FESTA DELLE MADONNA DELLE MILIZIE

Momento importante per la comunità religiosa e civile di Scicli che non dimentica la “sua” Madonna a Cavallo e anche quest’anno rinnova l’appuntamento con la tradizione ricca di  immutato impegno, passione, intensità intrecciando l’arte, la storia e la cultura.  In una città, “baciata” dall’Unesco, la ritualità della Madonna delle Milizie, annoverata anch’essa tra i beni immateriali, patrimonio dell’umanità, ed inserita  nel calendario regionale dei “Grandi Eventi”, ha un suo valore aggiunto nella rievocazione storica di Maria Mulici, ispirata al fatto d’armi del 1091 tra i normanni del Gran Conte Ruggero d’Altavilla e i saraceni dell’Emiro Belcane. Un prezioso cammeo teatrale in cui la “storia” del Medioevo siciliano viene rivisitata alla luce di un suo fatale episodio: la cacciata dei saraceni dall’isola e il definitivo affermarsi del dominio di nuovi conquistatori che avrebbero governato per oltre un secolo. La Sicilia sarebbe stata normanna e lo sarebbe stata anche la città di Scicli, conoscendo uno dei periodi più fulgidi della sua esistenza civica. Storia diventata “rito”, che si riveste di ulteriori suggestioni e di altre simbologie religiose e laiche. Rivissuto il fatto d’armi come sacra rappresentazione, acquisisce, come sottolinea Padre Ignazio La China, “la dimensione propria del dramma, l’eterna lotta tra bene e male, in duello, assumendo una funzione liberatoria e catartica”. Un afflato religioso che non toglie nulla a quello laico, della civitas. In Maria Mulici c’è il respiro degli sciclitani, un respiro “unico” entrato nel Dna della città, costituendone  il corpo di un solido patrimonio culturale ed artistico. Quest’anno direzione artistica della messa in scena della rievocazione dell’intervento divino della Madonna delle Milizie, che si terrà sabato 26 Maggio, è affidata a Massimo Leggio. L’attore e regista ibleo ha accolto la sfida artistica ben consapevole di “maneggiare” un’appassionante e appassionata tradizione. Con questo “eterno” ritorno Leggio si è confrontato leggendovi “la storia della dignità e della forza del popolo sciclitano”.  “Quella che si rappresenta non è solo la storia di un grande popolo che veniva da lontano. È soprattutto il racconto della fede, della forza e della dignità di uomini semplici, siciliani, che pagarono con la vita il prezzo della libertà. –dice Leggio sulla Festa della Madonna delle Milizie di Scicli- Il testo, riadattato dalla stesura originale di Giuseppe Pacetto Vanasia del 1933, oggi  “patrimonio dell’umanità”, descrive la concitata disputa nella quale si fronteggiano la tracotanza e la spregiudicatezza dell’Emiro Belcane e la forza e la determinazione del Gran Conte Ruggero impegnato, in nome della fede cristiana, a difendere i suoi territori e il popolo di Scicli. La vicenda termina, com’era prevedibile, in una vera e propria battaglia. I Saraceni stanno per sconfiggere i Normanni che, inferiori di numero sono ormai vicini alla capitolazione, ma l’intervento miracoloso di Maria Santissima delle Milizie, splendente sul suo cavallo, mette in fuga gli infedeli e consegna la vittoria ai cristiani”. La Festa è nota in tutto il mondo per essere l’unica manifestazione in cui si commemora la discesa della Vergine a cavallo, armata di spada infatti, nella tradizione iconografica religiosa della Sicilia non ne esistono uguali. Il suo culto s’incrementa  nel Seicento  facendo assurgere la Madonna  a patrona civitatis insieme al beato Guglielmo, eremita vissuto a Scicli tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento. La sacra rappresentazione del fatto epico appare tra il Seicento e il Settecento ed invece  il simulacro della Madonna a cavallo, di autore ad oggi sconosciuto, risale alla seconda metà del Settecento.

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