Dalla Libia alla Sicilia: fermati due presunti scafisti dopo lo sbarco di 62 migranti a Pozzallo

Operazione congiunta della Squadra Mobile della Polizia di Stato e della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Pozzallo, che ha portato al fermo di due presunti scafisti di nazionalità bangladese, ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

I due uomini, di 27 e 26 anni, sono accusati di aver condotto un’imbarcazione carica di 62 migranti, quasi tutti connazionali, partita dalle coste libiche e intercettata in acque internazionali nella giornata di mercoledì 15 ottobre. L’operazione si è conclusa con lo sbarco nel porto di Pozzallo, dove sono state immediatamente avviate le procedure di identificazione e assistenza ai naufraghi.

Dalla Libia alla Sicilia: l’ennesimo viaggio della disperazione

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’imbarcazione – un natante in vetroresina di piccole dimensioni – aveva affrontato la traversata del Mediterraneo con gravi rischi per la sicurezza dei migranti, costretti a viaggiare in condizioni estreme.
L’allarme era scattato dopo la segnalazione della Capitaneria di Porto, che aveva individuato il mezzo in difficoltà in acque internazionali, procedendo all’intercettazione e al soccorso.

Le indagini e il fermo

Subito dopo lo sbarco, gli investigatori della Squadra Mobile di Ragusa e della Guardia di Finanza hanno avviato un’accurata attività di ascolto dei migranti. Diversi testimoni hanno indicato i due giovani connazionali come coloro che avevano condotto l’imbarcazione durante il viaggio dalla Libia all’Italia.

Alla luce delle testimonianze raccolte e delle evidenze emerse, le autorità hanno proceduto al fermo di polizia giudiziaria dei due presunti scafisti, successivamente trasferiti presso la Casa Circondariale di Ragusa e posti a disposizione della Procura della Repubblica. La Procura di Ragusa coordina le indagini

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa coordina ora le indagini per ricostruire la rete di supporto che avrebbe organizzato la traversata. Gli inquirenti sospettano che i due giovani facciano parte di una filiera criminale internazionale dedita al traffico di migranti dal Nord Africa verso le coste siciliane.

Foto: repertorio

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