CULTURA INTROVABILE: LA CITTÀ HA QUELLO CHE SI MERITA

Egregio Direttore, non ci sono segnali sulla cultura, tutti sono intenti a discutere del vile denaro, si parla del bilancio come se i nuovi amministratori avessero dovuto calcare, per forza, le orme dei predecessori, tutti sono intenti a sparare alzo zero, contro tutto e contro tutti. Temi dominanti della critica sono le politiche assistenzialistiche con cui, ormai, abbiamo abituato la gente. Non si è parlato d’altro, perché questi sono ritenuti i temi per attrarre il consenso dell’opinione pubblica, fondo di microcredito per le imprese e le famiglie, fondi per gli indigenti e i disagiati in genere. Non ci sono stati altri argomenti.

L’ambiente, i lavori pubblici, le manutenzioni, il verde pubblico, le spiagge, il turismo, i centri storici, il patrimonio artistico architettonico non fanno presa sul grande pubblico. Meglio una intervista sul bando per la pulizia dei cessi pubblici che chiedere perché, dopo anni, la biblioteca del Castello di Donnafugata è ancora chiusa. Se ancora dopo sei mesi l’Assessore non ne ha fatto cenno, vuol dire che è cambiato ben poco. Tutto è immutabile, come prima.

Ma questo vuol dire che la città ha quello che si merita: se nessuno parla di cultura, a cominciare dall’Assessore, vuol dire che c’è poca sete di cultura. Lo si vede anche dai commenti dei lettori sul suo giornale: si parla di tutto, fuorché di cultura. La gente è più interessata a chi si aggiudica la gara per il teatrino o per chi deve accalappiare i cani che non a che cosa ci sarà di cultura nel programma di Natale.

E non mi vengano a dire che non ci sono soldi, è una favola buona per gli spettacolini di Natale, non negate che la cultura si pratica anche con poco.

Cultura è una conferenza, un incontro, un documentario, la presentazione di una ricerca, di un lavoro, della storia della nostra città. Cultura significa coinvolgere i giovani, significa espressioni come La Fiumara d’Arte di Castel di Tusa o come La Porta della Bellezza di Librino.

Qui, forse, non si riunisce nemmeno la Commissione Cultura, non se ne sente l’esigenza, tutte le interrogazioni e i comunicati  dell’opposizione sconoscono l’argomento cultura, forse sono tutti amici di Tremonti, secondo cui con la cultura non si mangia.

D’altra parte se il 70% di quelli che sono andati a votare ha espresso una preferenza e questa preferenza di cultura non ne parla vuol dire che questo si merita la città, ancora di più se nessuno parla e nessuno si lamenta. Prima aveva la delega e c’era il silenzio perché aveva troppo da fare, ora c’è l’assessore ma la situazione è la stessa. Cultura non è spostare musei o parlare di centro storico con la presunta intellighenzia locale oppure ancora spacciando la vendita della birra piccola per rivitalizzazione culturale della città.

Lettera firmata

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