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IL DISASTRO ECONOMICO-FINANZIARIO E L’ESECUTIVO CHE NON C’È
03 Giu 2011 07:00
Il disastro finanziario ed economico del comune di Comiso affiora in tutta la sua gravità dall’analisi di provvedimenti, atti e documenti amministrativi di evidenza più o meno pubblica, malgrado l’indifferenza/incoscienza ostentata dagli amministratori. L’Ente, a quanto pare, ha difficoltà nel pagare mensilmente gli stipendi ai propri dipendenti. Ha dovuto chiedere (delibera di Giunta n. 43 del 16-02-2011) un’ulteriore anticipazione di un milione di Euro alla Banca Agricola per far fronte a questo improcrastinabile impegno, portando, in tal modo, l’ammontare complessivo del debito attinente le anticipazioni di cassa da 4,6 a 5,6 milioni di Euro.
Per retribuire mensilmente i dipendenti si attende con trepidazione che Stato e/o Regione accreditino i trasferimenti o che i contribuenti rimpinguino adeguatamente le casse comunali. Gli impegni di un Comune, però, non riguardano solo il pagamento degli stipendi ai propri dipendenti; non pochi importanti servizi (raccolta e smaltimento rifiuti, depurazione reflui, assistenza agli anziani, etc.) vengono svolti da ditte esterne che mensilmente, come da contratto, vanno pagate. Né è possibile pretendere sistematicamente, anche da queste, anticipazioni per assicurare continuità nell’erogazione del servizio e far fronte alle spese di gestione, compresa quella per il personale.
L’ammontare del debito del Comune nei confronti di fornitori di beni e servizi (istituti di credito esclusi) si può, in parte, desumere da un elenco di circa millesettecento determine da liquidare, per un debito complessivo che si aggira sui 15 milioni di euro. Non esiste, però, un provvedimento amministrativo che regolamenti, data la mole enorme degli impegni assunti e non pagati, l’ordine con cui devono avvenire i pagamenti. Tutto è affidato alla benevolenza del Sindaco! Non a caso si registra negli ultimi tempi una maggiore insofferenza dei creditori del Comune. Le ingiunzioni di pagamento piovono quotidianamente sul tavolo del povero assessore alle finanze. L’Amministrazione Comunale risponde opponendosi e nominando legali di parte, probabilmente con la segreta speranza di rinviare nel tempo i pagamenti dovuti. Ad esempio, la Giunta ha nominato un legale per opporsi all’accertamento del danno erariale di € 558.380,60 quantificato nel corso della visita ispettiva disposta dalla Ragioneria Generale dello Stato alla fine dell’anno scorso; un altro legale è stato nominato per opporsi al decreto ingiuntivo di € 1.440.299,76 dell’ATO Ambiente S.p.A., che, essendo in liquidazione, sta tentando di recuperare i crediti vantati nei confronti dei Comuni; legali di parte del Comune sono stati nominati recentemente anche per decreti ingiuntivi relativi a somme modeste. I risultati di questa linea, per così dire, “dura” sono facilmente prevedibili: il Comune di Comiso ( cioè il cittadino-contribuente ) pagherà il debito, gli interessi maturati, le spese giudiziarie, ed il legale nominato dalla Giunta Alfano.
Né vanno sottaciuti i debiti fuori bilancio relativi a sentenze esecutive, emesse anche vari anni fa, dei quali nessuno sa niente. Il Consiglio Comunale li scopre a sorpresa, quando è chiamato, a riconoscerli ed autorizzarne il pagamento. Non parliamo degli impegni assunti nei confronti dell’ENEL, dell’ingente somma dovuta, del caos dominante nei contratti delle forniture di energia e dell’incapacità dell’Amministrazione di mettere mano, malgrado i non pochi suggerimenti e stimoli, ad un seria “mappatura” dei consumi che porti, per un verso, alla razionalizzazione dei consumi stessi, per l’altro, ad una rinegoziazione dei contratti, che, come ho avuto modo di ripetere più volte, impegnano somme notevoli, oscillanti attorno ai tre milioni di euro annue.
