CANTI TRADIZIONALI E POPOLARI DEL SUD ITALIA

Quando le serate d’inverno erano molto fredde, ci si riuniva attorno al focolare, suonando e cantando. Poi, era la danza, spontanea e improvvisata, a diventare la protagonista principale. Ed ecco che, spesso, succedeva che si “facia rota”, cioè si animavano le caratteristiche formazioni a ruota per sancire il momento di unione tra i presenti all’insegna della massima spensieratezza. Lo stesso leit motiv, insomma, che, sabato sera, ha caratterizzato l’esibizione della compagnia “Faciti Rota” nell’ambito del terzo e ultimo appuntamento della rassegna musicale “Suoni mediterranei” promossa a Ragusa Ibla dal ristorante “U Saracinu”. All’interno del locale hanno riecheggiato le note delle nenie di un tempo, dei canti contadini, delle canzoni popolari, tra pizziche e tarante, senza dimenticare le tammurriate napolitane, capaci di entusiasmare i presenti. I quali, in più di una occasione, hanno accompagnato le esibizioni dei musicisti contrappuntandole con il battito delle mani. La voce e il marranzano di Salvatore Dipasquale, la lira calabrese, la zampogna e i tamburi a cornice di Andrea Chessari, le chitarre battente e flamenco di Saro Tribastone e, ancora, la voce e le percussioni di Marilena Fede hanno incorniciato un momento sonoro di grande impatto con l’unico obiettivo di garantire il dovuto relax a chi ha scelto di vivere questo momento il sabato sera nel quartiere barocco del capoluogo ibleo. Gli strumenti utilizzati, molto suggestivi, sono stati proprio quelli caratteristici delle musiche tradizionali del Sud Italia. Strumenti che hanno coinvolto il pubblico anche per il modo in cui sono stati fatti interagire con la voce possente di Dipasquale e i fraseggi armoniosi di Fede. “La gente si è divertita – dice lo chef Angelo Gelasio del ristorante “U Saracinu” – e per noi era questo l’aspetto più importante. Con questa rassegna, abbiamo voluto dare un segnale sottolineando che è possibile promuovere iniziative capaci di richiamare la gente anche in periodo invernale e anche a Ibla. Noi l’abbiamo fatto da soli, senza sostegno. E ritengo che tutto ciò possa rappresentare un punto di partenza per gli operatori commerciali che, come noi, credono nelle magnifiche potenzialità di questo quartiere e dei suoi monumenti”. 

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