FERDINANDO SCIANNA. UN NOME EMBLEMA DELLA FOTOGRAFIA SICILIANA

Ferdinando Scianna è di Bagheria, classe 1943, si iscrive alla facoltà di Lettere e filosofia di Palermo, senza, tuttavia, portare a compimento gli studi, perché impegnato nella ripresa fotografica, attività che lo coinvolge completamente e cui spunti sono proprio la sua terra, la sua gente, le feste popolari e folcloristiche. Nel ’67 si trasferisce a Milano dove inizia la carriera di fotoreporter che lo porterà in giro per il mondo e, poi, definitivamente a Parigi.

Negli anni ottanta lavora anche nell’alta moda e in pubblicità, affermandosi come uno dei fotografi più richiesti. Fornisce un contributo essenziale al successo delle campagne di Dolce e Gabbana della seconda metà degli anni Ottanta. Nel frattempo stringe amicizia e collabora con vari scrittori di successo, tra i quali Manuel Vázquez Montalbán (che qualche anno più tardi scrive l’introduzione di Le forme del caos, 1989).

Tante le importanti collaborazioni con intellettuali e artisti di vario registro che ne faranno, non solo un fotografo, ma un artista a 360°. Scrive e pubblica libri e saggi, collabora con Leonardo Sciascia e, non ultimo, con il concittadino Giuseppe Tornatore, in occasione dell’uscita del film Baaria nel 2009.

Il fotografo siciliano  si racconta, adesso, in una mostra allestita a Genova presso il Palazzo della Meridiana. Attraverso 70 scatti, che ricomprendono anche gli ultimi raccolti nel libro “Ti mangio con gli occhi”. La mostra, curata dai direttori artistici Pietro Boragina e Giuseppe Marcenario, è un cortocircuito tra la fotografia e il latte appena munto, tra i pesci dal volto umano e i bambini affamati, oltre ai bambini con gli animali, alle spiagge e i tanti paesaggi e molto altro ancora.

Le sue fotografie evocano la sua memoria in un suggestivo sottotraccia esistenziale che documenta la sua stessa vita professionale e i suoi tanti incontri in giro per il mondo.

La sua opera si estrinseca in sapori e luoghi che si fanno immagini, alla storia minuta di un popolo, nei volti attoniti dei pargoli siciliani. Le sue fotografie sono un’autobiografia attraverso le immagini della sua stessa poetica.

La mostra inizia con un tributo allo scrittore Leonardo Sciascia, grande amico e collaboratore di Scianna, attraverso libri fotografici con testi scritti dallo stesso Sciascia.

La conclusione, invece, ha un non so che di mistico e surreale, unendo le immagini dei bambini con quelle degli animali assunti a simbolo di speranza per un futuro migliore.

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