Autismo: il “modello Ragusa” eccellenza nella diagnosi e nell’intervento precoce

Più di 400 tra medici e operatori della riabilitazione e tantissimi genitori e insegnanti hanno affollato venerdì 7 e sabato 8 febbraio le due sale convegni del Kikki Village Resort a Modica, in occasione del convegno internazionale su “Lo spettro autistico: dalla varietà diagnostica alle evidenze di trattamento”. L’evento, organizzato dalla ASP di Ragusa con la collaborazione del Consorzio Siciliano di Riabilitazione, il patrocinio della Regione, del Comune di Modica, della Sinpia (Società italiana di neuropsichiatria infantile), della Diocesi di Ragusa e del comitato Pro Diritti H, ha riscosso grande interesse a testimonianza dell’importanza di un tema sempre più sentito qual è il trattamento dei disturbi dello spettro autistico. “Disturbi complessi su cui fino a 30 anni fa si aveva pochissima conoscenza, al contrario di oggi: grazie al miglioramento delle diagnosi, infatti, quelli che una volta erano considerati ritardi mentali adesso vengono diagnosticati come autismo” ha sottolineato in apertura dei lavori la responsabile scientifica del convegno, Giovanna Di Falco, direttore sanitario dei Centri Csr di Ragusa, Comiso, Modica e Pozzallo e componente del tavolo tecnico regionale sull’autismo. “Proprio per questo abbiamo sentito l’esigenza di realizzare un incontro scientifico riunendo i principali esperti italiani e internazionali di autismo e per discutere della positiva esperienza che stiamo sperimentando a Ragusa con l’ASP” ha proseguito Di Falco. L’evento ha visto anche l’autorevole presenza dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, che del trattamento precoce dell’autismo ha fatto un punto di forza dell’assistenza sanitaria: “Il programma unitario per l’autismo fa della Sicilia una delle Regioni italiane più efficienti– ha detto Razza – La Sicilia è tra le Regioni che hanno deciso di investire di più negli interventi per la diagnosi e la cura delle persone con autismo, grazie anche a professionisti preparati e di grande qualità come quelli che operano al Csr. Mi auguro che nel futuro immediato riusciremo a fare ancora di più, soprattutto sul fronte della ricerca”.

E proprio in tema di diagnosi e trattamento precoce dei disturbi dello spettro autistico, la provincia di Ragusa rappresenta una vera e propria eccellenza che ha fatto della collaborazione tra sistema sanitario pubblico ed enti privati un punto di forza, come è stato testimoniato dagli attori coinvolti e dai relatori. Un’esperienza molto positiva, come hanno sottolineato in apertura dei lavori anche il Presidente del Csr Sergio Lo Trovato, il Direttore generale Francesco Lo Trovato e il Presidente nazionale dell’Aias Salvatore Nicitra, oltre al sindaco di Modica Ignazio Abbate.

Il “modello Ragusa” è frutto della collaborazione tra l’ASP, nello specifico il Centro autismo di Ragusa, e i centri di riabilitazione privati convenzionati con il settore pubblico, come appunto i centri Csr di Modica, Comiso e Pozzallo e il Centro Neuromotulesi di Vittoria: “Abbiamo fatto grandi passi avanti per dare offerta completa e assistenza diffusa su tutto il territorio, dunque non concentrata alla città di Ragusa ma in diversi territori della provincia, proprio perché l’autismo è un problema che riguarda le famiglie e non solo i bambini – ha sottolineato il Direttore generale dell’ASP, Angelo Aliquò – Questo però per noi è un punto di partenza, non di arrivo: possiamo e dobbiamo fare di più, soprattutto per assistere anche i bambini che hanno superato la soglia dei sei anni”.