È appena il caso di notare che la dissennata spesa di questi ultimi anni a fronte di una situazione economica dell’Ente, non certo florida, l’immaturità ed l’incoerenza politica dimostrata da chi aveva promesso di risanare le casse comunali, hanno ulteriormente aggravato la situazione di cassa e quella economica dell’Ente, al punto tale, come si scriveva prima, da non essere in grado di pagare gli stipendi dei dipendenti comunali e ritrovarsi sommersi dai debiti.
Di queste sconsiderate scelte sono eloquenti esempi:
Oltre 250.000 Euro accantonati all’inizio del 2010 per la nomina di porta borse e staffasti. La relativa spesa, oltre 200.000 Euro, si è rivelata improduttiva e inutile, come implicitamente hanno ammesso gli stessi amministratori, Sindaco in testa, non riconfermando molti di questi incarichi per il 2011.
La nomina fra il 2009 e il 2010 di una pletora di dirigenti che non ha migliorato affatto i servizi, ma incide sulle casse comunali circa 20.000 Euro annue per ogni dirigente, oltre agli stipendi. Anche di buona parte di essi Alfano oggi pensa di poter fare a meno ammettendo implicitamente lo spreco degli anni passati.
Una media mensile di 120.000 Euro distribuiti, come ho avuto modo di provare in Consiglio, fino a tutto il 2010, sotto forma di contributi e patrocini per qualsiasi iniziativa, anche inutile, come la “sagra del gelato”, “insieme nel deserto” o “Befane” varie. Iniziative finanziate senza una preventiva verifica di qualità e opportunità. A queste ragguardevoli cifre, il cui ordine di grandezza è quello dei milioni, vanno aggiunte le spese accessorie ( personale addetto all’apertura e custodia delle strutture in concessione, usura delle stesse, consumi energetici, etc.) e le mancate entrate dell’Ente (diritto di pubblicità gratuita per le iniziative con patrocinio del Comune). Per porre un freno a questo enorme salasso l’attuale Giunta, implicitamente censurando l’operato della precedente, è stata costretta ad approvare un provvedimento eufemistico (delibera n. 30 del 02-02-2011) per regolamentare la presentazione di richieste di contributi. Nella realtà lo scopo dichiarato è quello di chiudere l’allegra stagione dei contributi a pioggia.
Le cosiddette trasferte istituzionali (autorizzate ?): viaggi in tutto il mondo (Paraguay, Spagna, Belgio, Danimarca), nelle principali città italiane (Milano, Torino, Genova, Rimini, Lucca, Abbateggio, Bologna, Viareggio, a non parlare delle frequentissime trasferte romane), gemellaggi e rappresentanze di ogni tipo che incidono sulle disastrate casse comunali per svariate centinaia di migliaia di Euro.
Toccato il fondo del barile e constatato che non c’é più niente da raschiare, la nuova Giunta ha dovuto ridurre drasticamente le spese tagliando, come si diceva prima, gli staffisti, ridimensionando il numero dei dirigenti, portando l’erogazione di contributi per iniziative goderecce dalla media consolidata di 120.000 Euro mensili ad appena 8.200 Euro nel bimestre gennaio-febbraio 2011. Cifra, quest’ultima, fortemente ridimensionata, ma pur sempre ispirata alla logica dello spreco del denaro pubblico. Si pensi, ad esempio, a 2.000 Euro stanziati come contributo straordinario per la proiezione di DVD della crociera degli anziani con cena e ballo ( delibera di Giunta n. 47 del 22-02.2011).
Non basta, però, ridimensionare certe spese per il semplice motivo che non ci sono i soldi.
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L’Amministrazione comunale vive alla giornata. Naviga a vista. I suoi Assessori sono incalzati da mille problemi. Alla gente che lamenta disfunzioni in ogni settore della vita pubblica, continuano a rispondere: “vedremo”, “valuteremo”, non senza scaricare le responsabilità di ritardi e mancati interventi su Stato e Regione ( in genere, per motivi di bottega, più sul Governo regionale che su quello centrale), che ritardano e/o riducono i trasferimenti.
