Energia, Ragusa al centro del nuovo ponte elettrico da 300 milioni tra Italia e Malta

La realizzazione del secondo interconnettore elettrico tra Malta e Sicilia (IC2) entra nella fase decisiva, segnando un avanzamento fondamentale nella strategia energetica del Mediterraneo. La firma dell’ultimo contratto EPC con il consorzio PowerFix JV – per la fornitura e l’installazione di un reattore variabile di shunt a 132 kV a Maghtab – completa il quadro tecnico e autorizzativo dell’opera, aprendo ufficialmente la fase operativa. I lavori partiranno nelle prime settimane del nuovo anno.

Al centro della trasformazione energetica non c’è solo Malta: Ragusa rappresenta uno degli snodi più cruciali del nuovo corridoio elettrico europeo, grazie alla presenza delle infrastrutture di approdo e alla fase avanzata dei cantieri.

La ministra dell’Energia maltese Miriam Dalli ha definito IC2 “un pilastro della futura sicurezza energetica nazionale”, sottolineando come il nuovo collegamento aumenterà la resilienza della rete maltese, rafforzerà l’integrazione con la rete europea e favorirà l’immissione di quote sempre maggiori di energia rinnovabile. L’infrastruttura consentirà inoltre di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, accelerando la transizione verde.

Nell’ultimo anno Interconnect Malta Ltd. ha registrato progressi concreti su entrambi i fronti dell’opera. In Sicilia, e in particolare nella zona di Ragusa, sono già stati scavati 6 dei 21 chilometri previsti per la posa del cavo, mentre 4 chilometri di condotta sono stati già posati. Avanzano anche i lavori per la base del nuovo reattore da 220 kV all’interno della stazione elettrica ragusana, struttura destinata a diventare uno dei principali fulcri dell’interconnessione.

Il progetto da 300 milioni di euro, che collegherà Ragusa e Maghtab con un cavo sottomarino di 122 km, 245 kV e una capacità di 225 MW, è cofinanziato dal FESR, che ha destinato 165 milioni di euro all’opera. Un investimento strategico che guarda al futuro energetico dell’Europa meridionale.

A Malta avanzano parallelamente gli scavi nell’area di Maghtab, già interessata da un primo tratto di 2 km pronto ad accogliere il cavo. Nel frattempo prosegue la produzione dei cavi sottomarini e terrestri, dei due reattori da 220 kV e dell’autotrasformatore 220kV/132kV.

Il direttore di divisione di ICM, l’ingegnere Joseph Vassallo, ha confermato che il progetto “ha superato tutti i requisiti ambientali e climatici” ed entra ora in una fase “delicata e cruciale”, quella della posa e del collegamento finale del sistema.

Oltre a rafforzare la sicurezza energetica del Mediterraneo, IC2 avrà un impatto significativo anche sul fronte ambientale: la nuova infrastruttura contribuirà a ridurre circa 13,5 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, favorendo al contempo nuovi investimenti nelle rinnovabili e una gestione più efficiente della rete.

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