademia Filarmonica. Nei giorni successivi il ragazzo sarà ritratto in frac rosso -proprio dei Maestri di Cappella- seduto al clavicembalo. Si dirigono poi a Mantova, che la loro guida descrive “in un lago palude, formato dal fiume Mincio che attraversa la città ben fortificata con il Castello dei Gonzaga e la sua Università”.

Nel suo personale diario il giovane Mozart riporta sempre e commenta anche la qualità o meno dei cantanti e degli spettacoli visti cui lui ha assistito Il padre talvolta si lamenta del loro “continuo vestirsi e rivestirsi… stanze non riscaldate e chiuse da chiavistelli, come prigioni”. Qui Amadeus W. M. suona nella Sala della Reale Accademia di Scienze, lettere e arti “Nulla di più bello in vita mia…quantità della gente accorsa, ovazioni, ammirazione” scrive Leopold M. alla moglie. Nell’ultima settimana di gennaio i due Mozart arrivano a Milano alloggiati “molto bene” nel Convento degli Agostiniani in S. Marco. Qui il piccolo genio compone un’aria per tenore; assiste alle prove generali di un’opera “molto buona” e a diverse rappresentazioni.

Milano è già qualcosa di particolare -unico- per le feste, pranzi, novità “in pompa e magnificenza, in modo che i viaggiatori ne facciano testimonianza”. A. W. Mozart è scritturato per il 1770-71 al teatro Regio di Milano: 100 ducati d’oro e alloggio. Quindi, vanno a Lodi, Parma, Piacenza -dove pare che i Mozart non gradiscano particolarmente le ore tarde di esecuzione del concerto.

Proseguiranno poi per Bologna Parma Firenze Roma e Napoli…(continua)

                                                                                                                    

 

 

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