IL PARCO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE: PRESTO SITO UNESCO?

Eccoci quindi a Selinunte poco distante da Mazara del Vallo che abbiamo visitato la settimana scorsa.

Antichissima città Selinunte, fondata nel 650 a. C. dagli abitanti di Megara Hyblea, ebbe nel suo periodo di massimo splendore un centro abitativo che poteva contare ben 100.000 abitanti, fino alla sua completa distruzione da parte dei Cartaginesi.

La storia della città di Selinunte è breve: circa 240 anni dopo la sua fondazione fu infatti distrutta e mai più ricostruita, eccetto per il breve periodo durante il quale Ermocrate utilizzò l’acropoli come suo quartier generale. Dal 250 a. C. in poi non fu mai più abitata.

L’odierno parco archeologico si presenta come una vasta area di ben 40 ettari, con i resti dei  monumenti disposti su due colline.

L’ingresso al parco ci mette di fronte ai templi della collina orientale, con lo splendido tempio E detto anche Tempio di Hera (che fu ricostruito tra il 1956 e il 1959) che svetta regalandoci una vista mozzafiato.

Più accanto, altri due templi: il tempio F e il tempio G: quest’ultimo è il più grande di Selinunte e tra i più grandi del mondo greco, basti pensare che la sua costruzione ebbe inizio nel 530 a. C. e nel 409 a. C. quando Selinunte cadde, non era ancora ultimato.

Se completato sarebbe stato più grande del Partenone di Atene!

La visita al parco archeologico continua e riserva ancora tante meraviglie,

dopo aver attraversato un piccolo boschetto ci  ritroviamo ai piedi delle mura dell’acropoli (quelle che vediamo oggi sono quelle volute da Ermocrate durante la ricostruzione).

Al termine della salita, obbligatoria per accedere all’area sacra agli Dei, ci si ritrova in una sorta di Pompei greca: un’acropoli splendidamente conservata anche se gli elevati sono tutti crollati in seguito ad attacchi alla città o dopo terremoti, ma con le basi degli edifici e i loro perimetri ancora nettamente delimitati.

Passeggiare per i viali di questa splendida acropoli dà l’impressione di immergersi in un’antica città e con un po’ di immaginazione sembra quasi di vedere tutti questi splendidi templi ancora in piedi intorno a noi.

Ovviamente ci sono delle pecche: ricordate il boschetto che abbiamo attraversato per giungere all’acropoli?

 

L’idea avuta per favorire l’afflusso dei turisti è stata di allestirlo con tavoli da pic-nic, mai errore più grande! La zona è piena di spazzatura sia intorno ai tavoli sia nel piccolo torrente nelle vicinanze, il tutto potrebbe essere evitato o perlomeno frenato da una presenza costante di uno o due custodi.

Ottima invece l’idea di inserire una mappa dell’acropoli proprio di fronte alle strutture, peccato per l’albero che ne impedisce la visuale(!?!).

Piccoli problemi che però possono essere facilmente risolti con minime modifiche.

Io personalmente fornirei una mappa all’ingresso del parco archeologico affinché il turista possa sapere cosa si trova di fronte per capire al meglio come erano costruite queste splendide aree sacre.

Uno splendido parco archeologico dunque che offre una visita lunga ma mai tediosa, con la possibilità di girovagare per le antiche vie della acropoli indisturbati.

Consiglio vivamente di visitare anche le vicine Cave di Cusa  dalle quali furono estratti i blocchi di pietra calcarea utilizzati per la costruzione dei templi e dell’acropoli.

Visita consigliata per passare una splendida giornata in mezzo all’arte greca.

Una chicca che migliorata ancora può diventare uno dei parchi archeologici più belli d’Italia. A breve si spera che venga inserita nella lista dell’UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità.

Continua…

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