ARTEMISIA GENTILESCHI APPRODA A MILANO

Quando la Chiesa di Roma stigmatizzava con violenza le azioni e i pensieri che potevano intaccare l’integrità di una fede intransigente, la pittura regalava all’Europa uno dei personaggi femminili più interessanti dell’età moderna.

Artemisia Gentileschi, figlia del celebre pittore Orazio, era certo una grande artista, ma la sua abilità e il suo genio sono stati oscurati per secoli da un grave fatto privato. Uno stupro, all’età di quindici anni, segnò la vita e la fama della pittrice.

La determinazione nell’accusare il suo aggressore e le torture subite per dimostrare la veridicità della sua testimonianza hanno fatto di Artemisia Gentileschi un modello di riferimento nella lotta contro il sistema sessista e maschilista.

Oggi, quattro secoli dopo, rinasce la pittrice e si defila la donna.

Una mostra straordinaria, curata da Roberto Contini e Francesco Solinas,  dal titolo “Artemisia Gentileschi. Storia di una passione”, riporta in vita il talento e la perizia tecnica della pittrice.

Dal 22 settembre al 29 gennaio 2012, Palazzo Reale a Milano ospiterà questo percorso espositivo, costituito da opere e documenti inediti dell’artista, che verranno presentati, secondo una precisa scansione cronologica. Le opere saranno disposte in base al periodo di appartenenza, con una suddivisione in quattro fasi: la prima fase romana, la seconda fiorentina, il ritorno a Roma e l’ultimo periodo a Napoli.

 Erotismo e violenza, sacro e profano, grazia e sadismo: le tele di Artemisia Gentileschi suggeriscono una rappresentazione dicotomica del mondo. Più si esercita violenza sui corpi, più si celebra la perfezione delle carni.

Questo scenario, che getta luce sulle innumerevoli contraddizioni ideologiche del XVII secolo, ha una cornice d’eccezione, frutto dell’estro creativo di Emma Dante. La regista palermitana, una delle più discusse e criticate del teatro italiano contemporaneo, ha curato gli interventi scenografici e teatrali della mostra.

Emma Dante, nota per la sua trasgressione artistica e per la strenua difesa delle donne, sembra essere l’alter ego di Artemisia: ne condivide la lotta femminista e la spiccata sensibilità artistica. Basterebbe questo a spiegare il coinvolgimento della regista nella realizzazione della scenografia.

Dopo secoli di oblio, grazie al progetto voluto da 24Ore Cultura-Gruppo 24Ore, Artemisia Gentileschi potrà riscattarsi, raccontando, attraverso le numerose creazioni, la pittura contraddittoria e moderna del Barocco.

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