G I U L I A N A

 

Dopo gli esami di Novembre, per motivi economici Michele ha dovuto continuare gli studi in un’altra università più vicina a casa e lontano da lei; è stato un periodo di sofferenze.

Si scrivevano “fermo posta” quasi ogni giorno, il loro raccontarsi non trascurava nulla, vivevano di questo e quando qualche lettera arrivava con un solo giorno di ritardo, il loro tormento era grande. Allora, usare il telefono era un lusso e quando lo facevano, i silenzi parlavano per loro, in quei pochi attimi non riuscivano a esprimere tutto quello che avevano dentro. Per la gelosia, la lontananza e la rabbia accumulata finivano spesso per ferirsi. Nelle lettere indicavano l’ora, i minuti e il posto da dove scrivevano; facevano una descrizione minuziosa delle loro giornate trascorse in solitudine, parlavano delle notti insonni, del loro desiderarsi e della brama di baciarsi.

Dalle frasi interrotte, dalle loro parole riuscivano a capire anche quello che non volevano scrivere, i dettagli, le piccole sfumature. Oggi i cellulari hanno sconvolto l’equilibrio temporale, si ha tutto pronto e subito e la fantasia non ha più tempo, non ha più voglia, si esaurisce come una pila.

Quando la nostalgia diventava insopportabile, lui scappava subito da lei per trascorrere alcuni momenti di felicità. Non pensava molto a svuotare la scatola di legno in cui teneva la sua collezione di monete d’argento da 500 lire che faticosamente era riuscito a raccogliere.

Un giorno arrivò la notizia che lui aveva sempre rifiutato di pensare, suo padre le aveva chiesto di prendere in considerazione la proposta di matrimonio di un professionista che lavorava nella sua stessa azienda. In quel momento Michele si è sentito morire, per la prima volta percepiva questo problema nella sua realtà. Il pensiero di perdere Giuliana ancora prima di realizzare i suoi sogni gli produceva un senso di vuoto quasi un dolore fisico, gli sembrava che tutto gli stesse crollando addosso.

Pensò a lungo e poi scrisse una lettera che gli costò molto: “Tuo papà ha ragione, è giusto crearsi una famiglia, un futuro sicuro, cosa che io, ancora studente, non posso garantirti, quindi ti esorto a pensare seriamente al matrimonio e a questa proposta”. Lui aveva pensato di mettere in dubbio il suo amore per lei, ma non l’avrebbe mai creduto.

La risposta arrivò immediatamente, la sua più bella lettera cominciava: “Michele mio, tu sei stato il primo uomo della mia vita e sono felice di averti aspettato. Ora che il destino mi ha concesso di aver trovato te, il tuo amore, non potrò mai lasciarti, e ti giuro, Michele mio, che tu sei stato e sarai il mio unico amore. Correrò tutti i rischi, credimi ne vale la pena, non sai e non puoi capire cosa tu, amore mio, rappresenti per me. Se tu un giorno non dovessi più amarmi, se un giorno tu non volessi più la mia compagnia, ebbene io non riuscirei ad andare con un altro uomo perché sono solo tua, il mio cuore ti appartiene. Quando ci siamo incontrati, tu hai atteso un po’ a confessarmi il tuo amore, ma io, ogni parte di me, era già tua, era già legata a te come l’ape al suo alveare e il fiore al suo profumo. lo vivo di te, del tuo sorriso, delle tue labbra, tu mi dai sicurezza, mi sento una bambina fra le tue braccia, Michele mio ti amo tanto e ti amerò sempre, non chiedermi cose che non mi sento di fare”. Queste parole sono rimaste scolpite nel suo cuore perché nel corso degli anni lui ha potuto costatare che non erano parole vuote dettate dall’emozione del momento, ma era una realtà meravigliosa, erano espressioni di un animo innamorato e, soprattutto, di una donna che sapeva amare.

                                                                                                            

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