ALL’OMBRA DI UN GIRASOLE, GUARDANDO UNA CHIOCCIOLA

 

Se qualcuno mi chiede: “Chi sei?” “Chi? Io?” domando. E punto il dito índice al mio petto.  Mi chiamo cosí e cosí, – rispondo – e sono nata un giorno del secolo scorso;  come si vede, sono sovrappeso; e alcuni mi fanno capire che sono simpatica…  E voi rispondereste altrettanto.

Il grande filosofo tedesco Ludwig Feuerbach diceva (con qualche ragione):  “L’Uomo è sostanzialmente un tubo digerente”. Secondo questo ‘razionale’ io sarei quindi una breve storia di ‘alimentazione’ e di ‘eliminazione’, un gran produttore di rifiuti. E non si pensi solo alla toilette! Perché, quando mi muovo o respiro e sudo, i miei muscoli consumano energia e producono acido sarcolattico, che deve  essere  smaltito per non creare danni, (lo sanno bene gli sportivi). Aggiungo, che anche per sorridere devo muovere decine di muscoli facciali, e produrre… rifiuti.

Attualmente gli scienziati considerano l’Uomo come l’essere vivente più riciclato. In capo a un anno ricambio il 98% dei miei atomi; la pelle, ad esempio, si ricambia ogni mese, il fegato ogni sei settimane, e i miei geni di un anno fa adesso non ci sono più… Ad ogni respiro, chiunque  incorpora molti milioni di atomi passati per la respirazione di altri, negli ultimi 15 giorni.  Ed io continuo  definirmi IO!

Mi chiedo allora:  “Cosa “contiene” questo IO? Cosa ho dentro di me?”

Enrico Medi, uno scienziato atomico compagno di Enrico Fermi, diceva: “Per uno studioso di fisica il corpo umano si compone grosso modo di tre secchi d’acqua, una cucchiaiata di calcio e un pizzico di ‘spazzatura’”.

Lasciamo da parte per un momento il calcio e l’acqua (di cui abbiamo idea di che si tratta), ma cosa sono questi minerali che dice Medi ‘spazzatura’? Non mi metto certo a fare un’analisi fisica. Ma mi viene in mente l’affermazione di un altro grande scienziato, dove dice che l’oro che uno porta al dito o in bocca, alle orecchie o dove si vuole, si è originato nell’universo delle stelle prima della formazione del nostro sole, che è una stella di terza generazione.

Non dimentichiamo, per un momento, che il mondo che conosciamo ha ‘incominciato’  ad esistere. Su questo tutti sono d’accordo, credenti e atei. Con una approssimazione del 2% l’Universo ha la giovane età di quattordicimilasettecento milioni d’anni. Le stelle, nelle loro galassie si muovono e girano da diecimilamilioni di anni. E alcuni astrofisici stanno calcolando che l’Universo ‘finirá’ entro un centomila milioni di anni, piú o meno.

Però occorsero circa dodicimila milioni di anni dopo il Big Bang perché ci fossero le condizioni necessarie perché apparissero le prima forme di vita, circa settemila milioni dopo la formazione  delle prime stelle.

Perché tanto tempo? Tre generazioni di stelle! E’ stato necessario tutto questo tempo, nei cicli vitali delle stelle, stelle morte e riformate, buchi neri e supernove, perché nelle loro fornaci termonucleari si formasse, attraverso la nucleosintesi, questa ‘spazzatura’ che mi permette di vivere (ovvero idrogeno, azoto, litio, ossigeno carbonio, oro,  ferro…  Così di vecchio é fatto mio  il corpo che segnalo col  dito!

E se il “Bios” (la Vita) ha circa tremila milioni di anni, la nostra razza umana appare nelle vallate della terra africana appena centocinquantamila anni fa. Pensa: un tempo lunghissimo, estremamente lungo, perché ci fossero le circostanze necessarie per la nostra esistenza.

Dal momento che non siamo abituati a pensare con questi numeri di miliardi, propongo una semplice comparazione: Consideriamo che tutto quanto esposto sopra (la storia dell’universo) corrisponda a un anno (l’anno scorso, diciamo), e noi ci troviamo a mezzanotte di Capodanno. I dinosauri sono apparsi il giorno di Natale, e sono durati cinque giorni. La nostra razza umana è apparsa da quindici o sedici minuti. E Cristo? Tre secondi fa! La vita di mio trisnonno? Un batter di ciglio.

Ma IO, adesso, cosa sono?

Il mio corpo è composto da cento miliardi di cellule (o giù di lì), che si articolano in duecentocinquanta tipi diversi: ognuno di questi tipi espletando bene il proprio lavoro specializzato, tra loro interconnessi e interdipendenti, ciascuno alimentato di continuo, nella sua acqua, e liberato dei propri rifiuti.

Ogni cellula contiene migliaia di strutture: é più congestionata di un computer o di un motore d’automobile.

Nel mio corpo ci sono poi un’infinità di “ospiti” batterici (micro-bios  = piccolissimi esseri viventi), batteri che compongono la flora e la fauna intestinale, di cui abbiamo bisogno per mantenerci sani, dei quali il nostro corpo non può farne a meno per vivere. Questi poi si organizzano e si riproducono autonomamente, ma in totale simbiosi con i nostri cicli vitali. E nascono e vivono e muoiono, e che vanno e vengono tutto il tempo.

