CIPRIA E ROSSETTO, MA CON INTELLIGENZA

Una sera d’estate di qualche anno fa passai per caso davanti a due ragazzi. Lei, un microfono e uno sgabello. Lui, una chitarra. Un duo acustico d’estate, pensai, forse non è quello che ci vorrebbe. E con estrema curiosità (e con l’aria di chi pensa: “Vediamo se svoltano la serata!) mi avvicinai. Lei cominciò a cantare. Invase e riempì quello spazio aperto (era uno chalet sulla spiaggia!) di brividi e di occhi spalancati. Una potenza vocale incredibile. E immediatamente (come reazione automatica del mio essere siciliana!) mi riempì d’orgoglio. La mia terra era fertile, come avevo sempre saputo.

Cassandra Raffaele l’ho “conosciuta” così, per un colpo di fortuna, in una di quelle serate estive in cui l’unico appuntamento che hai è con la sedia di qualche bar.

In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Cipria e Rossetto”, prodotto dalla casa discografica “Non ho l’età”, quell’orgoglio siciliano mi ha portato a volerle fare qualche domanda, a voler riconfermare l’idea che la Sicilia non è sterile, non è vuota. E vuota non è la sua gente.

 La tua terra d’origine è la Sicilia, la città di Vittoria per la precisione. Che valenza ha per te l’essere siciliana, sia nella vita che in ambito musicale?

Ha un valore profondo, viscerale. I segni della tua terra te li porti dentro ed emergono di più proprio quando stai un po’ fuori, sia positivi che negativi essi siano. Ultimamente ho avuto proprio desiderio di parlare il mio dialetto per sentirmi a casa! Siciliana per quel senso di adattamento e voglia di fare che ci hanno insegnato e trasmesso i nostri nonni che emigravano in nord Italia o in Germania per lavorare.  Siciliana nei miei testi e nella mia musica anche, si.  L’arrangiamento degli archi  di “cipria e rossetto” , affidata al maestro Peppe Arezzo, ha dei riecheggiamenti arabeggianti che ascoltando il brano tutte le volte, mi fanno gustare la mia terra e la mia  provincia. La Sicilia per questo è una gran bella poesia. Ma se diventa racconto, propone anche sfaccettature che non leggo volentieri! La poca voglia di fare dei giovani, se non di tutti della grande maggioranza,  la precarietà delle infrastrutture…

 Sei del parere che la Sicilia non offra futuro ai giovani (pensiero di troppi, ahimè!) oppure anche a te piacerebbe “rivoltare il sistema” e dare vita a quello che ancora non c’è (mi riferisco in particolare alle scarse- o troppo nascoste!- attività culturali che la nostra provincia offre)?

Bufalino scriveva: è un diritto partire ed un dovere ritornare. Si, il lavoro e’ precario, anche se adesso lo è un po’ dovunque. È ovvio che , delle volte, nasca l’esigenza di lasciare tutto e trovare fortuna fuori. Nel portare il tuo bagaglio nella tua città e lasciare qualcosa. I giovani sono fondamentali in questo! Mi fa male vedere la mancanza di entusiasmo di parecchi giovani, anche della mia città, che sembrano avere perso la voglia di fare prima ancora di averla conosciuta! E soprattutto il coraggio di cercare strade e di cambiare quelle che ci sono! Ecco , quando torno giù purtroppo, respiro un po’ l’aria della gente che ha imparato a contare fino a 4 e non sa e non gli interessa sapere che esiste il 5 , il 6 etc. Si accontenta!

 “Cipria e rossetto” è il titolo del tuo nuovo singolo.  Episodio autobiografico o semplice desiderio di risvegliare il valore “donna” in tutta la comunità femminile?

In “Cipria e rossetto” ci sono anche io, ci sono molte donne e molti uomini ! Puoi leggerla  rivolta alle donne come invito a non esagerare nel tentativo di creare un’ immagine di “femme fatale” che poi all’ improvviso crolla! Se non vogliamo essere mercificate, dobbiamo essere innanzitutto noi a non proporci come merce. E poi puoi rivolgerla agli uomini: uomini guardate anche quello che c’ è dietro al trucco e soprattutto conquistateci con un sentimento concreto ma non fatto di regali e balocchi  futili , fatto di concretezze affettive!

 Tu hai un ukulele rosa. Perché proprio rosa?

Ahahah! Rosa perchè l’ho comprato in un momento un po’ grigio e allora avevo bisogno di un monito a ricordarmi di guardare in rosa la vita. Il rosa è un colore che comunque adoro! Mi fa pensare  all’infanzia e alle prime volte che realizzi  ” le cose delle femminucce” e  “dei maschietti”. Credo che la differenza sessuale,  che ognuno può esprimere come sente, sia un elemento fondamentale per il confronto sociale!  

Questo rappresenta materialmente la tua voglia di “femminismo”?

Beh in un certo senso, ma inteso come rispetto della differenza che c’è tra uomo e donna che è motivo di ricchezza, senza volere per forza dimostrare quale supremazia ! Paritario, ad esempio in politica o negli ambiti amministrativi o sociali,  per me è un discorso del tipo” Mettiamo una persona che sia in gamba se se lo merita” e non un discorso della serie ” mettiamo una femmina, che fa cool!”. Cosi diventiamo stereotipi sterili che non portano niente, non fanno avanzare  gente in gamba , ma solo concetti vuoti.

Il video-clip di “Cipria e Rossetto” sembra avere un’ambientazione “vintage”. Percepisco un ambiente da “English-breakfast”,  almeno dalle foto del backstage. È una giusta sensazione?

Per certi versi si. È stato girato in casa di una  ballerina di flamenco milanese, Mara Terzi, che si e’ prestata a “donare” per qualche ora casa sua, per le riprese d’interno. Una casa piena di vita e di passione, di oggetti e di un  disordine che ti racconta qualcosa.

Solo la prima parte si svolge qui … Poi è tutto “on the street”! Insomma descrive il mio mondo.

Il “vintage” è un tuo tratto distintivo: l’abbigliamento, il sound della tua musica e anche la tua voce, che richiama grandi donne come Nina Simone, Etta James e via dicendo…

Loro sono grandi!

…quanto ci tieni a questa tua peculiarità? È visibile che il “vintage” tu ce l’hai nel sangue, ma non credi che oggi sia un po’ troppo diffuso per essere uno stile di vita e non una “moda”?

Per me fortissimamente Vintage non è una moda ma un valore che ti porti dentro!

Vintage è mio padre e i suoi dischi di Aretha Franklin, dei Beatles.

Vintage è il sessantotto ed io  che purtroppo non c’ero ! E’ la rivoluzione, che ora sembra essere un argomento solo da salotto…

Vintage è quel tempo appunto quando la pace era un mezzo e non un fine armato.

Vintage è il rispetto per chi ha vissuto e può insegnarci tanto.

Dopo la tua performance a “Parla con me”( il programma di Serena Dandini, in onda su Raitre ndr) Elio ti ha definito “una bestia”. Difficile starti dietro, ha detto. Che tipo di “bestia” musicale sei?

Ahahah! A volte indomabile e non ammaestrabile, ma se mi porgi una carota ti sorrido!

Cos’è cambiato oggi rispetto agli anni precedenti? Oltre al fatto di avere un progetto musicale che adesso ti impegna la vita, s’intende.

Ho più consapevolezza delle mie ragioni di cuore e di testa. Sono cambiate un po’ di abitudini, planning che prima avevano delle ore dedicate alla musica minori. Il mio presente è musica h24 con tutto quello che comporta negli affetti e nella vita sociale e ringrazio Dio di non essere sola a gestire.

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