Estorsione: assolti Roberto Cavallo Alecci e Fortunata D’Agosta. Il pm aveva chiesto la condanna per complessivi 14 anni di carcere

Il Tribunale collegiale di Ragusa ha assolto dal reato di estorsione Roberto Cavallo Alecci e Fortunata D’Agosta. I due erano accusati di avere messo a segno una estorsione preceduta da minacce, in danno di Emanuele Speranza che aveva denunciato i fatti. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna per entrambi: per Cavallo Alecci, 9 anni e 4 mesi di reclusione oltre a 8.000 euro di multa con l’aggravante di avere messo a segno l’estorsione mentre di trovava in regime di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, per la donna 4 anni e 8 mesi e 4.000 euro di multa.

I FATTI

Stando alle cronache dell’epoca – gli arresti vennero operati dalla Squadra Mobile a fine gennaio del 2018, la donna aveva lavorato dalla vittima come bracciante agricola per poche settimane ed aveva “escogitato con il compagno un modo per poter ricattare la vittima. La donna aveva inventato di aver ricevuto dalla vittima di estorsione delle richieste di favori sessuali e che se avesse accettato, il titolare le avrebbe regalato settimanalmente dei soldi. Il compagno, indignato e offeso per queste inventate avance, si era allora presentato dalla vittima chiedendo un pagamento settimanale a titolo di ‘risarcimento’. La vittima dapprima pagava e poi si rivolgeva agli uomini della Polizia di Stato”.

Chiuso il dibattimento che è stato segnato da momenti di contraddizione e confusione emersi dalle testimonianze rese in aula, la parola è passata al pubblico ministero che nella sua requisitoria ha sostenuto la provata responsabilità degli imputati, chiedendo condanne pesanti per entrambi. Il legale della parte offesa, l‘avvocato Franco Vinciguerra si è allineato con le richieste della procura e ha depositato la comparsa conclusionale oltre alla richiesta di risarcimento danni.

L’avvocato Giuseppe Di Stefano che difendeva entrambi gli imputati, nella sua arringa ha contestato l’attendibilità in qualità di teste della parte offesa mettendo in dubbio la stessa capacità di rendere testimonianza e ha citato le varie contraddizioni in cui sono caduti i testi dell’accusa, tanto da fare spazientire il collegio giudicante in diverse occasioni. Ha quindi chiesto l’assoluzione con formula piena di Cavallo Alecci e della D’Agosta ipotizzando la trasmissione degli atti in Procura per la alcuni testi, per falsa testimonianza. In subordine l’esclusione delle aggravanti per Cavallo Alecci perché insussistenti, e le attenuanti per l’esiguità del danno oltre alla riqualificazione del reato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Il Tribunale collegiale all’esito della camera di consiglio ha assolto entrambi gli imputati e ha rimesso gli atti al pm per procedere per falsa testimonianza nei confronti di uno dei testi sentiti in dibattimento.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it