EUROPA IL TEMPO STRINGE…

Il G20 a Los Cabos in Messico si è chiuso con una serie di proclami e raccomandazioni, ma più con l’occhio rivolto a rassicurare il mercato sulle intenzioni di intervento, anche se si sa benissimo che questi “effetti annuncio” se non sono poi seguiti da fatti concreti rischiano di avere un effetto boomerang. 

Davanti ai “grandi” del mondo l’Europa non ha dato il meglio di se. 

Obama sperava nella sponda europea per sviluppare una strategia utile alla ripresa della crescita, ma l’ostinato arroccamento della Merkel in difesa della linea del rigore ha di fatto frustrato queste aspettative e la risposta non è mancata: l’incontro tra i leader europei e Obama previsto per lunedì è prima saltato e poi “recuperato” in extremis prima dei saluti finali …

E’ ovviamente comprensibile che i Tedeschi abbiano delle riserve rispetto alla prospettiva di “diluire” la solidità dell’economia tedesca per sostenere le “economie mediterranee”, in fondo l’apologo della formica e della cicala è vecchia di duemilacinquecento anni e non a caso … 

Ma quello che i Tedeschi devono capire è che in fondo l’Euro è un immenso vantaggio anche (anzi, soprattutto) per loro, l’approdo alla moneta unica in fondo li ha messi al riparo dalle svalutazioni competitive che i paesi economicamente più deboli hanno per decenni utilizzato per compensare la minore competitività produttiva. Solo grazie all’impossibilità di utilizzo di questo strumento oggi la Germania gode di una leadership incontrastata in campo industriale in Europa. 

Ma l’episodio che più di tutti ha segnato questo G20 come il momento di minore coesione europea è un episodio marginale, ma deflagrante dal punto di vista simbolico e riguarda una battuta (?) del leader britannico Cameron che offre ospitalità ai ricchi francesi che vorranno sfuggire all’inasprimento fiscale annunciato da Hollande.

Ma come, un paese della stessa Comunità Europea per ridurre il deficit è costretto ad aumentare le tasse e il leader di un altro paese europeo cerca di sottrargli la base imponibile offrendo “asilo” ai contribuenti nel proprio paese. Bel modo di manifestare solidarietà!

Con questi presupposti è impensabile pure immaginare una tassa sulle transazioni finanziarie (Tobin tax) che al momento sembra essere l’unico freno alla speculazione finanziaria che imperversa in tutti i mercati del mondo e che per struttura può essere pensata solo se tutti i principali Paesi industrializzati agiscono all’unisono. 

Per non parlare poi della prospettiva di aumentare l’integrazione europea, andrà tutto a carte quarantotto! 

E dire che i tempi stringono!

L’Italia registra un calo nelle transazioni immobiliari del 20 % mentre gli ordinativi industriali registrano -12,3% e i fatturati -4,1% rispetto a un anno fa.

Monti continua a proporre soluzioni, dalle più decise alle più blande, ma la risposta è sempre la stessa: in sostanza ciascuno pensi ai propri interessi particolari. 

Entro la fine del mese i mercati (o forse è più esatto dire gli speculatori del mercato) attendono fatti concreti che mettano i Paesi mediterranei al riparo dagli attacchi finanziari. 

Cos’è rimasto dello spirito europeo?

Sono convinto che l’Italia abbia la capacità di uno scatto di orgoglio che ci porterà fuori dalle secche nonostante i nostri “affettuosi e generosi” compagni di viaggio, ma certo dovremo lavorare molto in termini culturali per spiegare che l’Europa prima che una moneta è un’idea!

 

 

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