Il premio Ercole di Modica al regista Sironi per chiudere il Forte Libro Festival

Con la premiazione dell’Ercole di Modica ad Alberto Sironi all’Auditorium “Pietro Floridia”, premio consegnato da Marco Sammito, è calato il sipario sulla seconda edizione di Forte Libro Festival che nel corso della giornata aveva dedicato quest’ultima sessione di presentazione alla conversazione di scrittrici di formazione e provenienza diverse.
Nella sessione mattutina Rosalba Perrotta con il suo “L’Uroboro di Corallo” ha dialogato con Gloriana Orlando stuzzicata dalle domande sui tanti personaggi che popolano il romanzo.
Può un’eredità imprevista cambiarti la vita, anche se non sei più giovanissima e non ti aspetti più nulla dal mondo? Sì, se l’eredità è una spilla di corallo a forma di uroboro. Di un suo supposto potere magico è convinta Anastasia, una donna all’antica, insicura e piena di remore, che vive l’abbandono del marito come una colpa e ha congelato la propria esistenza nell’attesa di un suo improbabile ritorno. Intorno ad Anastasia un mondo di personaggi vivi e reali: tra questi l’inquietante cavalier Santospirito con le sue rocambolesche manovre per impossessarsi del magico uruboro. Ma specialmente Igor, il primo amore di Anastasia, che potrebbe tornare dalla Guadalupa e rimettere tutto in discussione..
Delicato sino al confine con la leggerezza il quinto romanzo di Tea Ranno “Sentimi” intervistata dalla giornalista televisiva Chiara Scucces; romanzo che è diventato alla sua uscita un caso letterario.
Durante una notte surreale, e nello stesso tempo fin troppo reale, una donna, una scrittrice, tornata nel paese siciliano dove è nata, ascolta decine di voci che giungono da un altrove indistinto, che si fanno strada in una nebbia strana, inquietante. Sono voci di donne morte, che vogliono, devono, raccontare le loro storie perché la scrittrice le trascini fuori dall’oblio al quale sono destinate. Sono storie quasi sempre dolorose, a volte tragiche, che hanno una caratteristica in comune: l’umanità delle protagoniste, la loro complessità emotiva e intellettuale, i loro sentimenti, le loro vite vere, insomma, tutto viene sempre e inesorabilmente annullato nella dicotomia maschile della donna «santa o buttana. Dal dialogo tra la scrittrice e la giornalista esce un quadro tra realtà e finzione laddove, l’agilità della scrittura, non da un taglio netto tra dove finisce la prima e inizia l’altra.
C’è tutto. Nella storia di Besnik c’è il coraggio, c’è la forza, c’è l’amore e la follia, c’è il caldo rimpianto per quel che poteva essere e non è stato. C’è il successo e la gioia per quel che oggi è diventato. Questo il senso dell’incipit di “A mani nude” di Lucia Andreano presentata dalla giornalista Franca Antoci.
Dal dialogo nasce la scoperta di una trama di una storia singolare: dalle campagne del sud dell’Albania, dove Bes nasce quarantotto anni fa, alle cime delle Alpi albanesi dove viene inviato durante la guerra tra Serbi e Croati, e poi le campagne cretesi dove raccoglie l’uva sultanina e fa l’artigiano nelle botteghe, fino ad arrivare da clandestino sulle coste del sud Italia e in Sicilia, a Caltagirone. Un cammino lungo e doloroso, fatto di rinunce e umiliazioni, di false identità e mortificazioni, pieno di solitudine, di silenzio e di notti interminabili. Una scelta dettata dalla voglia di libertà e dalla passione per l’arte, dalla forza di non piegarsi ad una vita che non sentiva sua. Sensibilità, leggerezza, senso di un’umanità mai smarrita il ricamodi un personaggio che ha riscattato un passato di sofferenze.
Sul palco dell’Auditorium “Pietro Floridia” infine il cinema con le sue fantasmagoriche luci della ribalta che si accendono “ Per ogni persona incontrata” di Francesca De Sapio, già compagna di Al Pacino e docente all’Actor’s studio di New York j la più prestigiosa scuola al mondo per attori e attrici.
Peppe Pitrolo, che ha conversato con lei, ha saputo ritagliare in un percorso maieutico gli aspetti più nascosti dell’arte del cinema che al di là dei protagonismi rimane, attore dopo attore, una scienza esatta. Il libro è un racconto di memorie che attraverso i protagonisti americani narra il cinema con un’angolatura che non abbiamo mai visto.
La serata si è conclusa piacevolmente con il dialogo tra Sarah Zappulla Muscarà e il regista Alberto Sironi sul senso della fiction “Commissario Montalbano”. Un film di parole e di narrazione sul set, sulla scelta degli attori, sui luoghi, sulle musiche, sui retroscena avvolte strani e straordinari con Andrea Camilleri sempre presente nel tracciare la via di una sceneggiatura che a volte è il frutto di dispute lunghissime per le soluzioni da assumere. Un racconto quello di Sironi da dietro le quinte per una serie che ha fatto la fortuna del Sud Est ibleo con l’incomparabile la bellezza dei paesaggi e dei luoghi da set.
Affollata, infine, la sala del libro nel villaggio dedicato all’isola dei libri e all’isola dei ragazzi. Sei i romanzi presentati nell’ultimo giorno del Festival che ha fatto riscontrare i favori del pubblico attratto da giovani e poco noti autori che raccontano storie che hanno attinenza con i luoghi di nascita. Nell’isola dei Ragazzi puntata sul Santo del giorno, ovvero San Giorgio, con laboratori di scrittura e di lettura.

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