GIANNI BATTAGLIA, DOMINUS DEL DRAMMA SACRO

“Sui vent’anni del Dramma Sacro” è il volume che sta curando Gianni Battaglia, dominus della Sacra Rappresentazione. Il regista sta lavorando ad una ricostruzione storica e tematica di questo patrimonio vittoriese e ibleo. E pensa ad un volume, ricco di immagini, con il supporto di un documentario che “aggiunga” un nuova  prospettiva sul Dramma Sacro. La scrittura del testo sarà ultimata entro la fine dell’anno. Il volume sarà pubblicato nei primi mesi del 2013.

 “Questa produzione editoriale curata da me – sottolinea Battaglia – intende completare il lavoro che Angelo Alfieri ha iniziato, vent’anni fa, con la bellissima pubblicazione “Sacre Rappresentazioni a Vittoria” edito da Utopia Edizioni e dalla Pro Loco di Vittoria. Il volume, in buona sostanza,  intende dire ciò che Angelo Alfieri non ha detto, in quel suo bellissimo saggio “letterario”. Il volume deve soffermarsi sul “ritratto” drammaturgico del Dramma Sacro, sulla sua “teatralità”, a cui Alfieri ha destinato soltanto dei cenni”. Secondo Battaglia, “Alfieri, che non era interessato al “ritratto scenico” dell’evento non essendo un uomo di teatro, era attratto, invece, dall’aspetto legato alla radicalizzazione storica della Sacra Rappresentazione”. Per il regista, “Alfieri, del Dramma Sacro, ha voluto sottolineare con la sua opera l’aspetto religioso e letterario”. Ma qual è l’obiettivo di Battaglia? “Voglio definire la fisionomia del Dramma Sacro – afferma il regista – per conservare la memoria di questo nostro grande patrimonio ibleo visto e restituito, in venti anni, al panorama del teatro sacro siciliano, e, più in generale, italiano”.

Secondo l’ex direttore artistico del Dramma Sacro la resa drammaturgica della Passione di Cristo “non è solo un fenomeno rituale o liturgico, né tanto meno incarna in misura rilevante profili folclorici della società iblea in cui nasce e si afferma. È  qualcosa di più: è una promanazione profonda del patrimonio culturale che lo precede e lo accompagna nel corso degli anni. E nei vent’anni, che più degli altri vengono raccontati, si arricchisce di suggestioni che hanno dilatato a dismisura lo spettro dei suoi riferimenti storici”.

Ma va ricordato anche che il Dramma Sacro deve le sue radici alla sacralità mediterranea. “Innanzitutto al teatro sacro – sottolinea Battaglia – diffuso intorno alla metà dell’Ottocento. Nel teatro sacro il testo nasce in una scrittura intrisa di magniloquente letterarietà, di gusto neoclassico e s’innesta in una tradizione teatrale consolidata in quell’epoca, in tutta la Sicilia, e anche negli Iblei, di testi sacri e di sacri allestimenti di notevole platealità verbale, quand’anche in poesia, e notevole forza estetizzante”. Ma il regista non dimentica le Sacre Rappresentazioni “di epoca tardoumanistica-rinascimentale, cioè del Cinque-Seicento, con le quali il Dramma Sacro ha debiti profondissimi, e non soltanto nella solennità delle messe in scena, o nella monumentalità degli allestimenti scenografici”. Il Dramma Sacro rinvia anche alle laudi di epoca medievale, “con le quali – aggiunge Battaglia – condivide sicuramente l’idea di un teatro sacro articolato in luoghi deputati. Dal Calvario alla Basilica San Giovanni Battista”. Per Gianni Battaglia, “la messa in scena del Venerdì Santo rimanda, inevitabilmente, all’antico dramma liturgico, diffuso in Italia, ma anche, in misura straordinaria, in Sicilia, intorno all’anno Mille, nel quale nasce e si afferma la teatralizzazione delle vicende sacre, da cui il Dramma Sacro mutua, e ha mutuato in questi ultimi vent’anni, tante situazioni drammaturgiche: la situazione delle “Marie al Sepolcro”, per esempio, della Madre di Gesù sotto la croce, in condizione estatica ai piedi del figlio morto, la stessa idea iconica della disputa”.

Il volume vuole procedere per sezioni tematiche. “È  costruito – assicura Battaglia – su un asse trattatistico che ha al centro l’identità drammaturgica, nei suoi riferimenti storici e nel versante della contemporaneità”. Nel versante della contemporaneità alla ricostruzione critica di Gianni Battaglia si affiancheranno gli interventi di Luciano D’Amico, di Arturo Barbante, dello stesso Massimo Leggio, direttore artistico delle due ultime edizioni del Dramma Sacro. “D’Amico – chiosa Battaglia – è l’esperto, il testimone, lo “storico” della tradizione vittoriese. Barbante è stato l’artefice estetico, con me, della sua monumentalità plastica. Leggio rappresenta il dopo, o anche la sua proiezione artistica temporale”. Battaglia intende “raccontare” il Dramma Sacro dei suoi vent’anni di messe in scena. “Nella mia avventura attoriale e registica – sostiene convinto – mi sono stati vicino amici e punti di riferimento del calibro di Monsignor Giuseppe Calì ed Emanuele Giudice”. Ma Battaglia non dimentica il sostegno del Comune di Vittoria, della Provincia Regionale di Ragusa, della Congregazione del Santissimo Crocifisso. E, soprattutto, della Basilica San Giovanni Battista di Vittoria, custode e depositaria della tradizione, con l’apporto decisivo dell’arciprete Don Vittorio Pirillo”.

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