FERNANDINHO L’INSOSTITUIBILE

 

Ci sono giocatori che rubano l’occhio dello spettatore per via di un gol o di una giocata di alta qualità tecnica, mentre ci sono altri che riescono a farsi notare da pochi fini ed attenti appassionati, grazie a gesti non così eclatanti ma enormemente utili per la squadra tutta. Tra questi spicca l’intelligenza calcistica, consistente nel riuscire a prendere in maniera del tutto naturale la scelta giusta nel momento più opportuno. Questa si declina, ad esempio, nel leggere in anticipo il filtrante di un avversario, in modo tale da riuscire a predisporsi in tempo nella posizione più appropriata, così da riconquistare il pallone e trasformare l’azione da difensiva in offensiva. Oppure, capire quando è il momento di accelerare o decelerare il gioco a seconda della specifica situazione e del dato momento della contesa. A questo proposito, risulta molto esemplificativa una frase detta dal “maestro” della rivoluzione orange Johan Cruijff: “Tecnica non vuol dire essere capaci di palleggiare 1000 volte. Chiunque può farlo con l’allenamento. E poi puoi lavorare al circo. Tecnica è passare la palla con un tocco, con la giusta velocità, sul piede giusto del tuo compagno”. Non a caso Pep Guardiola, l’attuale allenatore del centrocampista centrale brasiliano del City, concordando in pieno con l’idea di calcio del suo ex tecnico ai tempi del Barcellona, non può che considerare Fernandinho come il proprio braccio armato in campo. A dimostrazione della grande stima e fiducia che il mister catalano prova nei confronti del volante di Londrina, ci sono i seguenti dati: titolare fisso nei primi 15 match ufficiali tra campionato inglese e Champions League, conditi da ottime prestazioni, due gol e svariate fasce di capitano indossate.

 

Centrocampista Totale: le migliori caratteristiche dell’ex Shakhtar consistono sia nel saper interpretare egualmente bene le due fasi del gioco, in quella difensiva è un recuperatore di palloni come ce ne sono pochi in circolazione, mentre in quella offensiva è estremamente bravo negli inserimenti senza palla ed a ciò abbina un più che discreto senso della finalizzazione, che nell’essere un vero e proprio jolly della mediana, potendo giocare con ottimi risultati sia come perno davanti alla difesa che come mezzala. Dunque, duttilità ed intelligenza fanno si che il nazionale verdeoro venga ritenuto da Guardiola come uno dei pochissimi giocatori veramente insostituibili del proprio City, probabilmente assieme al Kun Aguero ed ai neo acquisti Stones e Bravo (rispettivamente giovane difensore centrale inglese e portiere della nazionale cilena ex Barcellona). In una recente intervista ha dichiarato di non essere un fan delle individualità, ma di essere, piuttosto, un fautore della squadra nella propria interezza, specificando che se tutti lavorano bene, nella stessa direzione e con la stessa intensità, la strada verso la vittoria diverrà leggermente più in discesa. Quest’ultimo, rappresenta un altro concetto caro al calcio totale ed alla filosofia del Barcellona, in base al quale solo attraverso un attento ed organizzato lavoro/gioco di squadra ci sarà la possibilità di far emergere, in tutta la loro forza, le straordinarie individualità dei singoli. Si è soliti dire che la mediana sia la zona più importante nel rettangolo verde, e che chi riesce ad acquisire il controllo di quest’ultima avrà maggiori possibilità di vittoria rispetto alla squadra rivale. Bene, chi può forgiarsi della presenza di un giocatore del calibro di Fernandinho nella zona nevralgica del campo, parte con un vantaggio più che discreto. In più, se lo stesso reparto può contare sulle ulteriori presenze di un altro centrocampista totale come il tedesco Gundogan e di un vero e proprio mago della trequarti come Silva, allora avere il controllo della mediana e, per estensione, del gioco dovrebbe divenire una missione tutt’altro che impossibile. Il tutto, per la gioia di Guardiola, Cruijff ed, ovviamente, del talismano Fernandinho !         

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