Chi parla col proprio cane o gatto è da ricovero?

La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola.

Anche se noi, per non apparire matti, evitiamo di fare lunghe conversazioni con gli animali (e con gli alberi), nondimeno loro ci parlano. Ci avvisano. 

Ieri mi è successa una cosa magicomica. Di ritorno a casa, stavolta, misteriosamente non sono stato assaltato da un batuffolo bianco (detto cane) leccantibus come un autolavaggio per giacconi for men. E inoltre il gattino era insolitamente miagoloso, lui che solitamente parla pochissimo. Nervoso come un leone, pretendeva la mia attenzione (fa anche rima). Infine, ho arguito cosa volesse dirmi: il suo peloso compagno di giochi (dicesi cane) era uscito dal cancello e si era perso. “E ora? Campagne campagne per chilometri. Non lo troverò più. Non mi troverà più! Addio.” 

Stocasio! Sì. Lucio Anneo Stocasio. Mi vennero in mente le parole del filosofo e poeta Stocasio, il quale, nel III secolo a. C. aforismava: “Se hai smarrito il tuo bene più prezioso, dai ascolto al suo amico peloso e fischia, fischia come il più tonante dei pastori delle piane di Girgenti! Ed egli ti risponderà.” 

Fischiai. E fu grande risuono nella piana. E non tardò a raggiungermi il gemito di un insistente abbaio. Di uno scemo che io e gatto solidale corremmo a recuperare. Stocasio. È micidiale. Stocasio.

La Psicologia Animale. Ditemi, ha senso sottovalutarla ancora, nel 2023? La sensibilità degli animali è toccata anche dalla stagione delle tragedie di guerra e di mare, sulla scia del long covid di una fu-pandemia (incrociamo le dita delle zampe). Ho le prove. I miei due. Da settimane non sono più gli stessi. Non sono normali come prima. Per carità, il gatto continua ad abbaiare. E il cane continua a miagolare. Dormono sempre insieme e non litigano mai (in barba alle vagonate di cartoni TV che mi hanno mentito sul rapporto tra cane e gatto). E tuttavia, devo dirlo, hanno meno appetito: non sbranano più pentolate di croccantini e bocconcini. E mi lasciano persino assaggiare la mia lasagna ai broccoli di bosco. In santa pace. E leccano e assalgono con più moderazione (quando rientro a casa da lavoro). Tradendo a volte una sottile malinconia. 

Forse entrambi si domandano perché cani e gatti altrove sono bombardati senza ragione. Io credo che siano entrambi addolorati e risentiti. Anche in un legame a distanza coi loro simili. Io credo nelle incatsature sincroniche delle creature sensibili di questo mondo. A Roma, alla Sapienza, non me lo hanno mai spiegato in sei anni gloriosi di Università: gli animali sentono letteralmente tutto. Anche le cose in apparenza più distanti e ineffabili e in tutte le profondità possibili. Avvertono anche il mood sui social. Anche se raramente pubblicano lunghi post su Facebook. E non scrivono quasi mai nelle rubriche dei giornali. Quasi mai.

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