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CRISTO SI E’ FERMATO A LAMPEDUSA, ALLAH E’ SOLAMENTE SBARCATO.
07 Gen 2014 11:17
Il libro di Fabio Manenti, presentato alla drogheria Delicatessen, è un dono di condivisione di esperienze e fatti visti con la lente di ingrandimento, di chi si è recato sul luogo abbandonato dalla sua madre Italia, Lampedusa, per osservare da vicino le dinamiche interne di un’isola investita da invasioni di sopravvivenza.
Un Ade nel più profondo sud: calore infernale e mare cristallino soffocatore di respiri umani.
Il giornalista Maurizio Chierici, intervenuto alla presentazione, ha elogiato il grande ed impegnato lavoro di Manenti, mettendo in luce la potenza della scrittura capace di andare in fondo all’essenza della tragedia, di diventare parte di quel dolore, di quella disperazione; l’eleganza della scrittura permette di passare alla storia con pregnanza: una meraviglia che dura nel tempo.
Lo scrittore Manenti ha voluto offrire una testimonianza personale vissuta a Lampedusa, condivisa con due isolani: Alberto e Maddalena, che hanno potuto dare ancora più luce sui problemi esistenti sull’isola, dalla sanità all’istruzione. A Lampedusa manca un ospedale dove poter partorire e le donne gravide sono costrette ad abbandonare l’isola per ricevere il soccorso medico. In quanto all’istruzione gli studenti si trovano costretti ad accontentarsi delle strutture e materie messe a disposizione dal liceo Scientifico, o lasciare l’isola all’età di 14 anni per inseguire le proprie passioni; un sistema didattico interno colmo di fossi e di assenze che sfociano in un apprendimento discontinuo e diseducativo.
Il malum di Lampedusa si ritrova anche nello sbarco di tantissimi immigrati nelle sue coste, disperati che fuggono dall’Africa per fame o per guerre cercando un aiuto altrove. I lampedusani si trovano investiti da prese di posizione contraddittorie, in conseguenza delle quali la loro umanità prevale offrendo ospitalità a questa povera gente, ma al tempo stesso diventa una lama a doppio taglio che trafigge le loro risorse economiche fondate sul turismo.
Manenti nel suo libro offre una visione più dettagliata e straziante di ciò che lui direttamente ha osservato sui luoghi: il mare, il cielo, e i teli di plastica su cui adagiare cadaveri salmastri; un porto ferito alla gola e costretto ad un mostruoso silenzio; tra le dita grani di corona su cui contare morte e dolore, disperazione e fame, caos e sgomento. Vite spezzate dalla privazione di ossigeno, inghiottite da tumulti ondeggianti senza capacità fisico-dinamiche di contrasto alla sopravvivenza. L’infanzia che si spoglia di innocenza per vestirsi di orrore e morte.
Un’isola atemporale in cui gli sbarchi fanno risvegliare le lancette di un orologio solare assonnato, danno il ritmo di marcia funebre in un’orchestra priva di strumenti e direttore, in cui si cerca di far sopravvivere le note dello spartito senza lacrime che ne piangano la fine vitale.
Lampedusa: grembo di accoglienza di vita e di morte dei suoi figli illegittimi abbandonati e smarriti.
Non va dimenticato che la Sicilia contiene in sé la forza di tutte le sue dominazioni straniere: guerriera senza armi ma con il coraggio nelle sue membra.
Fabio Manenti: profondo scrittore e giornalista, che sfonda le barriere dell’ipocrisia, per sbattere in faccia il malsano ancora imperante in un’isola ignorata dagli uomini “potenti” ma non da Dio.
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