Un nuovo esame del sangue che rileva istantaneamente tre tipi di cancro con l’aiuto dell’intelligenza artificiale suscita speranze. Gli scienziati cinesi hanno testato il test su persone sane e pazienti con diagnosi di cancro al pancreas, allo stomaco o al colon. Il test è stato in grado di identificare i pazienti in pochi minuti con […]
CON QUALI CRITERI SI SCEGLIE QUALE POPOLO DEVE ESSERE SACRIFICATO ALLA RAGION DI STATO O ALLA RAGION ECONOMICA?
01 Apr 2012 06:06
Sembra tratto dalla commedia dell’assurdo: Niscemi, città del profondo sud che vive il grande dramma contemporaneo della disoccupazione, dell’emarginazione, dell’emigrazione e del degrado, se andrà avanti il progetto di installazione della stazione terrestre del MUOS, diventerà sede di ” una delle maggiori infrastrutture di guerra planetario”e salirà alla ribalta internazionale in quanto città che ospita un “sistema di trasferimento d’informazioni e dati ad una velocità mai raggiunta nella storia delle telecomunicazioni grazie alle potentissime antenne ad altissima frequenza (UHF)”.
Solo che bisogna aggiungere la seguente importante postilla:”la cui incompatibilità con l’uomo e l’ambiente è cosa ormai accertata”. Ma questo ormai è noto a tutti, si tratta solo di prenderne coscienza, di sensibilizzare e sensibilizzarsi.
31 marzo 2012. Vittoria, Piazza Stazione. Ore 8: si parte per Niscemi per partecipare al corteo indetto dal comitato dei Sindaci dei Comuni del comprensorio interessato (Niscemi, Comiso, Riesi, Acate, Butera, Gela, San Cono, Mazzarrone, Mirabella Imbaccari, Chiaramonte Gulfi, Vittoria, Piazza Armerina, Caltagirone, San Michele di Ganzaria e Mazzarino) a sostegno della petizione fatta alla Regione Siciliana e al Consiglio dei Ministri di adottare “ogni utile provvedimento finalizzato alla revoca delle rispettive autorizzazioni rilasciate per l’inizio dei lavori del MUOS”.
Mi colpisce la presenza di rappresentanti dell”AUSER” e di gruppi spontanei di anziani; non tantissimi i giovani, tra i quali riconosco i rappresentanti di alcune classi del liceo Mazzini, ma nessun docente o direttore scolastico.
A Niscemi, al punto di raccolta, ad aspettarci solo i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, dei centri sociali e dei vari partiti politici dell’intero comprensorio interessato; in totale solitudine i giovani del comitato NoMuos di Niscemi.
Il piccolo corteo si muove: i promotori armati di megafono invitano la gente che si affaccia come passasse la processione del Santo ad unirsi, ad ingrossare le fila perche se si era lì era per fare muro contro chi li considera merce da scambio. Silenzio. Le risposte sono invece venute dai ragazzi di una scuola affacciati alle finestre delle aule (era certamente l’ora della ricreazione, avevano i panini in mano): “non è niente vero l’allarmismo sul Muos”;”non ne so niente”;” non mi interessa”,” cose politiche”.
Mi chiedo dove sia andata la scuola; una scuola che rinuncia alla sua funzione informativa ed educativa, una scuola che rinuncia a formare il cives è una scuola che ha abdicato al suo ruolo, che ha fallito.
Il corteo si snoda per le strade, strade larghe, tutte uguali, senza nessun decoro urbano, sulle quali si affacciano case dalle facciate non rifinite, sormontate da enormi terribili serbatoi d’acqua che nessun sottotetto provvede a nascondere, ma che fanno di Niscemi una lunga interminabile periferia. Eppure si cammina su un lastricato antico, prezioso, bellissimo, come bellissima è la piazza dove il corteo si ferma per ascoltare gli interventi conclusivi e darsi appuntamento alle prossime forme di resistenza.
Mi sono distratta; mi guardo intorno e penso che non deve essere facile per un giovane vivere in un paese che non ha saputo tutelare il proprio centro storico,che ne è la memoria,e che deve lottare per emergere da un sonno forse ormai secolare che lo ha reso terra da esproprio.” Niscemi svegliati”, gridano i giovani, ed io penso che fino a quando non ci sarà una vittima da offrire non succederà niente.
Occorre accendere i riflettori, i riflettori più potenti del mondo, per vincere l’ingiustizia che si sta perpetrando. Forse possono farlo gli uomini di cultura, i grandi opinionisti, il grande giornalismo d’inchiesta, il Parlamento Europeo.
Al ritorno verso il pullman un ragazzo del posto si offre di darci un passaggio in macchina : ammiro la sua gentilezza spontanea, non gli avevamo chiesto niente. Mi dico che fin quando esistono giovani così la speranza non muore. Gli raccontiamo che siamo venuti da Vittoria per il corteo contro il Muos; lui ci guarda, e poi, sorridendo, come a scusarsi: “io non so niente; io lavoro”.
© Riproduzione riservata
Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it