FESTIVAL DELL’ECONOMIA TRENTO

Ieri, 2 giugno 2014, si è concluso il festival dell’Economia a Trento alla sua nona edizione.

Iniziato venerdì 30 maggio, è stato un susseguirsi di  conferenze e interventi molto seguiti dal pubblico. Al punto che a volte risultava difficile partecipare, e si doveva accontentarsi della sala stampa. In quattro giorni  ben 79 eventi di cui 19 con traduzione simultanea. Cento i relatori italiani e stranieri tra cui i premio Nobel per l’economia Daniel Mc Fadden ed Eric Maskin.

Tra le personalità che si sono susseguite: il ministro dell’Economia Padoan, il presidente del consiglio Renzi, l’ad di Fiat e Chrysler Marchionne, l’economista Alan Krueger. Direttore scientifico dell’evento Tito Boeri.

Tema del festival “Classi dirigenti, crescita e bene comune”.

Vediamo che ha detto Matteo Renzi intervistato da Enrico Mentana e Tito Boeri. Ha  affrontato molti temi. Vediamone alcuni:

Per quanto riguarda l’Italia a Strasburgo “Noi vogliamo andare  a fare un discorso ambizioso a Strasburgo, non un discorso di piccolo cabotaggio. E ancora: ci sono 183 miliardi di fondi europei e di fondi per la coesione e sviluppo che dobbiamo spendere bene. Quindi, la politica deve tornare a fare il suo mestiere, oppure nessuna misura economica  la salverà”.

Mentana: Forte del risultato del 40% alle elezioni può chiedere all’Europa  il commissario, il presidente dell’eurogruppo  o qualche altra carica?

Renzi: “Il Pd italiano è il partito che ha preso più voti assoluti in Europa, più della Cdu. Ma non  credo che l’Italia debba fare una battaglia all’insegna dell’italianità. Noi dobbiamo dire: l’Italia porta alla discussione un pacchetto di proposte concrete. Ad esempio, sull’energia. Noi non abbiamo interconnessioni tra Francia e Spagna. Di che cosa parliamo? O ancora: come ci relazioniamo con l’Africa? Con la Libia, ad esempio tra cui tra parentesi  parte il 96% degli immigrati che raggiungono le nostre coste, e che gestiamo da soli? L’Europa ci dice tutto sulla pesca, ma se si tratta di salvare un bambino di tre anni che sta affogando  l’Europa si gira dall’altra parte. Io voglio un’Europa che abbia un’anima. Il nome in questo momento è secondario.

Mentana chiede se il Senato è da abolire e Renzi risponde: ”Se dovessi dire la mia avrei dato molta più importanza ai sindaci, in Italia, perché ritengo che storicamente in Italia siano più forti le municipalità  e le autonomie territoriali che le regioni. Ma mi si potrebbe dire: abbiamo fatto una proposta opposta. Il fatto è che raccogliamo  un dibattito lungo 70 anni. Ci hanno  detto che abbiamo impostato del Senato a casaccio. Ma qualcuno ha letto i dibattiti della Costituente? Il bicameralismo perfetto fu un compromesso, trovato da Dc e Pci, che non si erano messi d’accordo sulla funzione della seconda Camera. Oggi, in clima un po’ più  sereno, possiamo dire che un Senato che rappresenti gli enti territoriali ha un senso? Attenzione, esso non avrà dei senatori pagati per fare i senatori, perché altrimenti ciò provocherebbe un ulteriore crescita dei costi della politica. Quindi: la nostra proposta  è motivata e in linea  con gli altri paesi europei, non è campata in aria. E, fatta questa riforma, poi, finalmente ci divertiamo. Dopo possiamo anche discutere della battaglia sulla burocrazia e i dirigenti.”

Poi  il fisco…; la comunicazione…; manifatturiero e  cultura non si elidono a vicenda…: lo ‘Sblocca Italia’: …”Farò un provvedimento ad hoc, ‘Sbocca Italia’, che consenta a chi ha voglia di fare, di farlo. Questo provvedimento consentirà di sbloccare una serie di interventi che sono fermi da 40 anni. Se riusciamo a farlo, avremo non solo effetti positivi sull’occupazione: avremo un’iniezione di fiducia”…

E poi l’Expo, dovrà essere una grande occasione per il Paese.

Ha parlato della sua polemica con la Rai e di immigrazione…, scuola-lavoro-università e chiude  con le imprese: “Io non parlo del passato. La Fiat è un pezzo di storia italiana. A me interessano il presente e il futuro e io lavoro affinché l’industria dell’auto possa avere un futuro nel nostro Paese. Vorrei anche visitare gli stabilimenti  di Detroit in autunno, nell’ambito di un giro  che faremo negli USA. È evidente che abbiamo una preoccupazione occupazionale: penso a Termini Imerese, al Sulcis, a Taranto, luoghi dove si deve ideare un patto industriale diverso. L’occupazione deve tornare a crescere anche sul versante del manifatturiero. La priorità è però cambiare le condizioni del contesto, le regole del gioco. E poi, essere in grado di investire nel capitale umano”.

Concludendo, il festival è stato interessante per la molteplicità di proposte, ma per quanto riguarda il nostro presidente del consiglio, non ho trovato soddisfacente quello che ha detto. Oh, sì, era simpatico, tutto  allegro e pieno di battute, ma a riscrivere gran parte di quanto ha detto, la sensazione è stata la stessa ascoltando la conferenza. Stiamo a vedere.

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