COSì BEVVE BELLAVISTA

Così parlò Bellavista è il titolo di un romanzo di Luciano De Crescenzo sulla filosofia di vita del popolo napoletano. Durante lo svolgersi del romanzo, la discussione tra il professore Bellavista e i suoi amici è accompagnata da varie bottiglie di vino delle zone di Gragnano e di Lettere. I vini in questione erano già celebri quando Mario Soldati intraprese il suo viaggio alla scoperta dei vini italiani.

Oggi i vini di Gragnano e di Lettere rientrano nel disciplinare della DOC Penisola Sorrentina, che comprende come zona territoriale di produzione proprio questa penisola.

Da qui vengono prodotti sia vini bianchi sia rossi da numerosi vitigni. Falanghina, biancolella e greco bianco sono i più importanti per il bianco, mentre piedirosso, sciascinoso, conosciuto anche con il nome di olivella, e aglianico per il rosso. Ma il vino tradizionale della penisola Sorrentina, che cercava con tanto ardore Soldati e che si beveva in casa di Bellavista, è, però, un vino rosso frizzante. Non accaso il disciplinare di produzione prevede per il rosso frizzante tre sottozone, Gragnano, Lettere e Sorrento, che godono delle possibilità di riportare in etichetta il comune d’origine.

Meno conosciuto quello di Sorrento, i vini frizzanti di Gragnano e di Lettere non presentano particolari differenze, anche perché il carattere di questi vini sta nella loro facile beva e nella semplicità degli aromi che li contraddistinguono. Un vino, quindi, semplice, ma che si fa apprezzare per le sue doti di facile approccio e per le sue innumerevoli capacità di abbinamento con la cucina napoletana. Alternativa con una pizza per chi non ama la birra, si accompagna ottimamente alle salsicce di maiale e friarelli, nonché a fritti, calzoni e torte rustiche.

La difficile reperibilità in passato di questo prodotto fuori dalla provincia di Napoli, tutt’oggi non è molto comune trovarlo, lo ha preservato da un pericoloso imbastardimento, come è successo al Lambrusco a causa del suo enorme successo commerciale.

Il Gragnano e il Lettere sono sì vini rossi frizzanti come il Lambrusco, ma a differenza di questo si caratterizzano per una minore morbidezza, poiché non presentano residuo zuccherino, e per il ventaglio olfattivo, che è sì semplice come quello del Lambrusco, ma presenta un carattere meno monocorde, poiché il fruttato non è eccessivamente in primo piano, ma soprattutto per la presenza nell’uvaggio dell’aglianico che dona al vino una maggiore verve tannica e un bagaglio olfattivo più intrigante, pur mantenendo le sue doti di semplicità.

Il vino rosso frizzante qui prodotto è così celebre a Napoli, che ha tolto spazio agli altri vini che il disciplinare permette di produrre. Infatti, i bianchi prodotti nella penisola Sorrentina sono molto semplici, ma soprattutto mancano di un carattere che li contraddistingua rispetto ad altri vini campani e stesso discorso vale per i rossi fermi qui prodotti, che sono comunque di difficile reperimento.

 

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