Una Comunità di trentamila anime, però, non si amministra con i “vedremo” e i “valuteremo” e tanto meno standosene con le mani in mano e sperando nel miracolo di ritrovare le casse comunali piene. È necessaria una seria programmazione che, purtroppo, non c’è mai stata. Aggiungo: la programmazione è il presupposto indispensabile per mettere mano al risanamento delle casse comunali, che, a mio parere, oggi è prioritario.
Bisogna constatare, purtroppo, che l’Amministrazione Alfano ha perso una buona occasione, forse l’ultima, per imboccare, col nuovo esecutivo, la via della programmazione finalizzata al generale risanamento del Comune; ha perso una buona occasione per abbandonare l’ambigua linea politica seguita fino ad ora: sostenere a parole, ma senza convinzione, il risanamento, salvo poi a non avere il coraggio di decidere, ad abbandonarsi a promesse ingannevoli, a ripiegare sull’effimero che non produce, a difendere con arroganza posizioni palesemente contrastanti con gli interessi della Città, con le più elementari norme di convivenza politica e, spesso, con la legge.
Per la Giunta, nominata qualche mese fa da Alfano, con lo scopo dichiarato di superare “battute d’arresto” e “appannamenti”, sarebbero state opportune, per non dire necessarie:
una seria ed attenta analisi dei principali documenti contabili su cui s’incardina l’azione amministrativa, in primo luogo:
Quelli relativi alla situazione debitoria dell’Ente nei confronti di vari istituti di credito, che, solo per la quota interessi, grava annualmente sul bilancio comunale per oltre un milione di euro;
Gli atti amministrativi che, ad oggi, autorizzano un’anticipazione di cassa di 5,6 milioni di euro;
I bilanci con la loro consolidata prassi (accertata fino al 2010) di gonfiare le entrate per gabbare la legge ed spendere liberamente, in contrasto con le norme che sanciscono il carattere “autorizzatorio”, e i “limiti agli impegni di spesa” del documento di programmazione economica;
Il certificato dei parametri obbiettivi sforati nel consuntivo 2009, che hanno determinato per Comiso la condizione di Ente strutturalmente deficitario (sorvegliato speciale dello Stato);
le circa 1700 determine da liquidare, per un debito complessivo, di 15 milioni di euro;
qualche riflessione sulla mortificante “telenovela” dell’apertura dell’aeroporto (alimentata da vacui discorsi e promesse infondate), sulle conseguenti perdite, sia di fiducia (di chi sperava nella rapida apertura dello scalo per superare il momento critico) che economiche (parte delle quali in conto al Comune di Comiso, che detiene il 35% delle azioni SO.A.CO., oggi sicuramente non appetibili come lo erano qualche anno fa);
una più generale riflessione sulla continua, allarmante, perdita di “peso specifico” del nostro Comune, che non riesce a difendere servizi essenziali come Ospedale, scalo ferroviario, Condotta agraria etc.
Quanto sopra ed altro avrebbero dovuto consigliare all’ Esecutivo di avviare un discorso politico nuovo, senza pregiudizi e capri espiatori, di ampie aperture, anche verso le opposizioni, e di una programmazione condivisa tendente a “scremare” i servizi superflui, nella piena consapevolezza che quelli offerti oggi dal Comune di Comiso, pur se da tutti auspicati, sono incompatibili con le modeste entrate dell’Ente.
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I percorsi politico-amministrativi delineati da chi scrive richiedono, però, idee, progettualità, spirito di servizio verso la Città, capacità di “dare”; non ultima, grande determinazione. Presuppongono l’onestà intellettuale di ammettere i propri errori e il convincimento che l’essenza della politica non è da ricercare nella lotta chiassosa per addossare le responsabilità di ciò che non va sull’avversario; ma nell’impegno quotidiano a risolvere, appunto, ciò che non va.
Di questa nuova Giunta, però, spiace dirlo per i molti amici che la compongono, pare che nessuno si sia accorto.
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