“ANTONIETTA PORTOLANO – IL DELIRIO DELLA FOLLIA”, PROSSIMO APPUNTAMENTO AL TEATRO GARIBALDI

Nuovo appuntamento, domenica 12 febbraio 2012 alle ore 18 al Teatro Garibaldi, con la rassegna “La follia in scena, parte prima”. L’Associazione Teatro e Cultura La Metamorfosi proporrà lo spettacolo “Antonietta Portolano – Il delirio della Follia”, tratto dall’opera “Antonietta Pirandello nata Portolano, dialogo mancato con Luigi” di Marina Argenziano. L’ideazione e la regia sono di Giannella D’Izzia, l’interpretazione sarà affidata a Marilisa Vergopia.

Il monologo è un’intima confessione, uno sguardo in profondità, una finestra sull’anima di Antonietta Portolano, testimone di sé stessa e testimone di altre vite difficili, di naufraghi in cerca di equilibri improbabili. Schiva e riservata, restia ad esternare i suoi sentimenti, una donna timida, che non ha alcuna esperienza di vita: Antonietta è sganciata e distante dal suo mondo concreto, disancorata dalla sua terra, sradicata dal suo ambiente, frastornata e dispersa, senza sicurezza, senza “appartenenza”. È relegata ai margini, esclusa, sola. Si chiude sempre più in se stessa: affronta tre parti che, sicuramente, la riempiono del ruolo di madre, ma la soffocano psicologicamente e la sfibrano fisicamente. Antonietta avrebbe voluto contare anche come donna, come persona. Si scopre, invece, estranea a tutto, tormentata da sentimenti di inferiorità e di inadeguatezza.

Vive un grande disagio, cosicché la sua psiche si inonda di zone buie, si crepa e frana, il futuro davanti a sé si chiude. Infelice e lacerata, ossessionata dalla gelosia, avverte e obbedisce a quelle voci che vengono dal profondo. Voci di odio contro sé stessa e contro gli altri: il delirio è l’unico modo per dare senso alla sua esistenza. Perduto ogni contatto con la realtà, che la vede estranea, fuori posto, si costruisce un mondo tutto suo, parallelo a quello insopportabile della realtà. Il delirio della follia, per questa donna, diventa l’unico modo per continuare a vivere: entra in casa di cura, e sta lì per più di quarant’anni.

 

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