DIABETE: NON ESISTE UNA CURA, MA LO SI PUO’ LIMITARE

 

Una cura per il diabete non esiste ancora, ma esiste la concreta possibilità di limitare che esso, pur non essendo una patologia trasmissibile, diventi ancora più diffuso di quanto non sia già. 

I dati forniti dall’UE sono agghiaccianti: ne sono affetti più di 23 milioni di persone, pari circa al 10% dell’intera popolazione europea e altri 32 milioni sono intolleranti al glucosio con possibile rischio di evoluzione in diabete clinico conclamato. Si prevede che in Europa il numero di persone diabetiche aumenti del 16,6% entro il 2030 a causa della pandemia dell’obesità, dell’invecchiamento della popolazione e di altri fattori legati allo stile di vita. 

Altro dato preoccupante è che il diabete di tipo 2, che può insorgere a qualunque età e in cui l’organismo produce insulina in maniera insufficiente, riduce la speranza di vita di 5-10 anni e di addirittura 20 anni quello di tipo 1 , tipico nei bambini, in cui il sistema immunitario attacca alcune cellule del pancreas bloccando la produzione dell’insulina.

Basti pensare che ogni anno nell’UE muoiono 325 mila persone diabetiche.

Tutto questo è inaccettabile e, per queste ragioni, il Parlamento Europeo ha indetto, a seguito di una votazione effettuatasi il 14 marzo, la programmazione di interventi forti per la lotta contro questa malattia attraverso campagne di prevenzione, screening, trattamento e ricerca.

L’Aiad di Ragusa, impegnata da anni in questa lotta, lancia un messaggio:

“ E’ già sufficiente una semplice goccia di sangue – ha detto la Presidente Gianna Miceli – attraverso la punzonatura sul dito, che si può individuare precocemente la malattia e prendere i dovuti accorgimenti. Ma ciò che conta, per prevenirla, è un corretto stile di vita fatto di sana alimentazione e movimento. Già rinunciare  a prendere l’ascensore e fare le scale è un ottimo inizio”.

In tal senso, l’Aiad, ha in programma un calendario fitto di appuntamenti mirati all’informazione nelle scuole, nelle piazze, nelle manifestazioni pubbliche affinchè attraverso la conoscenza si possa innanzitutto prevenire.

 

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