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CARLO RUTA E LA SUA INCHIESTA SULLA MORTE DI “NICOLAS GIUDICI, VITTIMA DIMENTICATA”
24 Ott 2011 10:24
“Nicolas, vittima dimenticata” è l’ultima inchiesta del giornalista, saggista e storico ragusano Carlo Ruta indicativa della condizione della Corsica e dei modi di essere della Francia di Chirac e di Sarkozy.
Uscita sul numero di ottobre nella rivista “Narcomafie”, Ruta parla di un uomo che prima di morire faceva il suo stesso mestiere: scriveva per denunciare, informare, per far aprire gli occhi su questioni dimenticate troppo presto o mai prese in considerazione né dai grandi del potere né dall’opinione pubblica.
Nicolas Giudici era un giornalista còrso. Finiti gli studi era andato a vivere a Cannes senza mai però perdere i contatti con la sua isola d’origine, dove vivevano genitori e dove ancora adesso vivono le sorelle.
Dopo la collaborazione con alcune testate francesi aveva deciso di dedicarsi alla scrittura saggistica. Inizia così a scrivere dei problemi interni della sua isola: “egli denunciava tanto le ingiustizie del potere pubblico e l’assenza di una legalità autorevole, quanto i gruppi nazionalisti dell’isola, dilaniati da guerre intestine e disponibili, in alcuni casi, ad accordi con il milieu, la mafia della Corsica”.
Aveva continuato su questa strada evidenziando le cause di disagio della sua terra quasi del tutte ignorate dallo Stato francese, denunciando tra le altre cose le “faide tra le famiglie, i silenzi, il fratricidio, l’emarginazione, la legge arcaica del sangue”.
Nel 2001 Giudici viene assassinato: poco tempo dopo le indagini portano all’arresto di un balordo che dopo essere stato rilasciato, muore in circostanza non del tutto chiare.
Gli inquirenti abbandonano subito la pista politica o mafiosa: “non era un nemico della Corsica” e non aveva ricevuto minacce alcune.
Così, con la morte del presunto assassino di Nicolas le indagini si bloccano e la fine del giornalista còrso rimane solo causa di una sventurata sorte.
Ma alcuni non ci credono e ancora oggi si chiedono se c’era qualcuno che aveva interesse a far tacere Giudici.
Carlo Ruta si sofferma però su un altro aspetto della vicenda, fondamentale: “Il saggista còrso” – scrive – “ucciso a 52 anni, ha scritto una pagina esemplare nella storia civile della sua isola e in quella della Francia. La sua lezione ha lasciato tracce significative, nella ricerca socio-antropologica sull’isola della bellezza e nel vivo del Paese”. Tuttavia la sua vicenda e la sua figura rimangono sconosciuti in Italia e in altri paesi dell’Europa.
La Francia, da Chirac a Sarkozy, ha tenuto un silenzio ostinato, che ancora oggi insiste. Si è deciso che non fosse importante dare i giusti omaggi a un intellettuale che amava la sua Corsica talmente tanto da voler provare a curarla dalle piaghe che l’affliggevano, e l’affliggono tuttora, mettendo a conoscenza chi ignorava nel modo in cui sapeva farlo: scrivendo.
Sono passati dieci anni dalla sua morte. E’ stato un anniversario triste, scrive Ruta. “Non è esistito, non ha evocato nulla, se non ai familiari, a pochi amici, a qualche collega del «Corse-Matin», con cui Giudici aveva a lungo collaborato.”
E’ fondamentale allora che la memoria di questo grande professionista venga adottata e in Italia, e negli altri Paesi, per cercare di non lasciare che la morte di Nicolas Giudici rimanga un sacrificio vano, per riparare a un decennio di silenzio, per dare una lezione di civiltà alla Francia di Sarkozy.
Carlo Ruta con la sua inchiesta ha così riportato alla memoria di chi aveva dimenticato la vicenda di un uomo dimenticato troppo presto. Ha fatto conoscere a chi non ne aveva mai sentito parlare la storia di uomo che amava il suo Paese, e che per esso, forse, ha dato la vita.
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