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FRIDA KAHLO
10 Mag 2014 06:22
Frida Kahlo rappresenta il coraggio delle donne di rispondere alle difficoltà della vita. Ha lasciato un segno esistenziale nei suoi quadri, in cui raffigura sé stessa e i suoi processi dolorosi in un intenso simbolismo. Ogni evento che si imbatte su di lei viene trasformato in rinascita e sfida alla vita. L’incidente stradale, avuto il 17 settembre 1925, le apre le porte della solitudine, con cui si dovrà confrontare costantemente, e che trova in un pennello l’atto rivoluzionario di espressione interiore, di uno stato d’animo sofferente. Costretta a letto incomincia a dipingere sé stessa, perché è il soggetto che conosce meglio, come lei dichiara. Osservando “La colonna rotta”, in cui si disegna con un busto bianco, si penetra nel suo mondo chiuso da una morsa, e i chiodi sulla pelle aumentano la disperazione nell’affrontare la sua malattia.
I processi del degrado corporale nelle sue opere diventano anche spunto per raffigurare gli stati interiori dell’essere, che non sono illusioni surreali ma vere e proprie immagini della realtà del vivere.
Andrè Brèton descrive la sua arte come “Una bomba avvolta in un nastro di seta”: nei suoi quadri spicca l’effetto emotivo circondato dalla dolcezza e dalla bellezza femminile.
Frida ha sempre amato la sua madre terra, il Messico, e nei suoi dipinti è presente un continuo riferimento alle sue tradizioni, perché è proprio lì che le sue radici si rafforzano e trovano vitalità.
Il Messico è la sua casa-anima, a cui ritornerà sempre fino alla morte, è il “fuego” dello spirito ardente nei suoi occhi, è lo scrigno dei valori per un grande talento artistico.
Quando si reca a Parigi, su invito di Brèton, per vivere gli ambienti del surrealismo, si verifica in lei un ripugnante fastidio di confronto, in quanto non vede uno scambio con la vera realtà ma solo un danzarci attorno senza mai toccarla. Proprio su questo lei stessa scrive: “Pensavano che anch’io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
Frida è una delle più straordinarie testimonianze dell’esistenza, di una donna che ha voluto toccare con mano ogni esperienza vitale, dolorosa o gioiosa che sia, immortalando la sua profonda sensibilità. Se non fosse stato così non avrebbe mai potuto dipingere le sue emozioni, sarebbero rimaste solo tele vuote.
Ogni dolore che affronta rimane impresso nel suo quadro, ma non come la sua mente immagina che sia ma proprio come il suo corpo e la sua anima l’hanno vissuto.
Il quadro “Ospedale Henry Ford o Letto Volante” è una conferma di cosa interiormente l’ha colpita. Il letto pieno di sangue , su cui è stirata in seguito all’aborto, è il segno della perdita che affiora in rivoli di sangue dall’ombelico, e che si dirama in immagini simboliche di un corpo privato della maternità: l’utero, il feto, la lumaca, il fiore, la mancanza.
Il quadro “Le due Frida” pone avanti un aspetto molto importante della sua personalità messicana e del suo amore travagliato per Diego Rivera, illustre pittore della sua stessa epoca. Nel dipinto Frida si mostra in due varianti : sulla sinistra vestita di bianco si coglie come il cuore ha subìto uno sconvolgimento emotivo, perde infatti sangue dalla vena sentimentale-psichica che viene chiusa da una pinza emostatica; sulla destra invece c’è una Frida vestita con gli abiti della sua terra, in cui il cuore è ancora intatto ed è capace di affrontare la vita nel suo vero modo d’essere. Lei rifiuta ogni imposizione culturale estetica e si pone alla società con le vesti di appartenenza, da cui scaturisce la sua verità di donna semplice ed intensa.
Il lavoro veramente surrealista risulta essere “Ciò che l’acqua mi ha dato”, dai richiami alla Salvator Dalì: affiorano dall’acqua della vasca da bagno, in cui è immersa, immagini di un sogno scolpito sulla sua anima, di una Frida strangolata da una corda in cui camminano un equilibrista e insetti, un vestito messicano abbandonato lì in mezzo all’acqua e che la lascia nuda ed indifesa. I suoi piedi che sbucano sono un chiaro esempio della sua presenza riaffiorante, in cui il destro riporta il sangue del sacrificio vissuto.
Frida è stata molto legata alle sue origini, forse perché dentro di lei ha imperversato quella Donna Selvaggia che affronta la vita e il suo dolore, la solitudine e la perdita, e che nonostante questo si rafforza con la bellezza dell’universo e con tutto ciò che la fa sentire viva, che dona un urlo a quella donna che osserva, che è curiosa, che penetra fin nel profondo.
Non è un caso che proprio Frida Kahlo abbia dipinto, con così grande verità, un vissuto drammatico. Lei è la prova vivente di come ogni donna può trasformarsi e sfidare l’universo, indossando la pelle-anima che le calza perfettamente addosso; lei spinge alla consapevolezza che ogni momento vissuto intensamente vale un rischio per poter stimolare il fuoco interiore percettivo.
Il suo saluto finale artistico è stato proprio “Viva la vida” e non poteva essere altrimenti.
Guardatele gli occhi e vedrete la forza, il coraggio, la vita.
Video [Frida Kahlo]: https://www.youtube.com/watch?v=2r0_ZOvLd1M
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