CHI CI CREDE?

E’ caduto un altro mito. Lo sport è ancora il ciclismo, questa volta tocca a Cipollini. Secondo una documentazione scovata dalla Gazzetta dello Sport, non dalla Voce di Pachino, anche Cipollini avrebbe usufruito delle cure proibite di Fuentes, il medico spagnolo stregone specializzato nel pompare gli atleti.

Decade agli occhi dei veri sportivi un altro campione di scorrettezza, uno che ha mietuto vittorie di tappa e anche un titolo mondiale prendendo in giro milioni di tifosi che lo hanno osannato ed esaltato per anni.

L’aspetto più sconcertante della questione è che si vuole far passare la scoperta per un passaggio  normale, c’è chi dice che le pratiche proibite sono diffuse a tutti i livelli di agonismo, addirittura Armstrong, il campione americano a cui sono state idealmente tolte tutte le vittorie al Tour de France, ha trovato l’intervistatrice con cui intavolare un discorso finalizzato al pentimento ufficiale che non lo avrebbe riabilitato ma gli avrebbe consentito di partecipare a particolari gare di ciclismo.

Questo atteggiamento permissivo denota la fondamentale e voluta inerzia di un settore profondamente bacato e corrotto, che, forse si muove solo per i grossi interessi economici che si muovono attorno a questo sport, come anche per altre specialità. C’è stato un periodo in cui la carovana del Giro d’Italia aveva cooptato le vetture della Guardia di Finanza al seguito per blitz ad ogni finale di tappa nelle camere d’albergo dove i ciclisti si rifocillavano con le misture della strega. Ormai non si contano gli accusati di doping ma la gente, pur di fronte al nemmeno tanto smentito sospetto che tutto l’ambiente faccia uso di sostanze proibite, continua ad affollare, per esempio, i tornanti di montagna per incitare i propri beniamini nelle tappe più difficili, salvo scoprire che, dopo attese di ore e pochi secondi per il passaggio dei corridori, non si arriva nemmeno a casa per sentire che qualcuno è stato squalificato, come mi è successo una volta, dopo aver seguito una memorabile tappa di montagna in televisione, a cui mi ero appassionato per le prestazioni di un tale che, la mattina dopo, fu invitato a tornare a casa.

Da allora non riesco a d intenerirmi per nessuna impresa sportiva e non capisco perché la gente abbia difficoltà ad aprire gli occhi.

Altri sport sono apparentemente indenni dal doping ma soffrono di altre disgrazie, come nel caso del calcio insozzato dal fenomeno delle scommesse clandestine e delle partite truccate.

Ci sono stati casi eclatanti, ci sono stati anche episodi di corruzione arbitrale, ma la gente continua a seguire con entusiasmo le vicende calcistiche, senza un minimo dubbio che ci possa essere qualcosa di losco, salvo scoprirlo qualche anno dopo.

E il dio denaro spopola anche in altri sport che si muovono solo per ragioni di carattere economico. Vedi la Formula 1 dove la sana competizione fra quelli che riescono a non staccare il piede dall’acceleratore  è sacrificata sull’altare di regolamenti infernali che devono imporre, gomme, congegni elettronici, aerodinamica e potenza dei  motori secondo norme dettate dai poteri forti che dominano nel settore. Una volta si restava esterrefatti per le per le imprese di un tale Jacki Ickx, pilota belga che riusciva a strapare tempi eccezionali anche sotto il diluvio universale, guidando come sull’asciutto. Oggi, alle prime gocce di pioggia, la gara viene rallentata o addirittura fermata. Cosa resta della sana competizione sportiva ? Nulla.

Abbiamo preso in esame tre fra gli sport più diffusi: in uno si vince con il doping, nell’altro si truccano le partite, in un altro ancora si sottomette tutto agli interessi economici.

Quando capirà la gente?                                     

 

 

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