Ciò che abbiamo detto per il corpo umano, vale anche per gli animali (capra o lombrico), per tutte le piante (quercia e fungo), di terra e di aria e mare.

E ogni cellula o microbo ha il suo nucleo (misura quasi due millesimi di millimetro), e dentro il nucleo vi é il suo cromosoma, ben avvitato (il nostro cromosoma, se stirato in lunghezza, misurerebbe due metri!)

La maggior parte delle cellule, poi, sono diploidi (cioè possiedono due copie di cromosoma). Le cellule umane appartengono la maggior parte a questa categoria.

E qui accade qualcosa di meraviglioso. Nella doppia elica dei nostri cromosomi, un giro é piú lontano dell’altro;  e tra i due troviamo la Proporzione Aurea (cioé il rapporto tra queste due misure diseguali, se divise tra loro, é il Numero Aureo: 1,61803389…). La cosa diventa piú interessante se non dimentichiamo che la stessa Proporzione aurea si incontra anche tra gli ‘anelli’ delle galassie, nelle proporzioni del nostro corpo (tra ombelico, testa e piedi) e della pressione arteriosa (alta e bassa); si incontra nelle volute di certi fiori (es. girasole) e di certe conchiglie. Appare anche in molti elementi di geometria (negli angoli del pentagono ben quattro volte) e nelle architetture (pareti, porte e finestre) quando sono belle e armoniche (es. Il Palazzo di Vetro della O.N.U.); nelle proporzioni del libri che leggiamo ed in un semplice pacchetto di sigarette!).

La Proporzione Aurea era considerata dai Greci criterio fondamentale di ogni bellezza, risultato nella sua proporzione armonica.

Questo fenomemeno ci propone anche una riflessione:  la Proporzione Aurea produce un numero indefinito (con una coda di numeri che non finisce mai), una misura approssimativa, una percentuale indeterminata!

Così l’indeterminatezza è la più grande legge che governa l’universo. Vi sono leggi della matematica, della fisica, della termodinamica, ecc., però dappertutto appare anche l’indeterminatezza (nelle intimitá dei nostri cromosomi come anche nei giochi gravitazionali delle stelle, nelle elezioni tra spermatozoi e ovuli come nelle simpatie delle amicizie.  I grandi scienziati non immaginano piú il mondo come un semplice orologio, (e a quanti credono Dio non appare come un semplice, anche se grande, orologiaio!).

Il mondo creato da Dio è segnato dalla “libertà”. Anche quanto indichiamo con il dito dicendo IO!

Se, come preghiamo la domenica (credo in Dio, …creatore del cielo e della terra) Dio ha messo un riflesso di Sé nel mondo creato, di sicuro ha messo un ombra del suo Potere, ma anche del Suo Amore, lo ha impastato di vita necessaria ma anche di libertà: questo lo affermiamo contro tutto il determinismo volgare, che va tanto di moda.

E ora alziamo un po’ gli occhi.

Cantò un giorno il Salmista:

“Quando io contemplo i cieli, opera delle tue mani;

a luna e le stelle che hai creato”

Qualora, nel suo tempo, questo cantore si fosse messo a contare le stelle, sarebbe arrivato fino a cinquemila (come, del resto, potremmo vedere anche noi adesso, se ci prendessimo il tempo per farlo). Ma noi ora sappiamo anche che ce ne sono molte di più, migliaia e migliaia di milioni in ogni galassia, e migliaia di migliaia di milioni sono le galassie stesse.

Si calcola che, come il nostro sole con i suoi pianeti, ce ne siano cento mila milioni di milioni di milioni di milioni di milioni, cioé, se scritto in lungo, 100000.000000.000000.000000.000000.000000, cioé 10 alla quarantuduesima potenza,. Che poi se un uomo cercasse di contare tutte le stelle una per una, richiederebbe vari secoli. Se consideriamo le cinquemila stelle che anche noi vediamo come fossero granelli di sale, queste riempirebbero un cucchiaio; se poi le rapportiamo con quelle che non si vedono, il ‘sale’ riempirebbe una sfera del diametro di dodici chilometri.

Ora pensiamo a Lui, Dio.

“Che cosa è l’uomo, perché Tu ti ricordi di lui;

l’essere umano per dargli potere?”.

All’interno del vasto cosmo, che cosa sono? Solo materia? O un semplice anello dell’evoluzione? O un riflesso vero e proprio dell’emergere misterioso dello spirito.

Dio ha creato un mondo vivo, fecondo di vita….

IO partecipo a queste immensitá, e sono unica perché ho un nome.

La materia si evolve e cambia, come anche il mio corpo. E sebbene il mio viso continui a cambiare, io resto la stessa.

Non che io sia immortale, ma il pensiero di Dio eterno (che vuol dire da sempre e per sempre, cioé adesso) sta dicendomi Tu, e mi crea e mi “ricorda”´. Va ripetendomi: “Tu sei preziosa per Me e rimani preziosa, perché non dimentico: IO Sono Fedele.”.

Detto in ‘cristiano’: Corpo con corpo, una sola carne.

 

 

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