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EBRU: L’ANTICA TECNICA TURCA DI MARMORIZZAZIONE DELLA CARTA
16 Mag 2012 17:20
La marmorizzazione è una tecnica di decorazione cromatica su carta che imita, riproducendone le chiazzature di colore, una superficie di marmo. Consiste nel porre un foglio di carta sulla superficie di un liquido appositamente preparato ed è resa possibile grazie alle proprietà di liquidi diversi insolubili l’uno nell’altro. I liquidi utilizzati sono l’acqua (che forma lo specchio per la creazione della tavolozza cromatica), pigmenti ad olio diluiti in trementina e bile bovina. L’olio e la trementina risultano per la loro natura insolubili in acqua e costituiscono la sostanza da veicolare sulla superficie del foglio da marmorizzare, mentre la bile ha una funzione tensioattiva, ovvero permette di rompere parzialmente la tensione superficiale dello specchio d’acqua.
La soluzione di pigmenti oleosi viene dunque deposta sulla superficie dell’acqua con schemi e disegni ordinati dall’artigiano. Solitamente si opera deponendo delle gocce. Successivamente queste gocce possono essere “tirate” utilizzando delle sottili assicelle le cui punte vanno ad intercettare le gocce di pigmento già disposte sull’acqua.
A questo punto non rimane che deporre il foglio da decorare sulla superficie, avendo cura di farvi planare il foglio in tutte le sue parti e di ritirarlo subito non appena questo mostra i segni dell’acqua che vi penetra (cioè quasi subito). Si pone poi ad asciugare per il tempo necessario.
Il vocabolo EBRU deriva dal ramo ağatay della lingua turca, nel quale assume il significato di nube, nuvola o simile ad una nuvola.
Certamente questa tecnica ha antichissime origini, ma non possediamo nessun documento che ci permetta di capire esattamente da quando si conosca e si applichi. Nelle zone dell’India e dell’Iran era una tecnica applicata praticamente per la maggior parte dei libri ed è lecito supporre che tragga origine dalla zona di Bukhara (attuale Uzbekistan) e risalga ad almeno 3000 anni fa. Seppure originario di Bukhara, l’EBRU si è diffuso lungo la Via della Seta fino in Iran, India e nei Paesi Arabi.
Presso gli Ottomani l’EBRU veniva utilizzato come foglio di guardia dei libri e nella confezione di “Murakka Kıta” ovvero cartoni fatti a mano e ricoperti di carta, su cui scrivevano i calligrafi. Gli esemplari più antichi in nostro possesso sono quelli del 1447, esposti nella biblioteca del Palazzo di Topkapı, insieme con il testo del “Malik-i Deylemi” del 1554. Durante l’Impero Ottomano, un testo del 1608 intitolato “Tertib’i Risale’i Ebri” trattava della tecnica EBRU e dal contenuto risulta che esistevano anche altri scritti sulla materia, ma non sono pervenuti fino a noi. L’EBRU era anche utilizzato nei documenti importanti e nelle carte valori, perché faceva apparire subito cancellature e raschiature. Inoltre, quaderni realizzati con tutte le pagine di carta marmorizzata venivano offerti dal Palazzo Imperiale alle famiglie reali d’Europa e agli ambasciatori stranieri presenti ad Istanbul, suscitandone l’ammirazione. Da allora, grandi quantità di carta marmorizzata e di quaderni realizzati con essa sono stati spediti e si spediscono ancora da Istanbul in Europa.
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