I MONOLOGHI DELLA VAGINA DI EVE ENSLER

Afferma Sigmund Freud “il progresso sociale e tecnico dell’umanità ha intaccato il tabù molto meno di quanto non sia avvenuto per il totem”. Siccome nessun modo è migliore se non il parlarne per abbattere uno stupido tabù e ridimensionarlo, relegandolo a quello che è, un tabù per l’appunto, si è scelto di parlare della Vagina proprio a teatro. Lo spettacolo che verrà messo in scena il 3 gennaio al teatro Garibaldi di Modica è un modo scelto dall’AVIS di Modica per riflettere, sorridendo, con ironia, su uno degli ultimi tabù ancora rimasti in maniera traballante in piedi. Se ne è già parlato il 29 dicembre al teatro Garibaldi della Vagina e lo si è fatto alla maniera di Carlo Cartier, cioè attraverso uno spettacolo: “I monologhi della Vagina”. Un lavoro tratto da un libro della scrittrice e sceneggiatrice Eve Ensler. Uscito nel 1996 il testo è stato tradotto in trentacinque lingue. Afferma Carlo Cartier, oggi nelle vesti di regista, “per la prima volta, con orgoglio e senza eufemismi, è la vagina che prende la parola. E la sua può essere una storia seria, divertita, toccante, fantasiosa o drammatica. Un insieme di monologhi che riguardano temi differenti tra loro, ma tutti attinenti alla femminilità, la nascita ed il parto, la vita sessuale, l’aborto, la contraccezione, e purtroppo assai spesso la violenza. Negli ultimi giorni, le prime pagine dei giornali si sono tragicamente riempite di episodi di violenza inaudita ed efferata nei confronti delle donne, spesso perpetrata dagli uomini della loro vita, padri, fratelli, mariti e compagni, e questa rappresentazione mi è sembrata più che mai attuale. Lo spettacolo a cui assisteremo il 3 gennaio in replica, si è realizzato grazie all’ organizzazione dell’Avis di Modica che ha ritenuto il tema un formidabile volano per la promozione della raccolta del plasma. Ognuna delle sedici interpreti si alternerà con una o più voci in una sorta di orchestrazione della parola…ad Antonella, Carmela, Marcella, Loredana, Marisa, Cettina, Carmen, Cecilia, Elena, Maria Paola, Teresa, Elisa, Ornella, Fatima, Itria e Margherita va il mio ringraziamento per l’entusiasmo e diciamolo, per il coraggio, con cui hanno affrontato questo lavoro, rubando gli spazi delle prove alle loro professioni, al tempo libero, poco, e alle loro famiglie, tanto”. Ma perché trattare a teatro proprio un argomento che di primo acchito può sembrare ostico se non addirittura scabroso? Afferma Carmelo Avola, presidente dell’AVIS di Modica: “per presentare la campagna per il dono del plasma L’AVIS di Modica affida a questo spettacolo il coinvolgimento del mondo femminile, principale destinatario della campagna. Non potevamo non coinvolgere le donne e lo abbiamo fatto scegliendo di trattare questo argomento attraverso la lettura di interviste fatte alle donne sul sentire delle donne, con un linguaggio proprio delle donne, visto che la donazione del plasma è a misura delle donne”.    Lasciamo alle interpreti dello spettacolo la parola per raccontarci le motivazioni che le hanno spinte a far parte di questa singolare avventura posto che le nostre “attrici” di certo tutto sono fuor che attrici professioniste: “La motivazione per cui ho accettato di partecipare a questa esperienza è sicuramente egoistica, l’ho fatto per me stessa. Avevo bisogno di sentire una emozione, una tensione, legata ad una situazione piacevole e positiva; sto ancora percorrendo la strada che mi sta portando fuori dalla malattia, il cancro. Cettina Rizza,  una mamma, tecnico di anatomia patologica, ma essenzialmente sono una donna”! “Mi sono messa in gioco perché amo il sano confronto e la buona compagnia, l’AVIS di Modica mi ha dato una ottima motivazione, la sensibilizzazione alla donazione del plasma, ed ho subito accettato. Questa esperienza mi ha insegnato che c’è ancora più di un tabù, uno di questi è quello legato alla parola “vagina”. Poche parole sono cariche di così tanti significati contrastanti. Vagina vuol dire maternità, offesa, femminilità, violazione, donna, stupro, venerazione, vendita. Stranamente viene difficile a pronunciarla solo se ad essa si associano i significati che vilipendono il mondo delle donne. Ringrazio Carlo per avermi voluta nella squadra, l’AVIS di Modica per aver sostenuto l’idea e Carmela Saturnino sorella, mamma, amica e serena giocherellona”. Marcella Burderi, mamma, moglie, pubblicista.  “Ho svolto la mia professione in ambito sanitario e sono donatrice di sangue da quando avevo circa 20 anni, perciò non posso non essere consapevole di quanto sia importante spingere le donne ad essere protagoniste attive verso le pratiche della salute, propria ed altrui. Chiamata dall’AVIS per un’azione di promozione verso la donazione del plasma, non potevo che rispondere positivamente, per responsabilità, così come, in nome del medesimo senso di responsabilità, di esperienze ne ho affrontato tante, a volte dure, insolite, a volte difficili, ma alla responsabilità non so negarmi, mi interroga e mi ingaggia. Da questa posizione ho affrontato quella che per me è una novità,  l’espormi in palcoscenico. Ho cercato di superare la mia naturale riservatezza ed ho abbracciato l’imbarazzo che la problematica sfida. L’ho fatto per responsabilità e quindi con leggerezza. Consapevole che le donne pagano, ancora oggi con la vita, la libertà che faticosamente si sono conquistate”. Carmela Giannì, pubblicista.  “Ho accettato, senza riserve, la proposta fattami dall’Avis di partecipare allo spettacolo, principalmente, perché penso sia giusto dare un contributo ad una causa sociale, in questo caso la campagna informativa sulla donazione del plasma. Il teatro, come ogni forma artistica, deve essere uno strumento anche di impegno civile. In secondo luogo, mi piaceva l’idea di fare uno spettacolo corale con tante donne, tutte diverse le une dalle altre e ognuna con una propria particolarità. E’ stato un coro di voci, diverse nel timbro, nella personalità, nel carattere e nell’aspetto. E’ stata la dimostrazione che la diversità è un forza non una debolezza. E Carlo è stato un ottimo collante”. Fatima Palazzolo – Insegnante:  “L’ idea di partecipare ad uno spettacolo così particolare mi è piaciuta sin dall’ inizio perché recupera la fusione della parola con la musica che ha origini nell’ antica Grecia, concetto ripreso successivamente nel Dramma per Opera della Camerata Fiorentina. Mi sono letteralmente sentita coinvolta “anticamente” dovendo trovare le musiche per sottolineare alcuni frammenti, per spezzare i cambi di “scena”, per sdrammatizzare… ma è stata anche una sfida: convincere le persone che “I Monologhi” non è uno spettacolo per “adulti”, che non c’ era nulla di scabroso, sporco o indecente”. Joanna Pawlik musicista. “Ci siamo letteralmente commosse per aver ricevuto applausi così calorosi da parte del pubblico…
Siamo passate da momenti di puro divertimento a quelli tristi e toccanti e ne siamo uscite rafforzate. Grazie a Carlo Cartier, a Carmela e a tutto lo staff dell’AVIS per aver voluto e per aver contribuito alla realizzazione di questo magnifico spettacolo”! Le musiciste del quartetto Dammen Quartet: Ianina Iancovenco ,Elisabetta Ligresti , Alexandra Butnaru, Joanna Pawlik. “Ho fatto parte di questo giardino meraviglioso rappresentato da tutte noi, perché volevo donare ciò che sono nel mio essere semplicemente donna, attraverso parole vissute da altre ” rose “, che come me sopravviveranno al tempo segnando il più bel cammino che possa esistere la ” vita “. Adoro ciò che non conosco perché rappresenta un viaggio meraviglioso dentro il cuore, questi monologhi, questi semplici racconti hanno celebrato la forza femminile, un ritrovo interiore dove riunirsi per gioire, sperare, sognare, pieni di grazia anche nel dolore chiuso dentro una gabbia chiamata indifferenza, proprio lì dentro mi sono sentita liberamente vera”. Elisa Giglio, impiegata presso ministero della Giustizia.  “Perché i monologhi? … perché l’impegno non conosce differenze di sesso, così come l’esserci in pienezza non può non corrispondere ad un esserci nella totalità di se stessi. Lucia Trombadore, insegnante. Un invito a scatola chiusa da parte di Carlo Cartier, poi la presentazione in una riunione presso la sede dell’AVIS con quasi tutte le attuali compagne di avventura ed infine (non a caso) la rivelazione del titolo ed il mio “si accetto” immediato. Avevo letto il testo negli anni universitari e ho colto la possibilità di essere portavoce di storie al femminile in cui emerge prima di tutto la dignità delle donne e la forza di andare avanti, manifestata nei racconti di violenze, uno strumento per dire ancora una volta basta agli abusi, stupri, soprusi”. Carmen Attardi giornalista.  “Perché ho preso parte a questo progetto? Me lo chiedo solo ora, quando sono stata coinvolta ho detto di si innanzitutto al progetto AVIS, la cui importanza e validità è al di sopra di ogni cosa. Perché sono rimasta nel momento che ho scoperto di cosa si trattava? Mi rispondo solo adesso, innanzitutto perché conoscevo la professionalità di Carlo e non avevo dubbi che sarebbe riuscito a fare una cosa elegante. Poi perché ero stata scelta tra tante donne modicane e questo mi ha riempito di orgoglio e di responsabilità. Infine perché è stata una straordinaria opportunità di sperimentare me stessa”. Loredana Roccasalva, stilista.  “Grazie per avermi coinvolto. mi ha fatto piacere farlo sia per lo spettacolo in sé, sia per la causa sociale, sia perché mi ha dato la possibilità di conoscere altre persone, donne e…un uomo”. Marisa Giurdanella, esperta di scacce, pizze e arancini! “Ho partecipato con grande piacere a questo evento, ma anche con grande preoccupazione, pensavo, da “straniera” che  una cittadina siciliana non potesse accettare un testo così “rosa” e invece sono stata colpita dalla partecipazione entusiasta  delle mie compagne di viaggio e ora anche dal pubblico”. Maria Paola Vagelli, Commerciale per la PIEF Contract. “Eventi di questo spessore dovrebbero realizzarsi più spesso, credo che il teatro e l’arte in generale siano lo strumento migliore per riflettere sulla nostra condizione, sui nostri vizi e difetti. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che in questo mondo non esistiamo solo noi, e questo spettacolo è una buona occasione per guardare al di là del nostro piccolo recinto. Far parte del progetto “I monologhi della vagina” curato da Carlo Cartier per me è stato molto stimolante e parlare in maniera ironica, seriosa, delicata di questo argomento mi ha entusiasmato. Credo molto nella forza delle donne, nel loro coraggio di mettersi in gioco e ritrovarmi con altre donne, con professionalità diverse, ma unite a collaborare per la stessa causa è stata una bella esperienza. Da qui bisogna partire e dare l’esempio: se la causa è giusta è necessario mettersi insieme e costruire ed è quello che è successo a noi, sedici donne con le loro diversità hanno dato vita a un coro di voci che ha parlato la stessa lingua. Un grazie particolare a Carlo per averci condotto in questo percorso, con eleganza, delicatezza e professionalità e a Carmela Saturnino che ci ha coccolate in tutto il periodo”. Teresa Floridia insegnante.  “L’esperienza corale de “I monologhi della vagina”, mi ha regalato l’idea di una maggiore affezione alla mia fisicità; mi ha donato il piacere della condivisione di momenti, ricordi, esperienze che accomunano noi donne solo per il semplice fatto di essere tali. Mi ha fatto sentire parte di un arcipelago di isole, ognuna con la propria bellezza, ricchezza, natura, cultura. Un grazie alle mie compagne, tutte squisitamente uniche, all’Avis, generosa e affettuosa, e a Carlo Cartier che ha tirato fuori il meglio da ognuna di noi”. Itria Schembari imprenditrice.  “Ho accettato di esserci perché tutta la mia vita è stata segnata da una scelta: La Cura! Darla e prendersene. Il mio rogetto si è realizzato: Progetto ” Cura e Cultura!” Antonella Di Rosolini, medico.

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