EDVARD MUNCH

 

l’artista norvegese, classe 1863, autore del famoso “Urlo”, è in mostra dal 6 Novembre a Palazzo Ducale, presso l’appartamento del Doge.

Munch, grande artista che più di ogni altro anticipò l’espressionismo, nel rendere il proprio profondo e intimo tormento, viene esposto in un’antologia che ne ripropone le opere compiute tra il 1880 e il 1944.

Per la prima volta, oltre i confini norvegesi, nell’anno delle celebrazioni ufficiali per i 150 anni dell’artista, una mostra antologia organizzata per celebrare questo autore emblematico e scostante. Promossa dal Comune di Genova e da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, la mostra è prodotta e organizzata con Arthemisia Group e 24 ORE cultura –  Gruppo 24 Ore, già partner di Palazzo Ducale da oltre un anno, da quando, cioè, fu organizzata la mostra “Mirò!Poesia e Luce”.

Un’imperdibile retrospettiva curata da Marc Restellini, direttore della Pinacotheque de Paris, che nel 2010 dedicò al maestro norvegese una straordinaria esposizione visitata da oltre 600 mila persone.

“Realizzare questa mostra proprio nell’anno delle celebrazioni e con le enormi difficoltà legate ai prestiti di Munch è stato un miracolo”, dichiarano le organizzazioni, “La scommessa è stata altissima, ma vedremo opere straordinarie, concesse dai più importanti collezionisti di Munch”.

Si prevedono, dunque, lunghe code.

Già da questi primi venti giorni d’apertura della mostra, i visitatori si sono avvicendati in moltissimi. Perdere un’occasione del genere, d’altronde, sarebbe raccapricciante.

Molti atri se ne aggiungeranno, anche per “Warhol after Munch”: una mostra nella mostra in anteprima assoluta per l’Europa. Una serie di opere realizzate da Andy Warhol e ispirate alla produzione artistica di Munch.

Il corto circuito è assicurato. L’artista dei sentimenti più oscuri interpretato dal maestro della pop art per eccellenza.

“Munch dipinge ciò che vede” racconta Marc Restellini, “ma oltre le proprie paure ha anche una nuova visione dell’arte che è pura avanguardia e in questa mostra saranno esposte le sue opere più belle, sentite, amate e sofferte”.

Per questo motivo l’esposizione di Palazzo Ducale è, allo stesso tempo, rappresentativa del percorso artistico ed esistenziale di Munch, ma anche testimonianza del passaggio da un naturalismo di stampo impressionistico a una nuova pittura, audace, che contribuisce in maniera determinante a sconvolgere tutta l’arte del XX secolo.

“la mostra racconta un Munch artista che potremmo, in qualche modo, considerare il contrario di tutto ciò che esisteva fino ad allora.  Munch si oppone deliberatamente a ciò che vede e conosce. In una logica quasi anarchica, si mette in contrasto con l’impressionismo, il simbolismo, il naturalismo, per inventarsi una forma di espressione artistica in rivolta contro tutto ciò che fin dalla sua infanzia gli è stato presentato come regola sociale”.

Conclude il curatore “Munch è l’anello mancante della catena che unisce artisti come Pablo Picasso, geirges Braque, Jean Dubuffet e Jackson Pollock nella storia del modernismo. Autentico innovatore per quel che riguarda l’apporto della cinetica nell’arte, egli fu anche un modello in termini di avanguardia e di rottura con i modelli precedenti”.

Il comitato scientifico della mostra è composto da nomi illustri, quali Richard Shiff, Storm, Petra pettersen e Ina Johannesen.

Non ci resta che concludere citando l’artista stesso. Munch diceva “ La natura è l’opposto dell’arte. Un’opera d’arte proviene direttamente dall’interiorità dell’uomo. L’arte è il sangue del cuore umano.”

                              

 

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