Annunciare la Parola con l’arte. A Ragusa, l’esperimento di Don Marco Diara

Annunciare la Parola con l’arte. Ai tempi del coronavirus, anche i sacerdoti stanno sperimentando nuove tecniche di coinvolgimento dei fedeli. E, a parte le celebrazioni eucaristiche in streaming, c’è anche chi si avventura verso strade, per così dire, ancora inesplorate. E’ il caso del parroco del Sacro Cuore di Gesù, don Marco Diara, che, memore degli studi artistici condotti in giovane età e coltivando una passione in tale direzione che diventa sempre più forte, ha deciso di coniugare la fede con un’attività di divulgazione.

Una serie di video che, trasmessi sui social, hanno riscosso l’interesse non solo dei fedeli ma anche degli appassionati d’arte. Nel primo di questi, della durata di circa sette minuti, don Diara, che spiega le caratteristiche di un quadro per volta, illustrandone il messaggio spirituale oltre che le peculiarità artistiche, si cimenta con Caravaggio e con la tela intitolata “L’incredulità di San Tommaso”.

“Il dipinto – spiega don Diara nel video – raffigura San Tommaso mentre infila un dito nella ferita del costato del Cristo alla presenza di altri due apostoli, Giovanni e Pietro così come sono stati individuati dagli studiosi, che osservano la scena. Le figure sono disposte in maniera tale da formare una croce, una spirale, con le tre teste degli apostoli incastrate l’una con l’altra. La luce proviene solo da sinistra e illumina la fronte di due dei quattro personaggi. Si registra una perfezione compositiva impeccabile con le quattro teste che formano un rombo, quasi a volere simboleggiare la presenza di una comunità sospesa tra fede e incredulità. Da notare, poi, l’asse orizzontale delle mani di Gesù con quella delle mani dell’apostolo che crede solo a ciò che vede: una linea che condensa in sintesi il raffronto tra i dubbi e l’ostinazione dell’uomo rispetto all’amore disponibile e paziente di Dio”.

Ma a parte la sapienza costruttiva, che cosa conferisce al quadro in questione il grande fascino che emana? “La luce, innanzitutto – afferma don Diara – che rappresenta una caratteristica costante nei quadri del grande Caravaggio e che gioca un ruolo unico facendo emergere i personaggi dall’oscurità anche se il volto di Gesù rimane nella penombra. In secondo luogo, colpisce la mano di Gesù che afferra quella di Tommaso e la guida a frugare dentro la ferita; insomma, l’apostolo viene aiutato dal Signore a compiere il gesto sfrontato della verifica. Ed è un gesto che avvicina la scena allo spettatore, quasi a sottolineare che la cosa riguarda tutti, ognuno di noi, quasi a invitare chi guarda a entrare dentro la scena, sino a diventarne coprotagonista.

E’ come se si volesse raccontare che quello che stiamo vedendo non è per niente fantastico ma è l’accaduto, nient’altro che l’accaduto. Perché il Vangelo, prima ancora di essere dottrina, è fatto, evento, storicamente verificabile. La Resurrezione non è da guardare con gli occhi ma è da vivere sulla pelle”. Don Diara sta preparando altri video che saranno proposti ai fedeli e agli appassionati d’arte con lo spirito di chi spiega i contenuti dei quadri per trasmettere i messaggi spirituali che gli stessi contengono.

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