Ballottaggio: analisi di Gianni Bocchieri: “Primo turno come primarie aperte. Chi vincerà investa sul centro storico, cultura e turismo”. Ed è pronto a dare una consulenza (gratis)

Domenica 24 giugno si torna al voto per dare a Ragusa un nuovo sindaco. Come è noto al ballottaggio ci sono Peppe Cassì, supportato da liste civiche e Fratelli d’Italia e Antonio Tringali, supportato dal Movimento 5 Stelle. In vista del voto abbiamo chiesto un commento e una lucida analisi a Gianni Bocchieri, direttore dell’Assessorato Lavoro e Formazione della Regione Lombardia, e più di recente consulente a titolo gratuito dell’Assessorato omonimo della Regione Sicilia. Ecco le domande che abbiamo posto:

1) Lei è stato tirato in ballo più volte come possibile candidato a sindaco e tra l’altro in un’area come quella del Centrodestra che probabilmente attorno al suo nome si sarebbe potuta ricompattare, e forse anche vincere, visti i numeri. Sarebbe potuta essere un’opzione?

“Come ho avuto modo di commentare proprio con voi, le proposte ci sono state e mi hanno lusingato molto perché non pensavo di poter ricevere tanta considerazione nonostante viva ed operi lontano da Ragusa da oltre 30 anni. Confesso anche di averci riflettuto molto soprattutto perché le sollecitazioni non sono arrivate solo da un’area politica circoscritta al Centrodestra, ammesso che sia ancora possibile classificare le diverse parti con le vecchie categorie di Destra e Sinistra. Ad un certo punto, però ho capito che non c’erano le condizioni per far convergere nemmeno quell’area, come del resto non è avvenuto con tutte le altre candidature cosiddette “civiche”. Quindi, posso dire: nessun rimpianto, nessun rimorso”.

2) In vista del ballottaggio le chiediamo un suo parere per un’analisi politica delle elezioni, su come è andato il primo turno dove c’è stata la troppa frammentazione con sette candidati. E questo ha probabilmente favorito alcuni piuttosto che altri. 

“Di fatto, il primo turno è diventato il vero processo di selezione, sostitutivo di quelle primarie che qualcuno aveva invocato per superare la frammentazione anche dentro la stessa area politica di riferimento. Non credo che qualcuno possa essere stato particolarmente favorito dalla numerosità dei candidati. Al contrario, molti candidati sono stati sicuramente sfavoriti, anche se i numeri dicono che nessuno avrebbe comunque vinto al primo turno, compreso il M5s che aveva raggiunto punte altissime nelle due precedenti competizioni regionali e nazionali, proprio a Ragusa”.

3) A suo avviso il futuro sindaco che uscirà dal ballottaggio cosa dovrà fare per intervenire con forza sul tessuto sociale ma soprattutto economico della città? Visto che non si potrà più contare, tra l’altro, sulla manna dal cielo arrivata all’Amministrazione uscente con 80 milioni di royalties.

“Leggendo i programmi, vedo una sostanziale coincidenza dei due candidati sulla necessità di far rinascere il centro storico di Ragusa, invertendo definitivamente la disastrosa esperienza di chi l’ha ridotto in questo stato. Entrambi sono consapevoli della necessità di sostenere le attività produttive, sebbene con diverse sfumature. Nel programma del candidato Cassì, vedo più insistenza sulla necessità di investire nel Turismo anche attraverso la valorizzazione dei beni e delle attività culturali, così come leggo di promozione delle collaborazioni pubblico-privato, di creazione di scuole di artigianato con strutture pubbliche date in comodato e di trasformazione di spazi comunali inutilizzati da tempo in ambienti di co-working. Mi sembrano tutte buone idee, già sperimentate con successo altrove, che potrebbero dare luogo ad una campagna di animazione sociale, perché le collaborazioni pubblico-privato possono coinvolgere anche associazioni culturali, associazioni sportive, associazioni giovanili. La speranza è che non ci si disperda ad inseguire i troppi obiettivi dei rispettivi programmi, che forse sono fin troppo ambiziosi per un mandato solo”.

4) Al di là di chi vincerà, c’è la sua disponibilità ad offrire supporto e consigli sulla base della sua esperienza in Regione Lombardia e, adesso da consulente gratuito alla Regione Sicilia? 

“Potrei citare una famosa canzone che recitava “si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio”. Invece, preferisco ripensare agli insegnamenti di mia nonna che mi diceva: acqua, consigli e sale, se non richiesti non se ne devono dare. Il mio interesse per Ragusa e quanto continuerò a fare a Ragusa, prescindono da ruoli o posizioni e ciò mi consente anche di essere più libero e forse anche più utile. L’esperienza in corso con l’incarico gratuito in Regione Siciliana dimostra che si può esserlo anche solo per esportare buone pratiche, perché non credo che ci sia qualcosa che si possa far bene in Lombardia e che non si possa fare altrettanto bene in Sicilia. Tutto questo per dire che se chiamato, risponderò con la massima disponibilità e trasparenza, purché sempre gratuitamente”.

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