Oggi infatti, come ha spiegato il Responsabile del Centro Autismo dell’ASP di Ragusa Giuseppe Morando, i bimbi con autismo tra zero e sei anni vengono sottoposti a diagnosi precoce – grazie anche ad uno stretto collegamento con i pediatri – per un trattamento intensivo che l’ASP effettua anche in convenzione con il CSR. Un’esperienza avviata già da tre anni, inizialmente in via sperimentale, che sta dando ottimi risultati come ha testimoniato anche la psicologa e terapista comportamentale specializzata in ABA Maria Josè Sireci, che ha presentato alcuni risultati sui 54 bambini trattati nei Centri del CSR: “Tra quelli che hanno finito almeno un ciclo semestrale di trattamento, abbiamo registrato un miglioramento in tutte le aree di competenza” ha detto.

Competenze e abilità fondamentali, come fare una richiesta, giocare, rispondere a degli stimoli emotivi, acquisire capacità di linguaggio e comprensione o risolvere criticità anche gravi come quelle legate all’assunzione del cibo, argomento particolarmente interessante presentato anche da Jonathan Kyle Fernand, assistant professor presso la Aurora University dell’Illinois, che in videocollegamento dagli Stati Uniti ha presentato diversi casi concreti di bambini autistici con disordini alimentari gravi. E proprio perché i disturbi dello spettro autistico sono molteplici e variegati, rappresentano ancora una sfida: da un punto di vista della ricerca dei fattori che causano l’autismo, della diagnosi e dei trattamenti. Il convegno scientifico ha, per questo, riunito esperti e professionisti che hanno approfondito tantissime tematiche.

Si è parlato delle cause che, stando alle numerose ricerche illustrate, sono correlate all’autismo: cause genetiche, neurobiologiche e ambientali che secondo le statistiche attuali, fanno sì che 1 bambino ogni 60 nasca con disturbo dello spettro autistico, con un’incidenza rilevante nei bimbi maschi (il rapporto è di 4 a 1 tra maschi e femmine), come ha illustrato Maria Vincenza Catania, neurologa ricercatrice del CNR di Catania. Si è parlato dell’intervento farmacologico con Renato Scifo, neuropsichiatra infantile e presidente della Sinpia regionale, dell’interazione tra fattori genetici e ambientali per l’insorgenza dell’autismo con la ricercatrice dell’IRCSS Stella Maris di Pisa, Eugenia Conti, sono stati presentati alcuni importanti studi sui disturbi del sonno durante l’intervento di Maurizio Elia, neurologo direttore del dipartimento per il ritardo mentale dell’IRCCS Oasi di Troina di Enna. E ancora Mario Giovanni Damiani, neurologo del centro di riabilitazione “Quarto di Palo” ad Andria, ha approfondito i temi della Comunicazione Aumentativa Alternativa per rendere più efficace il linguaggio dei bambini con autismo.

E si sono affrontate le diverse strategie e le tecniche comportamentali come Teacch e ABA, temi approfonditi tra gli altri da Simonetta Panerai (psicologa dell’IRCSS Oasi di Troina di Enna), Paolo Moderato (ordinario di psicologia dell’Università Iulm di Milano) e da Vincent Carbone (analista del comportamento certificato), che in collegamento da New York ha illustrato i meccanismi alla base dell’ABA, Analisi applicata del comportamento: il rinforzo, la punizione, l’estinzione, la motivazione, il controllo dello stimolo. Tecniche comportamentali che vedono il coinvolgimento non solo del bambino o dell’adulto con autismo e dei terapisti, ma anche della famiglia e degli insegnanti.

E proprio per questo le due giornate di approfondimento si sono concluse, sabato pomeriggio, con una sessione appositamente dedicata a genitori e insegnanti di sostegno e curriculari: un confronto aperto, per dare risposte, ascoltare le richieste e costruire insieme i percorsi futuri per il trattamento dell’autismo. Problemi che riguardano soprattutto il futuro di quei bambini con più di sei anni, adolescenti, adulti con autismo che devono vedere garantiti trattamenti specifici, in modo da guardare al loro progetto di vita futura. Perché, per dirla con le parole di Antonio Persico (direttore del programma Autismo 0-90 del Policlinico universitario di Messina), la domanda non deve più essere “cosa possiamo fare per questo ragazzo autistico, ma cosa può fare questo ragazzo autistico per la comunità”.

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