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FARE TESORO DELLE CRITICHE OBIETTIVE ANCHE DI QUELLE NEGATIVE
10 Set 2010 18:04
Fare quadrato su ciò che è stato, facendo tesoro di tutte le osservazioni e critiche obiettive – positive e negative che siano – per capire in che modo migliorarsi ed andare avanti. E’ la filosofia con cui, nei giorni scorsi, il Comitato Festeggiamenti di San Giovanni Battista si è riunito insieme al Parroco della Cattedrale, Don Carmelo Tidona, per discutere ex post sull’andamento dei festeggiamenti 2010, i primi vissuti e organizzati con l’ausilio del gruppo di giovani.
Su una cosa si era tutti d’accordo: Non si tratta di un “nuovo comitato da rivedere”, come titolato da qualche giornale nei giorni scorsi, ma di adoperarsi per proseguire, con la consapevolezza che questa prima esperienza ha dimostrato la bontà di molte scelte cosi come ciò che va rivisto e organizzato diversamente.
Ogni area, nel corso della riunione, infatti, ha presentato una sua relazione finale. In ognuna di queste, il referente ha diviso la sua trattazione tra punti di forza e punti di debolezza, con una conclusione che ha determinato la conferma di alcune scelte e la revisione di altre. E sulla base di questo, si prosegue. I ragazzi del comitato l’avevano detto chiaramente e pubblicamente, si può sbagliare. A differenza di chi ha polemicamente definito alcuni di loro “esaltati e quasi un’autorità”, chi li rappresentava è salito sul palco non per vantarsi, né per glorificarsi, ma per esprimere chiaramente un concetto: “siamo qua, speriamo di aver fatto bene faremo tesoro di ogni successo ma anche di ogni piccola cosa storta.” Ci hanno messo la faccia, loro, davanti a tutti. E non è cosa facile, se invece di glorificarti vai su per fare autocritica pubblica.
Il bilancio della festa, tra le considerazioni dei presenti e le osservazioni provenienti dall’esterno, è da ritenersi positivo. Nel giro di pochi mesi, si è creata una sinergia unica tra le varie aree, la cattedrale e le diverse risorse che hanno reso possibile l’organizzazione di questa festa, che ha cercato di trovare delle soluzioni per migliorarsi, nei limiti ovviamente del possibile e del realizzabile.
Diversi i riscontri positivi. Tantissima gente ha partecipato a tutti i momenti pubblici della festa, ma ha anche cercato di esternare pareri ed impressioni. Decine di messaggi sono pervenuti al Comitato tramite il form disponibile sul sito ufficiale, che nei giorni clou ha registrato quasi tremila visite. Tra i messaggi, felicitazioni e auguri per una festa nuova e speciale anche da gente che scriveva dal Nord Italia, dall’America, dall’Argentina. Sulla pagina facebook ufficiale del Comitato si legge: “Stupenda la scritta che avete realizzato sulla scalinata e i fuochi di mezzanotte. Una festa così particolare io non la ricordo.
Speriamo che nel 2011 possiate migliorare ancora, ma la festa è migliorata tantissimo” cosi come l’idea di sparare dal ponte anche al rientro “Un idea ben riuscita, e non pericolosa”. Esternati dalla gente anche diversi dubbi, ad esempio relativamente all’uscita contemporanea di Arca e Simulacro, ai problemi per la gestione delle sedie, o per una coreografia, quella del rientro, eccessivamente semplice (problemi di sicurezza non hanno permesso l’esecuzione di gran parte dei giochi pirotecnici che dovevano precedere il lancio delle mongolfiere, ndr).
Una festa, che ha cercato di essere diversa sebbene molte cose dovevano rimanere, invece, tali. A chi a mezzo stampa ha sentenziato senza mezzi termini che “non si è vista innovazione nella tradizione” il comitato ricorda che in una festa “da non rivoluzionare” si è fatto tanto: per il primo anno una collettiva di pittura ha riunito artisti ragusani d’eccellenza; è stato dato spazio ai bambini con animazioni in piazza; si è dato vita ad una Sacra Rappresentazione, seguitissima dopo il rientro; è stato ristudiato il sistema di illuminazione (artistico e non) di piazza e chiesa per i giorni della festa; la scala illuminata è stata una bella sorpresa; la guida alla festa ha saputo formare e informare; la stampa è stata coinvolta e informata al massimo con comunicati e approfondimenti quotidiani; il sito web è diventato punto di riferimento per i fedeli e soprattutto per chi non poteva vivere la festa, e il piano di comunicazione ha esternato la festa fuori città e addirittura fuori provincia.
Tutte queste cose, ricordiamolo, sono nate quest’anno. Ma soprattutto, ancora prima di cambiare la festa, la cosa importante era innovare nell’organizzazione interna: parlare di cambiamento non vuol dire solo modificare “ciò che si vede”, ma migliorare il modo di gestire il dietro le quinte. Vuol dire anche ripensare alla ‘organizzazione festa’ sistemando tempi, procedure, aree, burocrazia e molto altro, per lavorare meglio. E’ stato detto che “questi giovani non sono seguiti” quando non è vero: proprio grazie a incontri mensili si è creato questo gruppo, e tramite costanti riunioni con il Parroco – come quella di ieri – si ragiona e si decide.
Dunque, si è fatto tesoro di ogni critica obiettiva e reale. Rispedite al mittente, invece, quelle prive di fondamento, false e con alla base una totale mancanza di conoscenza dei fatti, come appena dimostrato. Un conto è parlare di problemi reali, un altro è etichettare pubblicamente componenti del comitato come ‘incompetenti’, senza sapere da che lauree o incarichi professionali provengano, o definire le loro produzioni con un vocabolo, ‘pessime’, senza averne dimostrato il perché.
Riguardo alla critica sul ‘mancato coinvolgimento di ditte ragusane’ inoltre, il comitato precisa che alcune cose dichiarate nei giorni scorsi sono assolutamente errate (una su tutte: si era detto che la ditta ragusana di illuminazioni artistiche non fosse stata coinvolta, quando invece si è occupata di diverse cose, dalla sagoma ad una particolare illuminazione della Cattedrale) ma soprattutto tende a precisare una cosa: tutte le scelte in merito a ditte e fornitori vengono fatte guardando ad una sola cosa: bilanciare tra efficienza ed economicità, che siano ditte ragusane o non.
E comunque, la cosa importante è che la festa del Patrono di Ragusa sia “vissuta”, dai ragusani, al di là di chi la “faccia”. Del resto, in qualsiasi altra città che festeggia un Patrono si ragiona in questa maniera, contattando chi si vuole in base a scelte che esulano da contesti geografici, cosi come è anche il contrario se pensiamo che numerose ditte ragusane (pirotecniche, di illuminazione, agenzie pubblicitarie, gruppi musicali e teatrali) vengono regolarmente contattate per altre feste, anche fuori provincia.
La Cattedrale, infine, informa che il 14 Settembre p.v., subito dopo la messa, si procederà alla reposizione del venerato simulacro nella sua cameretta. L’ultimo momento vissuto tra il Patrono e la sua gente, a conclusione di festeggiamenti davvero speciali.
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