I VINI DEL DUERO

Nonostante il grande successo dei vini catalani, vi è una parte della critica che reputa la regione della Castilla y León come la vera sorpresa spagnola. Questa regione conta soltanto nove denominazioni, molto poche se confrontata alla media italiana, ma di queste ben cinque sono tra le migliori denominazioni della Spagna.

La DO Cigales è celebre per i suoi rosati, ritenuti i migliori della penisola. La DO Bierzo, al confine con la Galicia, si è fatta conoscere per i rossi da uva mencía. I vini della DO Toro possiedono un carattere molto internazionale che gli ha resi particolarmente popolari tra gli amanti dei vini morbidi e ricchi di profumi derivati dal legno. Rueda invece si è fatta strada grazie ai suoi vini bianchi da verdejo. Ma la denominazione che più di tutte gode dell’attenzione dei critici è Ribera del Duero. La denominazione più importante di Castilla y León è riuscita in soltanto dieci anni a diventare un vero colto tra gli appassionati.

Si ipotizza che qui la vite fosse già coltivata in epoca romana, ma le prime fonti concrete che attestano la coltivazione della vite risalgono al secolo XI durante la Reconquista. Più che dai precetti coranici, è attestato infatti che nella Spagna dei mori si producesse vino sebbene in quantitativi limitati, la scomparsa della vite in questa zona si dovette al fatto che per molti decenni essa fu il confine del tutto spopolato tra la Spagna dei mori e quella cattolica. Quando Alfonso VI riuscì a stabilizzare il confine nel fiume Tajo, migliaia di contadini si trasferirono nelle zone disabitate, dove era possibile ottenere facilmente terra da lavorare. Ovviamente furono tantissimi gli ordini religiosi che vi insediarono un proprio monastero, il quale diventava di conseguenza il fulcro dell’economia agricola. Proprio da questa realtà monastica riprese vita la produzione vitivinicola.

Un passo fondamentale per i vini della Ribera del Duero va ricercato però verso la metà dell’Ottocento. Seguendo l’esempio della Rioja, anche nella Ribera del Duero qualcuno decise di ispirarsi per le tecniche della produzione del vini agli enologi di Bordeaux. Il salto qualitativo era enorme e la cantina responsabile di questa rivoluzione fu Vega Sicilia, certamente uno dei nomi più importanti in assoluto della panoramica enologica spagnola. Proprio come il Sassicaia in Toscana, anche i vini di Vega Sicilia erano classificati come vini da tavola, nonostante fosse già un’etichetta assolutamente blasonata, nonché una delle più care della Spagna.

Il terreno, neanche a dirlo, è profondamente influenzato dal corso del fiume Duero, fiume che dà vita a notevoli denominazioni. Oltre al Ribera del Duero, lungo il Duero possiamo incontrare le DO Toro e Rueda in Spagna, e le DOC Porto e Douro in Portogallo.

Ritornando alla Ribera del Duero, troviamo i vigneti coltivati a un’altitudine di circa 700 – 800 metri sul livello del mare. I terreni sono sciolti e calcarei, poveri di ferro e scarsamente fertili. Il clima è continentale, presenta scarse piogge e abbondante insolazione.

Il vitigno principale è il tempranillo, proprio come nella Rioja, ma qui chiamato tinto fino oppure tinta del país. Viste le caratteristiche del terroir, il tempranillo non avrebbe assolutamente bisogno di una spalla, ovvero di venire mischiato con un altro vitigno per raggiungere un ottimo livello. Complice però l’influenza dei vini bordolesi, non è raro imbattersi in vitigni come il merlot, il cabernet sauvignon e per giunta il malbec. Il legislatore spagnolo, ad onore del vero, ha tentato di limitare l’uso di questo vitigni bordolesi, poiché è innegabile che cambiano notevolmente il profilo del tempranillo. Va detto però che le etichette più blasonate di questa denominazione sono nella maggioranza dei casi dei tagli tra tempranillo e uve bordolesi.

Quivi è possibile imbattersi nei tintos jóvenes, caratterizzati dal colore porpora e dagli odori fruttati. In genere sono prodotti da solo tempranillo. I vini con crianza possiedono già colori più granati e odori più chiusi e serrati. Il legno è già percettibile al naso. Sono vini capaci d’invecchiare, dai cinque fino ad oltre i vent’anni, e col tempo acquistano sentori di tabacco e caffè. Dovuti rispettivamente al legno e alle lunghe ore di insolazione.

Già oggi i vini della Ribera del Duero hanno un notevole successo, che si è incrementato ultimamente con l’incredibile innalzamento delle esportazioni dei vini spagnoli. I prezzi dei vini spagnoli di fascia medio bassa sono più convenienti rispetto a quelli vini francesi e italiani. Ciò ha fatto sì che l’attenzione dei consumatori, limitata inizialmente ai soli vini economici spagnoli, con il tempo si ampliasse, accogliendo anche i vini di fascia alta, spesso più cari dei nostri.

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