BAI: “I TRANSITI E GLI APPRODI”

Sabato a Comiso verrà inaugurata la collettiva BAI, prevista per le ore 18,30 nel Foyer del teatro Naselli piazzale S. Biagio, rimanendo visibile fino a domenica 24 giugno. BAI è l’agronomo di Bottega d’Arte Ippari, nome dato ad un gruppo di giovani nei primi anni sessanta che frequentavano l’istituto d’arte di Comiso e si costituivano in collettiva con la finalità di ricerca e produzione nel campo dell’arte. Forte il legame con la tradizione locale, caratterizzata dalla forte presenza di un artigianato artistico di primordine. La sede della bottega, in via Ferreri, era il luogo di ricerca e frequentato soprattutto da giovani che potevano discutere sull’attualità dell’arte, affrontando con spirito analitico proposte ed emergenze relative al fare artistico contemporaneo con tutte le problematiche e prospettive connesse. Nucleo fondante e fondamentale del collettivo furono: Vittorio Balcone, Giovanni Di Nicola, Attanasio Giuseppe Elia, Luigi Galofaro, Emanuele Licata, Michele Licata, Rosario Lo Turco, Raffaele Romano,Giuseppe Salafia, Gesualdo Spampinato, legati, oltre che dall’interesse per la elaborazione artistica, dalla circostanza  di essere nati nei primi anni quaranta ed erano attenti alle vicende e agli sviluppi dell’arte contemporanea. Instauravano un rapporto con la materia per sondarne la  consistenza  e ricavarne ogni possibile grado di espressività. Il BAI costruiva il rapporto sottile quasi di ordine spirituale, rinsaldandone i vincoli, con la tradizione operativa locale. Pittura e scultura furono, da subito, i due capisaldi dell’operatività di BAI, ma non mancarono uscite e sperimentazioni nella grafica, nel design. Vicende esistenziali portarono i giovani del collettivo in diverse e lontane contrade d’Italia quasi tutti, ad esercitare il nobile e faticoso lavoro di insegnante, alcuni di essi ricoprendo anche funzioni dirigenziali. Il rapporto con le nuove e variegate realtà locali incidono sullo sviluppo e svolgimento del lavoro di ciascuno, ma come un filo rosso lega i protagonisti in una straordinaria stagione d’arte comisana. Un’esperienza che, negli anni, si fa corposa e necessitante di un confronto che  si realizza nel 2006, con un emblematico ritorno alle origini, al luogo dove tutto era cominciato e il destino di ciascuno si era delineato. Nell’ottobre di quell’anno, patrocinata dal Comune di Comiso – Istituzione S:Fiume, nella splendida Sala Pietro Palazzo, viene allestita una mostra dal titolo Una scuola una generazione. L’esposizione, curata dal critico d’arte Luciano Marziano, con il contributo teorico e speculativo di Giambattista Corallo ed Eugenio Giannì antichi sodali di BAI, realizzava un incontro diretto fra i vari protagonisti con un resoconto sull’attività degli stessi portata avanti negli anni. L’esposizione, negli anni successivi, si è spostata nei vari luoghi dove  gli artisti operano o fanno parte di un bacino di influenza del loro operare, cioè San Cataldo, Arcidosso, Gorizia , Gubbio , Enna, Stefanoni (VV), Reggio Calabria, Cefalù, Paternò, Sciacca, Modica, con proiezioni, nel futuro, Milano,Tunisi. Dopo ogni tappa espositiva, emergono, nell’operare di ciascuno, i segni, a volte impercettibili, a volte di chiara evidenza di ulteriori aperture di orizzonti. Un permanente e dinamico modificarsi verso nuovi sentieri.

 

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