Con il dialogo immaginario tra Gesualdo Bufalino ed Elvira Sellerio si è conclusa la seconda edizione de “L’ingegnere di Babele”

Il pensiero, i testi e le parole di Gesualdo Bufalino hanno attraversato il loggiato della Fondazione Bufalino incontrando diversi linguaggi dell’arte e palesando un’attualità nei contenuti e una ricercatezza della forma che hanno reso la seconda edizione del festival “L’ingegnere di Babele” un gioiello dell’offerta culturale del territorio ibleo. L’esplorazione dei linguaggi che popolano questa era della mutazione, linguaggi creativi in continua trasformazione, hanno trovato nell’opera bufaliniana un continuum che ha unito i vari appuntamenti, ed è stata testimonianza di una capacità di dialogo ed evoluzione in un clima raffinato e intimo. Sabato sera l’ultimo doppio appuntamento con la manifestazione promossa dalla Fondazione Bufalino presieduta dall’on. Giuseppe Digiacomo.

E’ stato il sindaco di Comiso Maria Rita Schembari a presentare il poeta Fernando Lena, autore raffinato, di origini comisane, che attraverso i versi del suo “Black Sicily” (edizioni Arcipelago Itaca) ha mostrato la dicotomia dell’esistenza in un gioco di ironia e amarezza, raccontando scene di vivida realtà. A seguire il recital di Salvo Giorgio “Il sortilegio delle ombre”, con Lella Lombardo, Matteo Tomasello e Ambra Denaro. Un omaggio alla figura di Gesualdo Bufalino, il premiato scrittore comisano che con la sua scrittura barocca ma non ridondante, ha regalato al mondo una prosa di altissima levatura linguistica e profondissima sensibilità umana. E la sua storia personale è rivissuta in scena nel dialogo immaginario con l’editrice Elvira Sellerio.

La seconda edizione del festival, che ha visto tra gli ultimi appuntamenti due serate particolari come quella con il cantautore Giovanni Caccamo e quella dedicata al romanzo “Le menzogne della notte” con cui Bufalino vinse il premio Strega, dal 18 giugno ha accompagnato i numerosi spettatori in un intenso viaggio verso le contaminazioni culturali, in un incontro tra letteratura, pittura, musica e teatro. “Anche se una rassegna ha bisogno di un periodo di rodaggio di tre – quattro edizioni, queste prime due edizioni hanno dato dei risultati soddisfacenti in termini di partecipazione e di qualità – spiega il presidente Digiacomo – Siamo assolutamente soddisfatti, credo che abbiamo perseguito il fine ultimo istituzionale della Fondazione, quello di rendere vivo, presente, con noi e tra noi, questo straordinario scrittore, uno dei più importanti del Novecento italiano. E l’abbiamo fatto incrociando più linguaggi, creando cortocircuiti positivi, parlando anche ai giovani tramite i social. Stiamo già lavorando alle prossime edizioni”.

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