GRANDE SUCCESSO SABATO SERA AL TEATRO DONNAFUGATA DI RAGUSA IBLA

Un poeta che va anche oltre il limite del conoscibile, superando la coscienza per affermare la vita nell’inestricabile groviglio tra bene e male. L’imperfezione del genio, in tutta la sua irregolarità, in un pellegrinaggio estenuante nell’universo. Un infinito che conduce alla solitudine cercando di raccontare la verità. Giacomo Leopardi, un re senza regno, protagonista de “L’infinito Giacomo”, la prima rappresentazione teatrale con cui ieri sera, con il consueto tutto esaurito, si è aperta la nuova stagione di “Teatro d’Attore” al Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla. In scena il bravissimo Giuseppe Pambieri che ha offerto un’interpretazione impeccabile e profonda al tempo stesso. Una voce che cambia continuamente registro per raccontare, in un ideale viaggio, un Leopardi inedito, molto più umano di come ce lo hanno presentato i libri di letteratura, non lontano dai suoi piaceri terreni e per nulla disinteressato alle comuni aspirazioni di tutti. Un Giacomo vulnerabile, ansioso, riservato, schivo perfino spropositatamente goloso di dolci alla crema, cioccolata e soprattutto gelati, ma profondamente pervaso da un desiderio inesauribile di vita che si contrappone ai tanti mali di cui era affetto. Il poeta di Recanati, con lucido disincanto, affonda a piene mani nella verità e ne trae la radice del dolore. E quello che ieri sera Pambieri con un’eccezionale bravura ha proposto al pubblico è un ritratto inedito del poeta attraverso la sua opera. Una biografia romanzata, scritta e diretta da Giuseppe Argirò, presente in sala, che nasce dalle pagine dell’Epistolario e dello Zibaldone, dagli scritti filosofici e politici, dalle Operette Morali e dai Canti e che ci aiuta a costruire un ritratto singolare ed inedito del “nostro” poeta. Leopardi, con grande sincerità, confessa le sue paure come la sua fobia per l’acqua, un fastidio che giungerà al parossismo e alla comicità, culminando nel rifiuto del bagno almeno settimanale. Non mancano gli spunti divertenti per riflettere sul suo rapporto con l’eros e la sessualità. “Nelle sue stesse parole – spiega Argirò – il desiderio di una vita normale, è incessante. Il dono della poesia appare spesso come una maledizione divina che lo segna come diverso, lo condanna a una sofferenza eterna e lo affranca contro ogni sua volontà dal mondo che lo circonda. Ecco, questa è la figura dilaniata, spesso scissa, combattuta e afflitta che la parola non può contenere”. Leopardi, insomma, non è tutto nella sua poesia. E grazie a questo lavoro portato in scena da Pambieri, attraversa i secoli e incontra una disperata umanità. Bellissimo il testo che alterna la quotidianità di Leopardi alle sue principali poesie declamate sapientemente dall’attore al centro della scena tra il leggio, i giochi di luce soffusa e, in sottofondo, le raffinate musiche di Mozart, Bach, Beethoven, Chopin, Rachmaninov, Dvořák. Si replica oggi pomeriggio alle 18 e anche in questo caso è tutto esaurito. La stagione teatrale, creata con la direzione artistica delle sorelle Vicky e Costanza Diquattro e la consulenza dell’attore e regista Carlo Ferreri, gode del supporto della Bapr, Sergio Tumino Audi, Selection, Arpel Aggius Vella, Cora Banche, Ergon e Gruppo Mora. Maggiori info sul rinnovato sito web www.teatrodonnafugata.it. Prossimo appuntamento è per il 17 e 18 novembre prossimi con il ritorno di Antonio Venturino che proporrà il volume 2 di “Mistero Buffo” di Dario Fo. Info: Teatro Donnafugata, via Pietro Novelli 3, Ragusa Ibla – tel 339.2912245

 

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