ANCHE LE ARMI GIOCATTOLO SONO UN PERICOLO

Ieri un uomo si aggirava nella città di Roma esibendo un fucile. Un’anziana signora ha lanciato l’allarme ,si è creata un’obiettiva situazione di panico e di disagio, che, però, stranamente non ha impedito al soggetto in questione di raggiungere, servendosi dei mezzi pubblici, la sua residenza ad Anagni. Quando è stato ritrovato dai carabinieri ha mostrato “il fucile”   che in effetti era un’arma giocattolo per il figlio. Ma un  giocattolo, di cui conservava persino lo scontrino, non poteva portarlo dentro una busta di plastica, invece di tenerlo come un’arma vera e propria? La gente ha giustamente paura con la psicosi del terrorismo che si è creata.

Altra notizia allarmante di qualche giorno fa: ad un pregiudicato è stata sequestrata un’arma giocattolo modificata in modo da poter essere caricata con proiettili veri e tali da uccidere, se esplosi da una breve distanza.

E’ infine continuo lo stillicidio di notizie riguardanti persone che vengono incriminate per eccesso di difesa o addirittura per omicidio perché “a posteriori” si è scoperto che il rapinatore li minacciava con un’ arma giocattolo.

Certamente il rapinatore non ha detto “Mani in alto, questa è una rapina ma l’arma con cui ti sto minacciando è un giocattolo”, quindi chi si è difeso ha creduto di reagire in una situazione di obiettivo grave pericolo.

E’ probabile, invece, che il ricorso alle armi giocattolo nelle rapine sia una scelta per costituirsi un attenuante nel caso di arresto.  

Tutte queste premesse per arrivare alla conclusione che le armi giocattolo, pur non essendo da equiparare alle armi vere e proprie, il loro danno lo fanno e come!

Quando io ero bambina si usciva da una dittatura  che aveva fatto dei bambini tanti soldatini con i fucilini e da una guerra tremenda  e c’era in atto una campagna per bandire le armi giocattolo. Si sosteneva, giustamente,che erano diseducative, che alimentavano e giustificavano la violenza., sin dall’infanzia. Poi tutto è stato messo a tacere. Le armi giocattolo hanno continuato ad essere vendute ma oramai ,credo, non interessano tanto ai bambini, che  sin dalla più tenera età  preferiscono un tablet o un  ipod, ma a qualche padre un po’ sprovveduto, come quello della notizia citata in apertura , o a soggetti malavitosi .

A questo punto la cosa più semplice è vietare di fabbricare e commercializzare qualsiasi cosa che somigli ad un’arma o che, con un opportuno trattamento, lo possa diventare. Un piccolo contributo, ma significativo, alla lotta contro ogni forma di violenza.

Laura Barone

 

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