I LIBRI PIU’ VENDUTI: RICETTE, BARZELLETTE E DIETE

Caro Direttore, nella cartella del mio pc dei files in stand by ritrovo questi appunti che avevo buttato giù a caldo dopo aver seguito la conversazione di Concita De Gregorio nell’ambito della bella “A tutto volume”. Anche se arrivo certamente in ritardo in quanto della manifestazione si è detto e scritto (meritatamente) parecchio, tuttavia le considerazioni della De Gregorio mi sembrano degne di riflessione, anche se tardiva rispetto ai tempi giornalistici.
 “Oggi ai primi tre posti della classifiche dei libri più venduti troviamo un libro di barzellette uno di ricette ed uno di diete. Quarant’anni fa, ai primi tre posti trovavamo Il giardino dei Finzi-Contini, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana e Ragazzi di vita”. In questo frase paradossale (ma nemmeno troppo), esemplificativa (i quarant’anni sono riferimento più che altro epocale e di clima culturale, in quanto il primo romanzo, di Giorgio Bassani, è del 1962, il capolavoro di Carlo Emilio Gadda fu pubblicato in volume nel 1957 mentre il romanzo di Pier Paolo Pasolini uscì nel 1955)  e provocatoria, di Concita De Gregorio, il segno dei tempi attuali. Tempi che la giornalista saggista ha tratteggiato, nel corso della sua conversazione all’interno di “A tutto volume”, prendendo spunto dal suo libro “Così è la vita. Imparare a dirsi addio”, senza lo sguardo nostalgico dei bei tempi andati ma con la lucidità di chi questo tempo lo vive appieno, alle soglie dei cinquant’anni, da giornalista con alle spalle una gavetta  che l’ha portata dagli esordi come cronista di nera nelle radio e tv locali toscane alla direzione dell’Unità, all’attuale incarico di editorialista de La Repubblica, ma anche da madre di quattro figli di varia età. con il loro corollario di esigenze ed esperienze diverse. E che, questo tempo, riesce anche a raccontarlo appassionatamente e scanzonatamente, mettendo l’accento sui tic e sui riti vacui di una modernità mal intesa, che fa dell’apparire, della bellezza  e della forma fisica, della ricerca quasi dell’eterna gioventù e dell’immortalità, il credo di intere nuove generazioni. Generazioni che invece dovrebbero prendere esempio dall’innocenza dei bambini e dalla saggia esperienza degli anziani per tornare a riflettere sulla morte, sulla malattia, sul divenire vecchi, sul riportare l’attenzione alla vita nel suo naturale evolversi e nella sua ricchezza di sfaccettature.

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