GRANDE ARTE A SCICLI: DAL 22 MARZO DUE MOSTRE ECCEZIONALI PER UNA PASQUA TUTTA CULTURA

SCICLI (RG) – Pasqua d’arte nella città barocca. La proposta culturale della città Unesco è quanto mai eccezionale e variegata: Quam (Quadrerie del Monastero – 1660) inaugura venerdì 22 marzo una mostra monografica di uno dei maggiori autori del Novecento, Mario Schifano. Si tratta di un percorso ampio, impreziosito da diverse tele degli anni Sessanta, dai noti “Paesaggi Anemici” degli anni Settanta, arricchito da un gruppo di “Corrispondenze”, cioè buste dipinte (in parte inedite), e completato con le famose Polaroid con interventi unici. L’evento, affidato all’esperienza organizzativa di Tecnica Mista, è allestito con documenti video e testi in consultazione. Tra le opere più significative, due grandi tele di oltre 4 metri che testimoniano la particolarità nel modo di dipingere del grande artista della Pop Art italiana. “Opere che rappresentano l’esplosione della libertà gestuale che lo stesso Schifano portò in Italia negli anni Sessanta, per la quale è considerato l’erede di Andy Warhol, artista con cui condivide l’operazione linguistica di svalutazione delle icone sociali e della valorizzazione di qualsiasi tecnica (anche industriale) come strumento espressivo”, spiega il curatore Antonio Sarnari.

Ma Scicli non si limita solo a questo grande evento d’arte contemporanea e rilancia con “Arte Africana”, un’eccezionale raccolta di 50 pezzi d’arte Africana dal 500 d.C. alla metà del Novecento. Il Centro Esposizioni Chiaroscuro inaugura infatti lo stesso giorno, venerdì 22 marzo, una mostra particolarmente rara, frutto della grande passione del curatore Luciano D’Amico, e che rappresenta un’occasione imperdibile di avvicinarsi ai linguaggi “artistici” africani e lasciarsi introdurre agli antichi riti, usi e tradizioni tribali. Un percorso guidato con musiche e video, topografia delle tribù e schede tecniche ma soprattutto più di 50 oggetti (terracotta, legno e bronzo) di ben 15 diverse tribù, con una raccolta più significativa delle tribù Fang, Baule e Yoruba. Oggetti di uso quotidiano, maschere, sculture magiche, figure rituali, maternità e statuette evocative, nei quali, le singole tribù, hanno sviluppato una cultura stilistica, senza l’influenza della cultura del vecchio continente. Un’identità tanto intensa, d’altra parte, da influenzare l’arte e la cultura occidentale, appena apparsi i primi oggetti in Europa, da metà Ottocento in poi, come dimostrano le influenze su massimi artisti quali Cézanne, Matisse, Modigliani, Picasso, Klee, Ernst, Brancusi e altri ancora.

 

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